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Netanyahu: «A Gaza educano i figli con il Mein Kampf»

Il premier israeliano: «Se non distruggiamo Hamas, il prossimo massacro è solo questione di tempo»– Sempre più Paesi sospendono fondi all'UNRWA, Israele promette che alla fine della guerra l'Agenzia delle Nazioni Unite non sarà più a Gaza – NYT: «USA, Israele e Arabia Saudita cercano soluzioni per «porre fine alla guerra a Gaza» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Netanyahu: «A Gaza educano i figli con il Mein Kampf»
Red. Online
27.01.2024 08:22
22:30
22:30
Un missile americano ha distrutto un drone appartenente ai ribelli Houthi

Il canale televisivo saudita Al-Hadt ha riferito che un missile americano ha distrutto un drone appartenente ai ribelli Houthi vicino allo stretto di Bab al-Mandab al largo delle coste dello Yemen.

Un membro dell'ufficio politico dei ribelli Houthi, Muhammad al-Bahiti, ha annunciato che «le operazioni militari contro Israele continueranno finché non cesserà l'aggressione a Gaza». Lo scrive Ynet.

22:13
22:13
UNRWA: «Un piccolo gruppo di dipendenti accusato, e voi sospendete i fondi»

«Nove Paesi ad oggi hanno temporaneamente sospeso i loro finanziamenti all'UNRWA. Queste decisioni minacciano il nostro lavoro umanitario in tutta la regione, inclusa e soprattutto nella Striscia di Gaza. È scioccante vedere una sospensione dei fondi in reazione alle accuse contro un piccolo gruppo di dipendenti, soprattutto considerando l'azione immediata intrapresa dall'UNRWA risolvendo i loro contratti e chiedendo un'indagine trasparente e indipendente». Così in una nota il commissario generale dell'agenzia Philippe Lazzarini.

Tra i Paesi che hanno annunciato la sospensione dei finanziamenti all'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), si è aggiunta questa sera la Germania. Berlino li ha sospesi finché la questione del possibile coinvolgimento di alcuni dei suoi dipendenti nell'attacco del 7 ottobre non sarà risolta.

«Finché questo non sarà chiarito, la Germania, in accordo con gli altri Paesi donatori, non darà temporaneamente la sua approvazione per nuove risorse per l'UNRWA a Gaza», hanno annunciato i ministeri degli Esteri e dello Sviluppo, precisando che «per il momento non vi è alcun impegno pendente». «Esorto i Paesi che hanno sospeso i loro finanziamenti a riconsiderare le loro decisioni prima che l'UNRWA sia costretta a sospendere la sua risposta umanitaria. La vita delle persone a Gaza dipende da questo sostegno e così anche la stabilità regionale», ha chiesto Lazzarini nella nota.

«L'Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di supervisione interna (Oios), la massima autorità investigativa nel sistema delle Nazioni Unite, è già stato investito di questa questione molto grave», ha affermato Lazzarini nella nota. «L'UNRWA è la principale agenzia umanitaria a Gaza, da cui dipendono oltre 2 milioni di persone per la loro mera sopravvivenza. Molti soffrono la fame mentre il tempo stringe verso una carestia incombente. L'agenzia gestisce rifugi per oltre 1 milione di persone e fornisce cibo e assistenza sanitaria di base anche al culmine delle ostilità».

«Nella sua sentenza di ieri, la Corte internazionale di giustizia ha ordinato che Israele deve adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura dei servizi di base e dell'assistenza umanitaria urgentemente necessari per affrontare le condizioni di vita avverse affrontate dai palestinesi nella Striscia di Gaza», ha poi ricordato Lazzarini. «L'unico modo per farlo è attraverso la cooperazione con i partner internazionali, in particolare l'UNRWA il più grande attore umanitario a Gaza» e «sarebbe estremamente irresponsabile sanzionare un'agenzia e un'intera comunità a causa di accuse di atti criminali contro alcuni individui, soprattutto in un momento di guerra, sfollamento e crisi politica nella regione».

«Nel frattempo, un'indagine dell'Oios sulle atroci accuse stabilirà i fatti. Inoltre, come ho annunciato il 17 gennaio, una revisione indipendente da parte di esperti esterni aiuterà l'UNRWA a rafforzare il proprio quadro per la stretta aderenza di tutto il personale ai principi umanitari», ha evidenziato il commissario.

