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«Nella prima fase dell'accordo i palestinesi liberati saranno 737»

Lo ha annunciato il Ministero della Giustizia israeliano – L'Egitto invece, che ha fatto da mediatore nei negoziati per il cessate il fuoco, ha dichiarato che Tel Aviv rilascerà più di 1.890 prigionieri palestinesi in cambio di 33 ostaggi israeliani – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«Nella prima fase dell'accordo i palestinesi liberati saranno 737»
Red. Online
18.01.2025 08:14
22:46
22:46
Gaza: la telefonata con il Papa diventa una festa

"Grazie per essere sempre con noi": è la scritta su uno striscione esposto dai fedeli della parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza per salutare Papa Francesco. Questa sera la consueta telefonata con il Papa si è trasformata in una vera e propria festa. Tutti si sono radunati nel cortile e la telefonata del Papa è stata proiettata, da un pc, su un grande telo ed è diventata una chiamata collettiva per festeggiare insieme a lui la vigilia della tregua. A salutare il Pontefice cori di piccoli e grandi. Dalle immagini pubblicate sui social è evidente la gioia dei parrocchiani. I bambini hanno salutato il Papa con alcuni canti guidati dal parroco padre Gabriel Romanelli.

22:42
22:42
«Vedrò presto Netanyahu: continui a fare ciò che deve»

Donald Trump riferisce di ave detto al premier israeliano Benyamin Netanyahu di "continuare a fare quello" che deve fare: "tutto questo deve finire presto. Vogliamo che finisca presto". Lo ha detto il presidente-eletto a Nbc, sottolineando che vedrà Netanyahu "presto", senza però ulteriori dettagli.

"Vedremo presto" se gli ostaggi saranno liberati, ha aggiunto assicurando che la sua amministrazione manterrà il cessate il fuoco attraverso il "buon governo".

Tornando alla politica interna, il presidente-eletto ha detto all'intervista all'emittente tv, che "unità, forza ma anche equità" saranno i temi del discorso di insediamento. Trump ha inoltre sottolineato che le espulsioni di massa dei migranti illegali saranno una priorità. "Inizieranno presto. Non posso dire in quale città", ha aggiunto. "Dobbiamo cacciare i criminali dal nostro Paese. Non so come qualcuno possa non essere d'accordo", ha messo in evidenza.

20:00
20:00
«L'obiettivo è che Gaza non minacci più Israele»

"Dobbiamo raggiungere tutti gli obiettivi della guerra, in cui Gaza non rappresenterà più una minaccia per Israele. La sacra missione di liberare gli ostaggi mi ha accompagnato per tutta la vita". Lo ha detto Benjamin Netanyahu in un intervento televisivo.

"Il cessate il fuoco approvato è temporaneo. Ci riserviamo il diritto di tornare in guerra", ha aggiunto il primo ministro israeliano, sottolineando che il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente entrante Donald Trump hanno garantito che la guerra riprenderebbe se i negoziati sulla seconda fase dell'accordo fallissero.

Netanyahu ha inoltre dichiarato che Israele aumenterà le forze lungo l'asse Filadelfia e che se l'accordo continua alla fase due, l'Idf dovrebbe ritirarsi completamente. E ha promesso: "riporteremo a casa tutti (gli ostaggi) e raggiungeremo tutti gli obiettivi elencati". Quindi ha ringraziato Biden e Trump.

"Apprezzo la decisione del presidente Donald Trump di rimuovere tutte le restrizioni rimanenti sull'approvvigionamento di armi e munizioni essenziali per Israele. Se dovremo riprendere i combattimenti, lo faremo in modi nuovi e con una grande forza", ha precisato Netanyahu.

"Mia moglie Sara - ha aggiunto - investe tutto il suo cuore e la sua anima nella preoccupazione per le famiglie e per il ritorno degli ostaggi, e si impegna per loro sia in Israele che all'estero. So che questa preoccupazione è condivisa da tutte le famiglie in Israele. Fino ad oggi, abbiamo riportato a casa 157 dei nostri ostaggi, di cui 117 sono vivi. Con l'accordo appena approvato, riavremo a casa altri 33 dei nostri fratelli e sorelle, la maggior parte dei quali vivi".

"Abbiamo stabilito che i terroristi che hanno ucciso non saranno rilasciati in Giudea e Samaria (Cisgiordania), saranno espulsi nella Striscia di Gaza o all'estero, e abbiamo deciso durante la riunione di gabinetto anche un significativo rinforzo delle nostre forze lì per proteggere i nostri cittadini", ha affermato Netanyahu in conferenza stampa.

