«Mosca minimizza, Kiev esagera: i soldati russi morti in Ucraina sono circa 47 mila»
Sarebbero circa 47 mila i soldati russi morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione. È quanto emerge da uno studio congiunto dei giornalisti di Meduza e Mediazona, con la collaborazione di Dmitry Kobak, esperto di statistica dell'Università di Tübingen, in Germania. Il team di ricerca ha analizzato i necrologi pubblici, i dati sulla mortalità forniti del Servizio statale di statistica e i documenti sulle eredità del Registro nazionale delle successioni, stimando che tra i 40 mila e i 55 mila soldati russi di età inferiore ai 50 anni siano morti combattendo in Ucraina sino al 27 maggio del 2023. E non solo: tenendo conto anche del numero di uomini feriti in maniera talmente grave da non poter tornare a combattere, il numero totale di vittime russe salirebbe ad almeno 125 mila uomini. Una cifra, questa, che non include le persone scomparse o catturate, e neppure i cittadini ucraini che combattono con le forze filorusse a Donetsk e Lugansk.
In 15 mesi di combattimenti, dal 24 febbraio del 2022 fino alla fine di maggio del 2023, in Ucraina sarebbero dunque morti tre volte più soldati russi che quelli sovietici impegnati in 10 anni di guerra in Afghanistan. E ancora: nove volte più soldati deceduti rispetto a quelli della prima guerra russo-cecena andata in scena tra il 1994 e il 1996. I numeri raccolti, viene sottolineato nella nuova ricerca, sono interessanti in quanto mostrano come le autorità di Mosca abbiano lavorato senza sosta per nascondere agli stessi russi i costi, in termini di vite umane, dell'invasione. Nonostante il Ministero della Difesa sia senza dubbio a conoscenza dei dati precisi sulle perdite russe, i funzionari stanno continuamente sorvolando sull’argomento. Le uniche cifre «ufficiali» risalgono allo scorso 21 settembre, quando si è parlato di soli 5.937 soldati russi uccisi durante l’«operazione militare speciale». C'è da constatare, inoltre, come anche i dati forniti dagli ucraini siano spesso poco realistici, a conferma del fatto che in guerra le parti in causa esagerano sulle perdite del nemico e minimizzano le proprie.
Finora, le informazioni pubbliche più credibili sulle perdite russe durante la guerra si trovano in un database creato da osservatori indipendenti che collaborano con i giornalisti di Mediazona e della BBC, in modo da tenere traccia dei morti in combattimento menzionati nei notiziari locali e sui social media. La squadra di volontari e giornalisti, sino a maggio, ha raccolto dati che mostrano come quasi 27 mila soldati russi siano stati uccisi in Ucraina. Numero che, chiaramente, rappresenta solo una parte degli uomini che Mosca ha mandato a morire. Secondo i ricercatori, per vari motivi, tra cui il timore di venir perseguiti, molti amici e parenti delle vittime non scrivono mai pubblicamente di una persona cara uccisa in Ucraina. Inoltre, il database dei necrologi riporta solo i nomi dei cittadini russi, mentre anche soldati stranieri combattono nell'esercito di Putin, tra cui migliaia di persone delle autoproclamate Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk. Un altro ostacolo al monitoraggio è rappresentato dal fatto che la Russia ha rilasciato molti detenuti, poi arruolati per combattere in Ucraina: è molto probabile che la loro morte non venga riporta sui media. Nel registro delle successioni della Russia, poi, vengono registrati i casi di eredità, non i decessi. E non solo: non tutte le persone che muoiono lasciano proprietà ai propri eredi. I ricercatori di Meduza e Mediazona, tenuto conto delle inevitabili criticità metodologiche, stimano che i morti russi siano circa 47 mila. Numeri ben lontani dalle cifre fornite dal Cremlino o da Kiev.