«Lazzarini, per favore dimettiti». Lo scrive su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz rispondendo alla dichiarazione del commissario generale dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, che ha definito «scioccanti» le decisioni di alcuni Paesi di sospendere i fondi per l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.

Intanto, l'ufficio stampa di Hamas ha reso noto che un giornalista ha perso la vita oggi a Gaza, portando il numero dei reporter morti durante il conflitto nella Striscia a 120. Lo scrive Al Jazeera. «Il numero dei giornalisti martiri è salito a 120 giornalisti dall'inizio della guerra genocida nella Striscia di Gaza», ha affermato l'ufficio stampa di Hamas in una nota. Al Jazeera precisa che il giornalista si chiamava Iyad Ahmed al-Rawag, ed era «conduttore televisivo e presentatore del programma su Sawt Al-Aqsa Radio, morto in un attacco israeliano al campo profughi di Nuseirat nel centro di Gaza».

21:38
21:38
La polizia disperde i manifestanti a Tel Aviv

Circa 200 manifestanti si sono scontrati con le forze di polizia durante una manifestazione contro il governo in Kaplan Street, a Tel Aviv. Lo riporta Haaretz.

La polizia ha allontanato con la forza i manifestanti che hanno tentato più volte di bloccare la strada e alcuni di loro sono stati arrestati. Inoltre, la polizia ha confiscato i cartelli dei manifestanti e altri oggetti.

20:45
20:45
Israele attacca l'UNRWA e promette che alla fine della guerra l'Agenzia delle Nazioni Unite non sarà più a Gaza

Israele attacca l'UNRWA e promette che alla fine della guerra l'Agenzia delle Nazioni Unite non sarà più a Gaza.

La tempesta che si è abbattuta sull'organizzazione dell'Onu per i rifugiati palestinesi - costretta a licenziare 12 suoi dipendenti nella Striscia per un sospetto coinvolgimento nel massacro del 7 ottobre - si sta allargando sempre di più.

Dopo gli Usa, anche altri Paesi - dall'Italia al Canada, Gran Bretagna, Finlandia, Australia e Olanda - hanno deciso di congelare i propri finanziamenti all'Unrwa, le cui risorse per le sue strutture a Gaza sono già da tempo traballanti. Una decisione che non è piaciuta a Hamas.

Dal canto suo, la Svizzera ha annunciato oggi che non prenderà alcuna decisione in merito al pagamento degli aiuti all'Unrwa fino a quando non sarà chiarita la questione del possibile coinvolgimento di alcuni suoi dipendenti nell'attacco del 7 ottobre.

«Israele - ha detto il ministro degli Esteri Israel Katz - lavorerà per ottenere il sostegno bipartisan negli Usa, nell'Ue e in altre nazioni a livello globale a favore di una politica volta a fermare le attività dell'Unrwa a Gaza». E, per questo, ha chiesto che l'Onu «assuma azioni immediate contro la leadership dell'Unrwa». «Per anni - ha spiegato Katz - abbiamo messo in guardia: l'Agenzia perpetua il tema dei rifugiati, ostacola la pace e serve come braccio civile di Hamas a Gaza. L'Unrwa è parte del problema».

Hamas ha replicato invitando le Nazioni Unite a «non cedere alle minacce e ai ricatti di questa entità nazista canaglia». E ha poi attaccato anche la stessa Unrwa per aver licenziato i 12 dipendenti «sulla base di informazioni provenienti dal nemico sionista» e per aver descritto «la resistenza del popolo palestinese come terrorismo».

«Non è compito dell'Unrwa - ha insistito Hamas - annunciare posizioni politiche sul conflitto» ma piuttosto «difendere il diritto dei rifugiati che rappresenta». A contrastare le decisione di congelare i fondi all'Unrwa, è stato anche l'Olp. «Una scelta - ha ammonito il segretario generale Hussein al Sheikh - che comporta un rischio politico. Invito questi Stati a ritirare subito la decisione».

