Il caso

«Mostravano ai russi le aree di Roma e Milano non coperte dalle telecamere»

Due persone «con base» in Lombardia accusate di «corruzione del cittadino da parte dello straniero» aggravata da finalità di terrorismo ed eversione
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Ats
20.11.2024 18:26

La Procura di Milano ha chiuso le indagini, condotte dai carabinieri del Ros, nei confronti di due persone «con base» in Lombardia che, a partire dai primi mesi del 2023, si sarebbero «fatti promotori di una collaborazione con i servizi di intelligence russi».

Si sarebbero mossi per «fornire informazioni di natura sensibile», come la «mappatura dei sistemi di video sorveglianza delle città di Milano e Roma, mostrando particolare attenzione alle 'zone grigie', ossia a quelle aree cittadine non coperte da telecamere» o «dash cam» su taxi. L'accusa è di «corruzione del cittadino da parte dello straniero» aggravata da finalità di terrorismo ed eversione.

Come si legge in una nota firmata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, responsabile del pool antiterrorismo di Milano, i due indagati, che sono italiani, avrebbero avuto la loro base «nell'alta Lombardia».

L'indagine, si legge nel comunicato, iniziata a partire dall'aprile 2024, scaturisce dagli esiti di una complessa attività investigativa condotta dal Ros di Milano, in collaborazione con la Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma, nella quale sono stati riscontrati l'adescamento, da parte di cittadini russi, e la successiva corrispondenza sul canale «telegram», tra loro e i due indagati.

I quali, dietro compenso in criptovalute, si prestavano a reperire documentazione classificata, fotografie di installazioni militari e informazioni su tecnici specializzati nel campo dei droni e della sicurezza elettronica.

Le perquisizioni eseguite a carico dei due hanno fatto emergere interessi dell'intelligence russa alla mappatura dei sistemi di video sorveglianza delle città di Milano e Roma, mostrando particolare attenzione alle «zone grigie», ossia a quelle aree cittadine non coperte da telecamere.

Inoltre i due destinatari dell'avviso di chiusura delle indagini, avrebbero pure proposto, a cooperative di taxi di Milano, un business plan che prevedeva l'installazione a titolo gratuito di dash cam, piccole videocamere in genere di sicurezza, sulle vetture, nella prospettiva di affidare - all'insaputa dei tassisti - la gestione dei dati che si sarebbero potuti ricavare all'intelligence russa e per molteplici finalità.