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Incontro USA-Ucraina la prossima settimana a Riad – Mosca contraria all'idea di una tregua di un mese in Ucraina, Putin: «Al mondo c'è ancora chi vorrebbe tornare ai tempi dell'invasione di Napoleone e ha dimenticato come è finita» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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21:21
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L'UE si riarma, «siamo in pericolo, dobbiamo difenderci»
I 27 capi di stato e di governo dell'Unione Europea al vertice straordinario sulla difesa si trovano d'accordo e danno luce verde al piano 'ReArm' proposto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Certo, ora servono i testi legislativi, dunque i dettagli. Arriveranno presto.
«L'Europa affronta un pericolo chiaro, dobbiamo essere in grado di proteggerci», ha scandito la tedesca accanto a Volodymyr Zelensky e al presidente del Consiglio Antonio Costa. «Sentiamo la vostra vicinanza, siamo contenti di non essere soli», ha ribattuto il leader ucraino reduce da una settimana a dir poco traumatica.
Ecco, il senso del summit - oltre a «scrivere la prima pagina del libro della difesa comune europea», come spiega un alto funzionario Ue - è proprio quello di riaffermare il sostegno del Vecchio Mondo alla causa ucraina e riprendere il cammino (strettissimo) verso una pace giusta, evitando se possibile la capitolazione. Le discussioni - a tratti segretissime, con solo i leader nella sala, senza assistenti e cellulari - hanno dunque toccato l'ampio spettro delle opzioni da perseguire: rafforzare la mano dell'Ucraina, con nuovi aiuti militari (e qui l'Ue prevede almeno 30 miliardi per il 2025); esplorare le dinamiche della possibile coalizione dei volenterosi disponibile a mettere gli scarponi sul terreno una volta raggiunta la pace; coinvolgere Kiev nel piano di riarmo europeo, aprendole la via degli appalti congiunti incentivati dal nuovo fondo da 150 miliardi.
Con un però. Se per la difesa comune sono tutti d'accordo (compreso il premier ungherese Viktor Orban), per la parte delle conclusioni dedicate all'Ucraina, in cui appunto si batte il tasto sul sostegno rinnovato e in cui si enunciano dei principi cardine per la pace (per esempio che «qualsiasi accordo deve essere accompagnato da garanzie di sicurezza solide e credibili»), il magiaro è entrato in conclave puntando i piedi. E non ha voluto sentire ragioni. L'escamotage allora è stata la dichiarazione del presidente Costa controfirmata dai 26, dimostrazione plastica della spaccatura. Nella pratica cambia poco ma nel lessico europeo suona molto male. E la prassi ora potrebbe persino estendersi ad alte iniziative. «Non abbiamo più tempo. È sempre più difficile superare il blocco di Budapest, ecco perché nella mia proposta per dare un aiuto militare extra all'Ucraina c'è la possibilità di formare una coalizione in modo che un Paese non fermi gli altri», ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue Kaja Kallas. «Puntiamo all'unità ma se non c'è l'Ungheria parla per sé». Zelensky d'altra parte ha ammonito: entro 5 anni Mosca potrà schierare «300 brigate». Ovvero dai 900mila all'1,5 milioni di soldati.
I francesi, a quanto si apprende, hanno chiarito che la 'coalition of the willing' è «aperta a tutti» ma che al momento è ancora «prematuro» per avere le modalità della missione vera e propria. Però, è il ragionamento, per chiedere la copertura Usa - il cosiddetto «backstop» - prima gli europei devono capire cosa offrire. Naturalmente l'eco della proposta di Emmanuel Macron di aprire un dibattito sulla condivisione dello scudo atomico francese ha fatto irruzione nei corridoi - il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito la sua lealtà all'ombrello Nato, dunque Usa, mentre per il polacco Donald Tusk «vale la pena» prenderla in considerazione - ma non è stata discussa al tavolo dei leader. Anche lì, prematuro.
Passiamo al 'ReArm Europe'. Al di là dei dettagli (è già chiaro che la possibilità di usare i fondi di coesione non spesi, circa 350 miliardi, per la difesa, sarà decisione di ogni singola capitale) appare assodato che i 27 chiederanno alla Commissione di fare persino di più di quanto proposto. Berlino ha ottenuto un passaggio in cui si chiede di esplorare «ulteriori misure» - seppur garantendo al contempo la «sostenibilità del debito» - per «facilitare una spesa significativa per la difesa a livello nazionale in tutti gli Stati membri». Persino riaprendo il Patto di stabilità per avere margini maggiori.
Non solo. Non si escludono - dicono fonti bene informate - passi ulteriori sullo strumento di investimento comune, magari arrivando ai sussidi con eurobond oltre che ai prestiti. Ma qui si va oltre il dibattito di questo vertice: le idee non mancano.
21:20
21:20
Zelensky annuncia che lunedì sarà in Arabia Saudita
Il leader ucraino Volodymyr Zelensky annuncia che lunedì sarà in Arabia Saudita. Zelensky ha spiegato che il suo viaggio è per incontrare il principe ereditario Mohammed bin Salman. «Dopo di ciò, la mia squadra rimarrà in Arabia Saudita per lavorare con i nostri partner americani. L'Ucraina è più interessata alla pace», ha detto in un post su X.