Tuttavia, lo stop ai fondi per l'Unrwa non significa la fine dell'aiuto ai palestinesi. «Siamo impegnati nell'assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, tutelando la sicurezza di Israele», ha spiegato il ministro degli affari esteri italiano Antonio Tajani annunciando la decisione del governo. Lo scorso dicembre, infatti, l'Italia ha stanziato 10 milioni di euro per aiutare la popolazione civile palestinese attraverso altre agenzie Onu, come la Fao e il Pam, o tramite la Mezzaluna rossa.

In Israele si sta infittendo sempre più la protesta contro il governo di Benyamin Netanyahu di cui si chiedono le dimissioni con l'accusa di non fare tutto il necessario per gli oltre 130 ostaggi ancora a Gaza e di non prendere in considerazione, per questo risultato, un possibile cessate il fuoco. Accusa respinta dal premier che ha invece insistito sulla pressione militare sulla Striscia come soluzione per riportare a casa i rapiti nella strategia complessiva di eliminare Hamas.

«Questo è il Mein Kampf di Hitler in arabo - ha detto in tv mostrando il volume nel Giorno della Memoria -. E' stato trovato a Gaza: così educano i loro figli». Ed è tornato ad attaccare la Corte dell'Aja per non aver archiviato il caso delle accuse a Israele di possibile genocidio (sulle cui decisioni è previsto mercoledì prossimo un Consiglio di sicurezza dell'Onu). «A nome dei nuovi nazisti, il Sudafrica ha presentato l'accusa e non li hanno scaraventati dalle scale», ha tuonato. Infine ha negato un raffreddamento politico con l'Egitto confermando invece le sue accuse al Qatar per Hamas, pur riconoscendo gli sforzi di Doha sugli ostaggi.

Nel 113esimo giorno di guerra Israele intanto continua a martellare Khan Yunis, la roccaforte di Hamas nel sud della Striscia dove sono intensi i combattimenti, anche «ravvicinati», tra commando israeliani e miliziani della fazione islamica. Nell'ultima settimana - secondo il portavoce militare - sono stati oltre «100 i terroristi uccisi». Secondo il Nyt, Usa, Paesi arabi e lo stesso Israele stanno lavorando «ad un piano che prevede il rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco, la revisione dell'Autorità Palestinese, e la normalizzazione dei rapporti fra Arabia Saudita con Israele in cambio della creazione di uno Stato palestinese».

20:37
20:37
L'Italia ha stanziato 10 milioni di aiuti per la popolazione di Gaza

L'Italia, tramite il ministero degli Esteri, ha varato, a dicembre 2023, lo stanziamento di 10 milioni di euro per aiutare la popolazione civile palestinese nel corso dell'attuale crisi umanitaria a Gaza.

I fondi decisi, a quanto si apprende, sono stati destinati alle attività della Fao (4 milioni di euro), del Pam (1,5 milioni di euro), dell'Oms (1,5 milioni di euro), del Comitato Internazionale della Croce Rossa (1 milione di euro) e del Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (2 milioni di euro).

Il contributo italiano ha così risposto agli appelli umanitari pubblicati dai suddetti organismi internazionali, che affrontavano la necessità di fornire beni alimentari alla popolazione, permettere la continuazione dell'attività agricola e di allevamento, garantire l'accesso all'assistenza sanitaria e a cure mediche urgenti, sostenere le attività di attori locali quali la Mezzaluna rossa egiziana e palestinese, in prima linea nel fornire assistenza umanitaria alla popolazione civile.

L'assistenza italiana ai civili palestinesi verrà indirizzata anche alle operazioni di evacuazione da Gaza e poi assistenza medica in Italia di bambini e giovani che già nelle prossime ore potrebbero passare in Egitto per poi essere trasferiti in alcuni ospedali italiani.

20:36
20:36
Netanyahu: «'Senza aiuti umanitari minimi, non potremo completare la nostra operazione»

''Senza aiuti umanitari minimi, non potremo completare la nostra operazione, non potremo giungere alla fine della guerra a Gaza e al raggiungimento dei nostri obiettivi'': lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu in risposta alla domanda di un giornalista relativa alle proteste dei familiari degli ostaggi israeliani che negli ultimi giorni hanno bloccato camion di aiuti diretti a Gaza.