"Ora, cosa ha causato il cambiamento nella posizione di Hamas? Prima di tutto, i colpi dolorosi inferti dai nostri combattenti eroici. In secondo luogo, la nostra politica di colpire i nostri nemici su sette fronti con una forza che non avevano mai visto prima. Abbiamo eliminato Sinwar, Deif e Haniyeh. Abbiamo eliminato Nasrallah e tutta la dirigenza di Hezbollah. Abbiamo distrutto la maggior parte delle armi dell'esercito siriano, colpito i Houthi in Yemen, e agito contro l'Iran. Abbiamo infatti colpito duramente tutti questi gruppi, cioè abbiamo inflitto gravi danni all'intero asse iraniano, e ancora non è finita", ha detto ancora il premier israeliano.

"Come vi avevo promesso, abbiamo cambiato il volto del Medio Oriente. E come risultato di tutto questo, Hamas è rimasto sconfitto e isolato nella guerra. Proprio così sono state create le condizioni per un cambiamento nella sua posizione e per il rilascio degli ostaggi. Oggi Hamas accetta ciò che prima non avrebbe mai accettato", ha aggiunto.

19:59
19:59
«Siamo sicuri che le parti siano impegnate a rispettare l'accordo di cessate il fuoco»

Il portavoce del ministero degli esteri di Doha, Majed Al-Ansari, ha dichiarato al canale Al-Arabi che «siamo sicuri che le parti siano impegnate a rispettare l'accordo di cessate il fuoco». E ha osservato: «sappiamo dai tentativi precedenti che il processo di scambio di prigionieri non è semplice. Invito a non fare riferimento a dichiarazioni politiche in questo momento». Secondo lui «finora non vi è stata alcuna violazione dell'accordo».

Anche l'Egitto «invita anche la comunità internazionale, in particolare gli Stati Uniti, a sostenere e consolidare l'accordo e la stabilizzazione permanente del cessate il fuoco» e la «esorta a fornire tutti gli aiuti umanitari al popolo palestinese e a elaborare un piano urgente per ricostruire Gaza»: è quanto si afferma nel comunicato diffuso al Cairo in cui l'Egitto annuncia che Israele rilascerà più di 1'890 prigionieri palestinesi in cambio di 33 ostaggi israeliani nella prima fase della tregua.

«L'Egitto sottolinea l'importanza di accelerare l'elaborazione di una tabella di marcia per ristabilire la fiducia tra le due parti in vista del loro ritorno al tavolo dei negoziati e di adottare le misure necessarie per risolvere la questione palestinese nel quadro della soluzione a due Stati, in conformità con le risoluzioni della legittimità internazionale e con la creazione di uno Stato palestinese indipendente sui confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale», si afferma fra l'altro nel comunicato.

19:55
19:55
Marcia pro-palestinese a Londra alla vigilia della tregua a Gaza

Migliaia di manifestanti pro-palestinesi si sono riuniti nel centro di Londra oggi, alla vigilia dell'entrata in vigore della tregua tra Israele e Hamas, sperando in qualcosa di più di un «cessate il fuoco temporaneo».

La marcia prevista si è trasformata in un raduno su Whitehall, il viale principale del quartiere governativo, dopo che la polizia ha respinto il percorso proposto dalla Palestine Solidarity Campaign, che passava troppo vicino a una sinagoga.

La polizia, presente in massa, ha annunciato su X che nel tardo pomeriggio aveva arrestato «tra i 20 e i 30 manifestanti» che avevano lasciato il perimetro autorizzato, dopo aver già effettuato altri 7 arresti in precedenza.

I partecipanti reggevano cartelli con le scritte «Basta armare Israele» e «Gaza, stop al massacro».

18:28
18:28
Oltre 200 mila rifugiati sono rientrati in Siria dalla caduta di Assad

Oltre 200 mila rifugiati sono rientrati in Siria dopo la caduta di Bashar al-Assad all'inizio di dicembre, secondo quanto riferisce l'Onu alla vigilia della visita in Siria dell'Alto Commissario per i rifugiati, Filippo Grandi. Tra l'8 dicembre 2024 e il 16 gennaio 2025, circa 195.200 siriani hanno fatto ritorno nel loro Paese, secondo il tabellone dell'Unhcr pubblicato da Grandi su X.

"Presto visiterò la Siria e i Paesi limitrofi, mentre l'Unhcr intensifica il suo sostegno ai rimpatriati e alle comunità ospitanti", ha scritto. Centinaia di migliaia di siriani sono fuggiti dai bombardamenti israeliani in Libano e sono tornati nel loro Paese prima che una coalizione guidata dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts) costringesse Assad a fuggire, 13 anni dopo che la sanguinosa repressione delle manifestazioni anti-governative ha scatenato una guerra che ha causato più di 500'000 morti.