Zelensky ha affermato su X di aver deciso con il suo omologo francese Emmanuel Macron un incontro l'11 marzo «dei rappresentanti militari dei Paesi disposti a compiere maggiori sforzi per garantire una sicurezza affidabile nel contesto della fine di questa guerra», ovvero pronti a formare una coalizione a sostegno dell'Ucraina. «Abbiamo coordinato le nostre posizioni e i prossimi passi», ha detto il leader ucraino, aggiungendo che esiste «una chiara visione condivisa e assolutamente chiara che una pace reale e duratura è possibile con la cooperazione tra Ucraina, tutta l'Europa e gli Usa».
20:33
20:33
Il vertice UE approva le conclusioni senza l'Ungheria
La portavoce del Consiglio europeo ha indicato che i 27 hanno trovato l'accordo per rafforzare la difesa europea sulla base del piano proposto dalla Commissione europea che prevede la massima flessibilità sulle spese dei paesi membri, la raccolta sul mercato di 150 miliardi con l'emissione di obbligazioni UE per prestiti ai governi a tassi bassi e a scadenza lunga, la possibilità di utilizzare i fondi della coesione per investimenti per la difesa. Sull'Ucraina si profila un accordo a 26 restando l'Ungheria contraria alle formulazioni concordate a livello diplomatico. Per il premier Viktor Orban si deve lasciare tutto nelle mani di Trump.
I leader UE hanno quindi approvato le conclusioni del vertice sull'Ucraina a 26, senza l'Ungheria. Non è stato possibile avere l'unanimità sul paragrafo di sostegno a Kiev. Quello sulla difesa è stato approvata a 27.
20:27
20:27
Il vertice UE adotta le conclusioni sulla parte della difesa
Le conclusioni sulla parte della difesa, a quanto si apprende, sono state adottate dal vertice UE.
19:34
19:34
L'incontro tra Ucraina e USA dovrebbe aver luogo martedì in Arabia Saudita
Secondo la corrispondente della Casa Bianca di Fox News l'incontro tra Ucraina e Stati Uniti dovrebbe aver luogo martedì della prossima settimana in Arabia Saudita. «Rubio, Witkoff, Waltz vanno a Riad martedì per incontrare gli ucraini, tra cui Yermak», braccio destro di Volodymyr Zelensky, ha scritto Jacqui Heinric su X.
18:21
18:21
Incontro team ucraino-USA la prossima settimana
Il presidente ucraino Voldymyr Zelensky, parlando al vertice Ue, ha detto che le squadre ucraina e americana «hanno ripreso a lavorare» e spera che la prossima settimana le due nazioni avranno un «incontro significativo».
17:19
17:19
Putin: «Non rinunceremo a niente che è nostro»
La Russia vuole una soluzione al conflitto in Ucraina che le «assicuri la calma in una prospettiva storica di lunga durata». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin.
«Non abbiamo bisogno di niente che non è nostro, ma non rinunceremo a niente che è nostro», ha aggiunto Putin, citato dall'agenzia Interfax.
«Tutti gli errori dei nostri nemici sono cominciati da qui: sottovalutare il carattere del popolo russo», ha detto ancora il presidente russo precisando che «al mondo c'è ancora chi vorrebbe tornare ai tempi dell'invasione di Napoleone e ha dimenticato come è finita».
16:13
16:13
Mosca è contraria all'idea di una tregua di un mese in Ucraina
La Russia non sostiene l'idea di una tregua di un mese nella guerra in Ucraina: lo ha dichiarato la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, citata dall'agenzia Interfax. «Ci deve essere un accordo fermo sulla soluzione finale. Senza questo, qualsiasi pausa o riorganizzazione è completamente inaccettabile perché porterebbe al risultato opposto», ha detto Zakharova.
La portavoce del ministero degli Esteri russo ha affermato che, a suo parere, l'Ucraina potrebbe usare la pausa nei combattimenti «per rafforzare il suo potenziale militare» e che, «in questo scenario, il conflitto» riprenderebbe «inevitabilmente con rinnovata intensità». Nei giorni scorsi, in un'intervista a Le Figaro, il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che Francia e Gran Bretagna propongono una tregua di un mese in Ucraina «nell'aria, nei mari e» nei bombardamenti «sulle infrastrutture energetiche».
15:21
15:21
La Litunia teme Mosca e abbandona il trattato su bombe a grappolo
La Lituania ha abbandonato la Convenzione internazionale che vieta le bombe a grappolo, esprimendo preoccupazioni per la sicurezza a causa della vicina Russia. La mossa, ampiamente preannunciata, aveva attirato critiche da parte dei gruppi per i diritti umani. Tuttavia, Vilnius ha affermato di voler rafforzare le proprie difese dopo l'invasione russa dell'Ucraina temendo di diventare il prossimo bersaglio di Mosca.