''Comprendo i sentimenti delle famiglie - ha aggiunto Netanyahu - ma abbiamo una necessità bellica di consentire forniture minime. Questa è la nostra politica''.

Dal canto suo il consigliere del presidente palestinese, Mahmoud Al-Habbash, ha dichiarato, secondo una serie di tweet di AlQahera News, che «Israele ha preso di mira l'Unrwa per molti anni come parte del suo tentativo di liquidare la questione dei rifugiati». Al-Habbash ha aggiunto che «il Consiglio di Sicurezza dell'Onu è l'unico che può costringere Israele a cessare il fuoco e a contrastare i tentativi israeliani di liquidare la causa palestinese».

19:50
19:50
In corteo a Madrid per il cessate il fuoco a Gaza

Alcune migliaia di persone provenienti da 20 città spagnole hanno manifestato nelle strade del centro di Madrid, in una protesta convocata dall'Assemblea unitaria di Madrid con Palestina per reclamare un cessate il fuoco permanente a Gaza e il ritiro dell'esercito di occupazione di Israele.

Al grido di «non è una guerra, è un genocidio» hanno percorso il tragitto dalla stazione di Atocha, lungo il Paseo de Recolectos e del Prado, fino a Plaza de Espana, sventolando bandiere della Palestina, del Partito comunista spagnolo o dei partiti della sinistra radicale Sumar e Podemos.

Durante la marcia, l'ex ministra di Podemos, Irene Montero ha definito «una decisione storica» il pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia, il tribunale delle Nazioni Unite, che esige a Israele di adottare misure per evitare «atti di genocidio» a Gaza. Per cui, secondo Montero, «né il premier Sanchez né il suo governo possono volgere lo sguardo altrove come hanno fatto finora».

19:49
19:49
L'ospedale galleggiante torna in Francia

La nave francese «Dixmode», ancorata nel porto egiziano di Al-Arish, tornerà in Francia oggi, dopo due mesi di lavoro come ospedale galleggiante.

Il Maggiore Generale Dr. Muhammad Abdel Fadil Choucha, governatore del Nord Sinai, ha rivelato che la «Dixmode» ha ricevuto, dal suo arrivo il 27 novembre, 700 palestinesi feriti, soprattutto bambini.

L'équipe medica della nave li ha curati ed effettuato interventi medici. Secondo quanto dichiarato all'agenzia di stampa italiana ANSA dal portavoce ufficiale del governatorato, il governatore Muhammad Salim ha ringraziato il capitano della nave e il personale medico operante a bordo, elogiando il ruolo svolto dalla nave.

19:41
19:41
Netanyahu: «A Gaza educano i figli con il Mein Kampf»

«Questo è il Mein Kampf di Hitler in arabo. È stato trovato a Gaza: così educano i loro figli. Dopo che avremo distrutto Hamas non ci sarà più a Gaza chi educa così i propri figli». Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu mostrando in tv il testo trovato dai soldati nella Striscia.

«Niente di più assurdo dunque che alla vigilia del Giorno della Memoria ci abbiano accusato all'Aja di essere responsabili di genocidio. A nome dei nuovi nazisti, il Sudafrica ha presentato l'accusa e non li hanno scaraventati dalle scale». «Se non distruggiamo Hamas - ha aggiunto - il prossimo massacro è solo questione di tempo».

Intanto, manifestanti di diversi gruppi e organizzazioni si stanno riunendo in piazza Habima a Tel Aviv per le proteste contro il Governo previste per la serata, come riferiscono i siti israeliani. I manifestanti hanno alzato cartelli che denunciano il fallimento del Governo il 7 ottobre e chiedono le dimissioni del primo ministro Benyamin Netanyahu.

Tra loro ci sono membri del Fronte Rosa, un gruppo di protesta anti-Netanyahu formatosi nel 2020. Tra gli altri gruppi alcune organizzazioni pacifiste che chiedono un cessate il fuoco immediato a Gaza e la fine della presenza militare di Israele in Cisgiordania. In piazza il gruppo Looking the Occupation in the Eyes (Guardare l'occupazione negli occhi) con lo slogan : «il giorno dopo è adesso», riferendosi alla necessità di decidere sul futuro di Gaza. In piazza Habima ci sono anche i familiari degli ostaggi. Altri parenti hanno manifestato oggi davanti alla casa del primo ministro a Cesarea.

