Mosca e Putin snobbano la Conferenza di pace in Svizzera
Un «freak show». Ovvero, un fenomeno da baraccone. Vladimir Putin non ha usato giri di parole, andando dritto al sodo: ai suoi occhi, la Conferenza di pace sull'Ucraina che la Svizzera organizzerà a giugno, nella lussuosa cornice del Bürgenstock, è qualcosa di simile, molto simile a una pagliacciata. «Adesso, come sapete, si sta diffondendo l'idea di tenere una specie di conferenza in Svizzera» ha spiegato il presidente russo a margine di un incontro con l'omologo bielorusso Alexander Lukashenko. «Lì non siamo invitati, inoltre pensano che non dovremmo essere lì, mentre dicono che senza di noi è impossibile decidere qualsiasi cosa. E poiché non andremo lì, questo è solo una sorta di panopticon (carcere, ndr) e loro dicono che ci rifiutiamo di parlare».
«Il processo negoziale senza la Russia non ha senso e, in effetti, è un processo negoziale a vuoto» aveva invece detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in mattinata, all'indomani dell'annuncio di una Conferenza di pace sull'Ucraina in Svizzera i prossimi 15 e 16 giugno. «Per prima cosa bisogna capire di cosa stiamo parlando, di che tipo di formula di pace, questa è la prima cosa. In secondo luogo, abbiamo ripetutamente affermato che, ovviamente, il processo negoziale senza la Russia non ha senso e, in effetti, è un processo negoziale vano».
Il leader del Cremlino, dal canto suo, ha aggiunto che «la Russia è pronta ai colloqui sull'Ucraina». Ma alle sue condizioni, di fatto. Quantomeno, senza che a Mosca venga imposta «alcuna posizione non basata sulla realtà». Di più, Putin ha spiegato che Kiev, «il nemico», «si è messo all'angolo quando ha rifiutato i negoziati nella speranza di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia».
«Le affermazioni che la Russia possa attaccare l'Occidente sono senza senso e sono alimentate dalle élite al governo per giustificare le spese per l'Ucraina» ha infine dichiarato Putin, citato dalla Tass.