La decisione - ha detto il ministro della Difesa lituano Dovile Sakaliene alla radio Ziniu - rappresenta un «messaggio strategico che siamo pronti a usare assolutamente tutto» per difendere il Paese.
- Le organizzazioni per i diritti umani hanno duramente criticato la decisione dello Stato baltico di 2,8 milioni di persone un tempo sotto il dominio sovietico e oggi membro dell'Unione europea. Amnesty International ha definito la mossa «disastrosa», mentre Human Rights Watch ha parlato di «decisione allarmante». Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha affermato che «indebolisce protezioni vitali per i civili». «Il ritiro della Lituania dalla Convenzione è senza precedenti - ha affermato il Cicr in una dichiarazione, poiché nessuno Stato ha mai denunciato un trattato umanitario globale».
Il parlamento lituano ha votato per abbandonare la convenzione sulle munizioni a grappolo lo scorso luglio, ma il Paese ha dovuto attendere sei mesi affinché la decisione entrasse in vigore.
La Lituania, membro sia dell'UE che della NATO, è il primo Paese a lasciare la convenzione, adottata nel 2008, e il primo Paese dell'Unione Europea a lasciare un accordo multilaterale sulla regolamentazione delle armi.
Russia e Ucraina non sono membri della convenzione e, secondo osservatori internazionali, hanno entrambe utilizzato bombe a grappolo durante la guerra.
13:30
13:30
«Trump potrebbe espellere 240.000 ucraini»
L'amministrazione statunitense sta pianificando di revocare lo status legale temporaneo a circa 240.000 ucraini fuggiti dal conflitto con la Russia: lo riporta la Reuters, che cita un alto funzionario di Trump e tre fonti a conoscenza della questione. Una decisione in questo senso, potrebbe potenzialmente portare alla loro espulsione.
La mossa, attesa per il mese prossimo, sarebbe un'inversione «sorprendente» rispetto all'accoglienza ricevuta dagli ucraini sotto l'amministrazione del presidente Joe Biden, commenta l'agenzia di stampa.
La prevista revoca delle protezioni per gli ucraini fa parte di un più ampio sforzo dell'amministrazione Trump per privare dello status legale più di 1,8 milioni di migranti autorizzati a entrare negli Stati Uniti nell'ambito di programmi temporanei di libertà vigilata umanitaria lanciati sotto l'amministrazione Biden, hanno affermato le fonti. Essa, quindi, non sarebbe legata allo scontro della settimana scorsa nello Studio Ovale tra il leader americano e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky.
11:20
11:20
L'accusa del Cremlino: «Macron vuole che la guerra continui»
Il Cremlino ha accusato oggi Emmanuel Macron di volere «la continuazione della guerra», dopo il discorso pronunciato ieri in cui il presidente francese denunciava una minaccia russa all'Europa intera e proponeva di estendere l'ombrello nucleare francese al continente.
«Questa è già una retorica nucleare, una pretesa di leadership nucleare in Europa che è molto, molto aggressiva», ha affermato il portavoce Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti.
Le affermazioni del presidente francese Emmanuel Macron sul nucleare pongono una minaccia alla Russia, ha affermato dal canto suo il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, citato dalla Tass.
«Certo che è una minaccia - ha detto Lavrov rispondendo a una domanda in merito durante una conferenza stampa - Se (Macron) ci vede come una minaccia e (...) dice che è necessario prepararsi a usare armi nucleari contro la Russia, certamente questa è una minaccia».
Il Cremlino boccia anche l'idea del presidente francese di schierare forze europee in Ucraina «una volta firmata la pace». «Abbiamo letto le parole del presidente francese secondo cui intende schierare un contingente in Ucraina dopo il cessate il fuoco. In realtà, stiamo parlando di uno schieramento di confronto di un contingente effimero», ha detto Peskov.
Lavrov ha invece dichiarato che un'eventuale presenza di soldati europei in Ucraina «significherebbe non un presunto coinvolgimento ibrido, ma diretto, ufficiale, aperto dei Paesi Nato nella guerra contro la Russia» e che «ciò non può essere permesso». Il ministro ha inoltre sottolineato che Mosca non vede «spazio per un compromesso» su un eventuale dispiegamento di un contingente di «peacekeeper» europeo in Ucraina.
11:02
11:02
La Turchia: «Pronti a schierare truppe in Ucraina se necessario»
La Turchia è pronta a schierare le proprie truppe in Ucraina «se necessario»: lo ha affermato il ministero della Difesa.
«La questione di contribuire a una missione... sarà valutata con tutte le parti interessate se sarà ritenuta necessaria per l'instaurazione della stabilità e della pace nella regione», ha affermato il ministero riferendosi all'Ucraina.
06:42
06:42
Il punto alle 6.00
È salito a tre morti e 29 feriti il bilancio degli attacchi russi di ieri sull'Ucraina, secondo un nuovo rapporto delle autorità locali.
Una vittima è stata registrata in un raid di droni contro dei magazzini alla periferia di Sumy, mentre tutte le altre e i feriti sono relativi all'attacco missilistico contro un hotel nella città di Kryvyi Rih. (ANSA-AFP).