18:06
18:06
«USA, Israele e Arabia Saudita cercano soluzioni per «porre fine alla guerra a Gaza»

«Il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco, la revisione dell'Autorità Palestinese e la normalizzazione dei rapporti fra Arabia Saudita con Israele in cambio della creazione di uno Stato palestinese». Sono le «tre condizioni a cui stanno lavorando alti funzionari di almeno 10 diverse amministrazioni, guidati dagli Stati Uniti e che comprendono Israele e alcuni Paesi arabi», secondo quanto scrive il New York Times, precisando che questo gruppo di funzionari e diplomatici stanno cercando di trovare «soluzioni» per «porre fine alla guerra a Gaza», ma soprattutto «rispondere alla domanda su come sarà governato il territorio una volta cessati i combattimenti».

L'obiettivo sarebbe quello di «instaurare un governo stabile nella Striscia dopo il conflitto», e questo comporterebbe un «rimodellamento dell'Autorità Palestinese», ma in questo contesto «non è chiaro come Hamas possa essere persuaso a farsi da parte».

Il New York Times sottolinea che nei colloqui dei funzionari emerge l'ipotesi «del trasferimento del potere all'interno dell'Autorità Palestinese dal presidente in carica, Abu Mazen ad un nuovo primo ministro, lasciando al contempo al presidente in carica un ruolo cerimoniale». Il tutto andrebbe di pari passi con «l'invio di una forza araba di mantenimento della pace a Gaza per sostenere la nuova amministrazione palestinese».

Tra le ipotesi emerse - continua il quotidiano americano - c'è quella che Abu Mazen venga sostituito «da Salam Fayyad, un professore di Princeton accreditato di aver modernizzato l'Autorità durante un periodo come primo ministro dieci anni fa, o da Nasser al-Kidwa, un ex inviato palestinese alle Nazioni Unite che ha rotto con Abu Mazen tre anni fa». Ma i diplomatici dicono che l'attuale presidente palestinese «stia spingendo per un candidato su cui avere maggiore influenza, come Mohammad Mustafa, il suo consigliere economico di lunga data».

Intanto decine di persone, inclusi membri delle famiglie degli ostaggi di Hamas a Gaza, stanno protestando davanti la residenza privata del premier Benyamin Netanyahu a Cesarea, non lontano da Tel Aviv.

Lo hanno riferito i media locali secondo cui i manifestanti innalzano foto degli oltre 130 ostaggi pronunciando i loro nomi e chiedendo che il governo «li riporti a casa subito». Altre manifestazioni sono previste questa sera a Tel Aviv.

16:49
16:49
Hamas contro l'UNRWA: «Licenziamenti su indicazioni sioniste»

Hamas ha condannato la decisione dell'UNRWA di licenziare 12 suoi dipendenti «sulla base di informazioni provenienti dal nemico sionista» e ne ha chiesto la revoca. In una nuova dichiarazione su Telegram ha attaccato l'Agenzia dell'ONU per aver «descritto la resistenza del popolo palestinese come terrorismo».

«Non è compito dell'UNRWA annunciare posizioni politiche sul conflitto» ma piuttosto - ha aggiunto - «difendere il diritto dei rifugiati che rappresenta».

«Il diritto di protezione e di resistenza all'occupazione - ha concluso - con ogni mezzo possibile».

16:41
16:41
Il Governo yemenita chiede aiuto a USA e Riad per fermare gli Houthi

Il governo riconosciuto a livello internazionale dello Yemen ha dichiarato oggi che gli attacchi «difensivi» di Stati Uniti e Gran Bretagna contro il gruppo Houthi, sostenuto dall'Iran, non sono sufficienti e ha chiesto il sostegno di Stati Uniti e Arabia Saudita per «eliminare» la loro capacità di organizzare attacchi alle navi del Mar Rosso.

«Le operazioni difensive non sono la soluzione. La soluzione è eliminare le capacità militari degli Houthi», ha dichiarato Rashad al-Alimi, capo del consiglio presidenziale sostenuto dai sauditi, durante un briefing con i giornalisti nella capitale saudita Riad.