Dal 2011, milioni di siriani sono fuggiti dalla guerra civile e dalla crisi economica e umanitaria per trovare rifugio nei Paesi vicini e oltre. La vicina Turchia, che condivide con la Siria un confine di oltre 900 km, ospita ancora circa 2,9 milioni di siriani fuggiti dal 2011.

17:42
17:42
«Israele libererà 1890 palestinesi nella prima fase»

L'Egitto, che ha fatto da mediatore nei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza, ha dichiarato che Israele rilascerà più di 1'890 prigionieri palestinesi in cambio di 33 ostaggi israeliani nella prima fase di una tregua a Gaza.

Il ministero degli Esteri ha dichiarato che i prigionieri saranno liberati durante la prima fase di 42 giorni del cessate il fuoco, che inizierà domenica alle 7'30 ora svizzera.

Il ministero della difesa israeliano ha annunciato che, come richiesto dal governo, a partire da questa sera saranno consegnati avvisi personali alle famiglie delle vittime di attentati, per informarle che i terroristi coinvolti nell'omicidio dei loro cari dovrebbero essere rilasciati come parte del quadro di rilascio degli ostaggi approvato dal governo dello Stato ebraico.

Gli avvisi saranno consegnati ai genitori, ai coniugi o ai rappresentanti della famiglia attraverso l'Istituto nazionale di assicurazione, le Forze di difesa israeliane (Idf), la polizia di Israele e altre agenzie di sicurezza. Il ministero della Difesa coordinerà questa attività e il personale di riabilitazione professionale accompagnerà le famiglie durante questo periodo.

«Siamo vicini alle famiglie in lutto in questo momento complesso», si legge nella nota. Le famiglie possono ricorrere contro la liberazione di chi ha ucciso i loro cari.

Intanto, con un comunicato, l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu rende noto che «non proseguiremo con il piano finché non riceveremo l'elenco degli ostaggi che saranno liberati, come concordato. Israele non tollererà violazioni dell'accordo. La responsabilità esclusiva è di Hamas». Nonostante diversi rumors, Hamas non ha ancora consegnato i nomi delle tre donne che saranno rilasciate domani.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu farà una dichiarazione ai media questa sera, precisa ancora il suo ufficio.

Dal canto suo, Il partito Otzma Yehudit ha annunciato che domani mattina presto, in seguito all'accordo che entrerà in vigore, i suoi ministri presenteranno le dimissioni dal governo e dalla coalizione. Di conseguenza, il ministro della Sicurezza Itamar Ben-Gvir, il ministro per il Negev e la Galilea Yitzhak Wasserlauf, il ministro per il Patrimonio Amihai Eliyahu, nonché i presidenti delle commissioni Limor Son Har-Melech e Tzvika Fogel lasceranno i loro incarichi.

Il ministro di ultradestra israeliana Bezalel Smotrich ha invece ribadito di essere «risolutamente contrario all'accordo sugli ostaggi». Tuttavia, ha osservato di aver ottenuto dal governo «l'impegno a cambiare completamente il metodo di guerra per arrivare ad una decisione completa, attraverso la graduale presa del controllo dell'intera Striscia di Gaza». Smotrich non ha quindi annunciato le dimissioni dal governo.

«Abbiamo insistito e abbiamo potuto garantire, tramite una decisione del governo, nel gabinetto e in altri modi, che la guerra non sarebbe finita in alcun modo senza raggiungere i suoi obiettivi completi», ha dichiarato.

Il ministero della Difesa israeliano ha annunciato che, come richiesto dal governo, a partire da questa sera saranno consegnati avvisi personali alle famiglie delle vittime di attentati, per informarle che i terroristi coinvolti nell'omicidio dei loro cari dovrebbero essere rilasciati come parte del quadro di rilascio degli ostaggi approvato dal governo. Gli avvisi saranno consegnati ai genitori, ai coniugi o ai rappresentanti della famiglia attraverso l'Istituto nazionale di assicurazione, l'Idf, la polizia di Israele e altre agenzie di sicurezza. Il ministero della Difesa coordinerà questa attività e il personale di riabilitazione professionale accompagnerà le famiglie durante questo periodo.

«Siamo vicini alle famiglie in lutto in questo momento complesso», si legge nella nota. Le famiglie possono ricorrere contro la liberazione di chi ha ucciso i loro cari.