16:38
16:38
Stop della Finlandia ai fondi UNRWA: «Non diamo soldi a Hamas»

La Finlandia ha sospeso temporaneamente il sostegno all'organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, UNRWA, poiché alcuni dipendenti sono sospettati di aver partecipato all'attacco terroristico contro Israele da parte di Hamas il 7 ottobre. Il ministro del commercio estero finlandese Ville Tavio ha scritto su X di aver preso personalmente la decisione.

«Stiamo aspettando un'indagine indipendente e approfondita. La politica della Finlandia è che i sussidi a favore di Hamas non vengono pagati», ha dichiarato Tavio, «i soldi finlandesi non devono andare a Hamas o ad altri terroristi. Il sospetto che i dipendenti del beneficiario dell'aiuto siano coinvolti in un attacco terroristico porta alla sospensione dell'aiuto», ha affermato Tavio in un comunicato stampa.

15:48
15:48
Anche Londra sospende i fondi all'UNRWA

Il Regno Unito ha temporaneamente sospeso i futuri finanziamenti all'UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i palestinesi, affermando di essere «sconcertato dalle accuse secondo cui il personale dell'UNRWA sarebbe stato coinvolto nell'attacco del 7 ottobre contro Israele».

In una dichiarazione al Guardian il ministero degli esteri ha affermato: «Il Regno Unito è sconvolto dalle accuse secondo cui il personale dell'UNRWA sarebbe stato coinvolto nell'attacco del 7 ottobre. Stiamo temporaneamente sospendendo i finanziamenti futuri all'UNRWA, esaminiamo le accuse. Restiamo impegnati a fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza».

13:26
13:26
«A Khan Yunis uccisi 100 terroristi»

Nell'ultima settimana sono oltre «100 i terroristi» uccisi a Khan Yunis, nel sud della Striscia, dove l'esercito sta continuando a operare soprattutto nel settore occidentale della città, considerata una roccaforte di Hamas. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui i commando israeliani hanno «colpito cellule antitank, distrutto infrastrutture terroristiche e localizzato molte armi».

Le forze speciali dell'Unità «Egoz» hanno inoltre fatto irruzione «nella casa di uno degli aiutanti di Yahya Sinwar», il leader di Hamas a Gaza, dove «hanno trovato armi». Centrato anche un edificio dove - secondo la stessa fonte - erano asserragliati «dei terroristi». «Come risultato - ha proseguito - si sono verificate molte detonazioni secondarie come prova della presenza di ordigni esplosivi nell'edificio in cui i terroristi erano scappati».

12:04
12:04
Anche l'Australia sospende i finanziamenti all'UNRWA

Anche l'Australia ha sospeso i suoi finanziamenti all'UNRWA, dopo lo scandalo di una dozzina di impiegati presumibilmente coinvolti negli attacchi terroristici del 7 ottobre.

«Stiamo parlando coi nostri partner e sospenderemo temporaneamente i nostri esborsi e i recenti finanziamenti», all'agenzia ONU che supporta i profughi palestinesi, ha scritto su X la ministra degli Esteri australiana, Penny Wong, che si è detta «profondamente preoccupata per le accuse rivolte all'organizzazione.

«Salutiamo l'immediata reazione dell'UNRWA, incluso il licenziamento (dei dipendenti sospetti) e il suo recente annuncio lancio di un'inchiesta approfondita sulle accuse rivolte all'organizzazione», ha aggiunto Wong.

L'annuncio dell'Australia è stato dato poco dopo quello analogo del Canada e degli Stati Uniti.

12:03
12:03
Hamas: «Nuovo bilancio morti a Gaza sale a 26.257»

Il ministero della Sanità di Gaza, espressione di Hamas, ha aggiornato il suo bilancio dei palestinesi morti nella Strscia dal 7 ottobre a 26.257, mentre il numero dei feriti sale a 64.797. Le persone decedute nelle ultime 24 ore, secondo la medesima fonte, ammontano a 174.

11:49
11:49
«L'ONU non ceda ai ricatti di Israele sull'UNRWA»

«Chiediamo alle Nazioni Unite e alle istituzioni internazionali di non cedere alle minacce e ai ricatti di questa entità nazista canaglia, che cerca di tagliare tutte le ancora di salvezza al nostro popolo»: lo ha scritto Hamas su Telegram, sottolineando «l'importanza del ruolo di queste agenzie nel fornire soccorso al nostro popolo e nel documentare i crimini dell'occupazione, che superano i crimini più orribili conosciuti dall'umanità nella nostra era moderna».

«Condanniamo fermamente - ha proseguito Hamas - la campagna di incitamento lanciata dall'entità criminale sionista contro le istituzioni internazionali che contribuiscono ad alleviare il nostro popolo, vittima del genocidio nazista».

«Inoltre l'istigazione contro l'UNRWA - ha sottolineato la fazione islamica - ha l'obiettivo di tagliarne i finanziamenti e privare il nostro popolo del diritto ai servizi di queste agenzie internazionali».

Hamas ha quindi respinto l'accusa rivolta da Israele all'OMS di essere «collusa» con il movimento islamico palestinese e quella che chiama la «falsa affermazione sull'uso degli ospedali da parte del movimento nelle operazioni militari».

09:56
09:56
«L'ONU assuma azioni immediate contro leadership UNRWA»

«Chiediamo all'ONU di assumere azioni immediate contro la leadership dell'UNRWA». Lo ha detto il ministro degli esteri israeliano Israel Katz dopo aver ringraziato USA e Canada per la decisione di sospendere i finanziamenti all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente a causa dei legami di dodici dei suoi dipendenti con Hamas nell'attacco del 7 ottobre.

«Per anni abbiamo messo in guardia: l'UNRWA perpetua il tema dei rifugiati, ostacola la pace e serve come braccio civile di Hamas a Gaza». Katz - che si è augurato che altri paesi seguano l'esempio di USA e Canada - ha sottolineato che l'UNRWA «deve pagare un prezzo per le sue azioni. L'UNRWA non è la soluzione».

08:46
08:46
Anche il Canada sospende i fondi all'UNRWA

Il Canada ha imitato gli Stati Uniti e ha annunciato che sospenderà temporaneamente il versamento di fondi all'UNRWA, l'agenzia dell'ONU che sostiene i profughi palestinesi, dopo lo scandalo della presunta partecipazione di alcuni suoi addetti all'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre in Israele.

Lo si legge sui media canadesi e internazionali, fra cui la Canadian Broadcasting Corporation, che citano il ministro canadese allo sviluppo internazionale, Ahmed Hussen.

Il governo di Ottawa ha ordinato una «pausa temporanea» nell'erogazione dei «fondi ulteriori» all'UNRWA, ha detto Hussen, precisando che il Canada non smetterà di aiutare i civili palestinesi a Gaza.

08:39
08:39
Mercoledì vertice ONU dopo decisione dell'Aia

Il Consiglio di sicurezza dell'ONU si riunirà mercoledì per esaminare la decisione della Corte internazionale di giustizia che ha chiesto a Israele di impedire un «genocidio» a Gaza. Lo ha annunciato la presidenza francese del Consiglio.

Il vertice, che si terrà alle 17.00 ora svizzera, è stato richiesto dall'Algeria «al fine di dare effetto esecutivo alla decisione della Corte internazionale sulle misure provvisorie imposte all'occupazione israeliana», come ha annunciato il ministero degli esteri algerino.

08:23
08:23
L'esercito americano ha distrutto un missile antinave Houthi

L’esercito americano afferma di aver distrutto un missile antinave Houthi puntato nel Mar Rosso e pronto al lancio. Il missile «rappresentava una minaccia imminente per le navi mercantili e per le navi della marina statunitense nella regione», ha affermato il comando centrale americano in una dichiarazione su X.

L'attacco missilistico è avvenuto otto ore dopo che una petroliera era stata colpita e data alle fiamme al largo delle coste dello Yemen. L’attacco alla petroliera ha spinto il governo britannico a dire che la Gran Bretagna e i suoi alleati «si riservano il diritto di rispondere adeguatamente».

I ribelli Houthi dello Yemen hanno affermato che le loro forze navali hanno effettuato un'operazione contro quella che hanno descritto come la «petroliera britannica Marlin Luanda» nel Golfo di Aden. I dati di spedizione suggeriscono che la nave naviga sotto bandiera delle Isole Marshall.