Nel frattempo, il presidente libanese, Joseph Aoun, durante un incontro a Beirut con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato che l'esercito israeliano deve ritirarsi dal sud del Libano «entro la scadenza» fissata dall'accordo di cessate il fuoco che ha posto fine alla guerra tra Hezbollah e Israele, ovvero entro il 26 gennaio.

L'accordo prevede che l'esercito libanese si schieri a fianco dei Caschi Blu nel sud del Libano, da cui l'esercito israeliano deve ritirarsi entro un periodo di 60 giorni. Allo stesso tempo, Hezbollah dovrà ritirare le sue forze a nord del fiume Litani, a circa 30 chilometri dal confine, e smantellare qualsiasi infrastruttura militare rimasta nel sud del Paese. Tuttavia, questo processo non è ancora stato completato.

Il neo presidente libanese, eletto il 9 gennaio, ha denunciato «le continue violazioni israeliane sul terreno», deplorando in particolare «la distruzione delle case e dei villaggi di confine, che vanno contro l'accordo». «Con il ritiro delle forze israeliane e la presenza dell'esercito libanese in tutto il territorio, sarà possibile aprire un nuovo capitolo di pace», ha dichiarato da parte sua Guterres dopo l'incontro. Il segretario generale dell'Onu, che ha visitato le forze di pace schierate al confine con Israele nel sud, ha affermato che «la cessazione delle ostilità è fragile, ma sta tenendo duro». Quindi ha ribadito che «ora è essenziale assistere al ritiro delle forze di difesa israeliane entro i tempi concordati».

16:24
16:24
«50 camion di carburante al giorno a Gaza durante la tregua»

Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty ha affermato che 50 camion di carburante al giorno sono pronti a entrare nella Striscia di Gaza durante il cessate il fuoco tra Israele e Hamas.

Abdelatty - il cui Paese ha mediato l'accordo con il Qatar e gli Stati Uniti - ha affermato che prevede «l'ingresso di 600 camion al giorno nella Striscia, inclusi 50 camion di carburante».

Centinaia di camion si sono schierati sul lato egiziano del valico di Rafah, in precedenza un punto di ingresso vitale per gli aiuti che è stato chiuso da maggio, quando le forze israeliane hanno preso il controllo del lato palestinese. In una conferenza stampa congiunta con la sua controparte nigeriana, Abdelatty ha detto «speriamo che 300 camion vadano a nord della Striscia di Gaza», dove migliaia di persone sono intrappolate in quelle che le agenzie umanitarie definiscono condizioni apocalittiche. Gli operatori umanitari hanno messo in guardia dalle sfide monumentali che potrebbero ostacolare le operazioni di aiuto, tra cui la distruzione delle infrastrutture.

15:50
15:50
Israele consente alla polizia di Hamas di operare durante la tregua

In base al protocollo di sicurezza concordato come parte dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza, Israele consentirà alla polizia di Hamas di operare con le sue uniformi blu ufficiali all'interno di aree designate della Striscia di Gaza, una volta che il cessate il fuoco entrerà in vigore.

Lo scrive la BBC citando un alto funzionario palestinese coinvolto nei negoziati di Doha.

Secondo il funzionario, la polizia di Hamas gestirà lo spostamento degli sfollati dal sud di Gaza al nord, evitando di avvicinarsi alle forze israeliane che manterranno una presenza di sicurezza lungo i confini orientali e settentrionali della Striscia.

È stato inoltre concordato - scrive ancora la BBC - che il personale di polizia di Hamas si asterrà dal portare armi, tranne quando assolutamente necessario, con Qatar ed Egitto che medieranno tra le due parti per prevenire potenziali conflitti.

14:37
14:37
«25 dei 33 ostaggi destinati a essere rilasciati nella prima fase dell'accordo sono ancora vivi»

Fonti dell'establishment sicurezza israeliana stimano che «25 dei 33 ostaggi destinati ad essere rilasciati nella prima fase dell'accordo siano ancora vivi». Lo riferisce la Radio dell'esercito.

14:30
14:30
Erdogan: «Israele non ha spezzato la resistenza a Gaza»

«Nonostante 467 giorni di genocidio e massacri, Israele non è riuscito a spezzare la volontà di resistenza dei nostri fratelli e sorelle a Gaza»: lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, citato dall'agenzia Anadolu.

12:42
12:42
Hamas: «Israele ha mancato suoi obiettivi aggressivi a Gaza»

Israele «non ha raggiunto i suoi obiettivi aggressivi» a Gaza: lo afferma Hamas alla luce dell'accordo di tregua.

Hamas ha affermato che il meccanismo di rilascio degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza dipenderà dal numero di prigionieri palestinesi che Israele libererà, riportano i media internazionali.

In una dichiarazione, Hamas ha affermato che l'elenco dei prigionieri palestinesi da rilasciare sarà pubblicato un giorno prima dello scambio, in base ai termini dell'accordo di cessate il fuoco raggiunto con Israele mercoledì.

10:35
10:35
L'IDF conferma il cessate il fuoco da domani alle 8.30

L'esercito israeliano (IDF) ha confermato che il cessate il fuoco a Gaza entrerà in vigore domani alle 08.30.

«L'IDF si sta preparando ad attuare l'accordo per la restituzione degli ostaggi approvato dai vertici politici nella notte di sabato - si legge in u comunicato pubblicato su Telegram -. L'accordo entrerà in vigore domenica 19 gennaio alle 08:30 e, come parte di esso, le truppe dell'IDF attueranno le procedure operative sul campo in conformità con gli accordi stabiliti».

«L'IDF si sta preparando ad accogliere gli ostaggi dopo la loro liberazione dalla prigionia di Hamas e sta operando per fornire un adeguato supporto fisico e psicologico, con un'attenta cura di ogni dettaglio - prosegue la nota -. Oltre all'accordo e al nostro impegno per riportare a casa tutti gli ostaggi, l'IDF continuerà a operare per garantire la sicurezza di tutti i cittadini israeliani, in particolare quelli delle comunità vicine alla Striscia di Gaza».

08:54
08:54
«Il cessate il fuoco a Gaza da domani alle 8.30»

Il cessate il fuoco a Gaza inizierà domenica alle 8.30 ora locale (le 7.30 in Svizzera): lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, come riporta Al Jazeera. «Consigliamo ai nostri fratelli di rimanere cauti, di esercitare la massima attenzione e di attendere istruzioni da fonti ufficiali», ha scritto il portavoce Majed al-Ansari in un post su X in arabo.

08:15
08:15
Il punto alle 8

Il governo israeliano ha approvato l'accordo con Hamas sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi siglato durante la notte tra giovedì e venerdì a Doha. L'accordo entrerà in vigore domenica 19 gennaio. Lo ha comunicato l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu.

Israele rilascerà 737 prigionieri palestinesi in cambio dei primi ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, nella prima fase dell'accordo di tregua nella Striscia di Gaza, ha annunciato il Ministero della Giustizia israeliano.

Tra i prigionieri che saranno rilasciati c'è anche Zakaria Zubeidi, responsabile di diversi attacchi contro civili israeliani ed ex leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, braccio armato del partito Fatah, evaso da una prigione israeliana nel 2021.

Nella lista del ministero israeliano ci sono uomini, donne e bambini che, secondo quanto affermato, non saranno rilasciati prima di domenica alle 16:00 ora locale. In precedenza aveva pubblicato un elenco di 95 prigionieri palestinesi, in maggioranza donne, da liberare in cambio di prigionieri israeliani a Gaza.

Tra coloro che figurano nell'elenco ampliato c'è Zakaria Zubeidi, capo dell'ala armata del partito Fatah del presidente palestinese Mahmud Abbas. Zubeidi è fuggito dalla prigione israeliana di Gilboa con altri cinque palestinesi nel 2021, innescando una caccia all'uomo durata giorni, ed è lodato dai palestinesi come un eroe.

Anche Khalida Jarar, una parlamentare palestinese di sinistra che Israele ha arrestato e imprigionato in diverse occasioni, sarà liberata. Jarar è membro di spicco del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, gruppo ritenuto «organizzazione terroristica» da Israele, dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea. Arrestata a fine dicembre in Cisgiordania, è stato trattenuta da allora senza accusa.

Due fonti vicine ad Hamas hanno detto all'AFP che il primo gruppo di ostaggi a essere rilasciato è composto da tre donne soldato israeliane. Tuttavia, poiché il movimento islamista palestinese considera soldato qualsiasi israeliano in età militare che abbia completato il servizio obbligatorio, il riferimento potrebbe applicarsi anche ai civili rapiti durante l'attacco che ha innescato la guerra. I primi tre nomi su una lista ottenuta dall'AFP dei 33 ostaggi destinati a essere rilasciati nella prima fase sono donne sotto i 30 anni che non erano in servizio militare il giorno dell'attacco di Hamas.

La portavoce del ministero della Giustizia Noga Katz ha affermato che il numero finale di prigionieri da rilasciare nel primo scambio dipenderà dal numero di ostaggi vivi rilasciati da Hamas.