Anche l’esercito americano ha confermato l'attacco, pubblicando una dichiarazione su X in cui si afferma che «i terroristi Houthi sostenuti dall’Iran hanno lanciato un missile balistico antinave dalle aree dello Yemen controllate dagli Houthi e hanno colpito la petroliera battente bandiera delle Isole Marshall».

08:22
08:22
Il punto alle 8

Almeno 26.083 palestinesi sono stati uccisi e 64.487 sono stati feriti negli attacchi israeliani a Gaza dal 7 ottobre, secondo gli ultimi dati forniti venerdì dal ministero della Sanità di Gaza. Queste cifre includono 183 palestinesi uccisi e 377 feriti nelle ultime 24 ore.

I servizi medici vitali presso la più grande struttura sanitaria funzionante a Gaza sono crollati in seguito agli intensi combattimenti e ai bombardamenti in corso a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, lasciando le persone senza alcuna possibilità di curarsi, ha detto Medici senza frontiere (MSF). 

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno dichiarato che «intensi combattimenti» hanno continuato a infuriare nel cuore della città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Decine di obiettivi di Hamas sono stati distrutti.

La Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite (ICJ) ha ordinato a Israele di garantire che le sue forze non commettano atti di genocidio contro i palestinesi a Gaza. In una sentenza provvisoria emessa venerdì, la Corte non ha accolto la richiesta del Sudafrica di ordinare un immediato cessate il fuoco della guerra. 

Il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, ha dichiarato di aspettarsi che Israele si attenga alla sentenza della Corte di giustizia internazionale: «Alcuni hanno detto che dovremmo farci gli affari nostri... Eppure è nostro compito, in quanto persone che conoscono troppo bene il dolore dei palestinesi, il dolore dell'espropriazione, della discriminazione, della violenza sponsorizzata dallo Stato». Il Sudafrica ha salutato una «vittoria decisiva» per lo Stato di diritto internazionale dopo la sentenza della Corte. 

I funzionari israeliani hanno accusato la Corte internazionale di giustizia di pregiudizi antisemiti e hanno espresso sgomento. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato in risposta alla sentenza che il suo Paese è impegnato a sostenere il diritto internazionale e a difendere il suo popolo. Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, citato dal presidente del tribunale per aver definito i palestinesi «animali umani» all'inizio dell'offensiva israeliana, ha dichiarato che la Corte è andata «oltre».

Hamas ha accolto con favore la sentenza della Corte di giustizia internazionale sulla richiesta del Sudafrica di imporre misure d'emergenza contro Israele per la guerra a Gaza. Il gruppo militante palestinese ha anche chiesto alla comunità internazionale di fermare quello che ha definito il continuo «genocidio» contro i palestinesi. Anche il Ministero degli Esteri palestinese ha accolto con favore le decisioni della Corte internazionale di giustizia, definendole un «importante promemoria del fatto che nessuno Stato è al di sopra della legge».

Il segretario generale dell'ONU, António Guterres, ha dichiarato che spera che Israele si adegui alla sentenza della Corte di giustizia internazionale. In una dichiarazione di Stéphane Dujarric, portavoce del capo delle Nazioni Unite, Guterres ha sottolineato che le decisioni della Corte internazionale di giustizia sono vincolanti e che egli «confida che tutte le parti si conformino debitamente all'ordine della Corte».

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) ha avviato un'indagine su diversi dipendenti accusati di aver preso parte agli attacchi di Hamas del 7 ottobre in Israele e ha interrotto i rapporti con questi membri dello staff, ha dichiarato venerdì il suo capo. Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato che non fornirà ulteriori finanziamenti all'agenzia fino a quando le accuse non saranno affrontate.

Il capo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha smentito l'accusa di Israele di «collusione» con Hamas, ignorando le prove israeliane dell'«uso militare» degli ospedali nella Striscia di Gaza. Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che le affermazioni, fatte giovedì dall'ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, potrebbero mettere in pericolo il suo personale «che sta rischiando la vita» sul campo a Gaza.

Joe Biden ha parlato venerdì con le sue controparti egiziane e qatariote, in vista del viaggio in Europa del direttore della CIA, William Burns per cercare un accordo che garantisca il rilascio di altri ostaggi detenuti da Hamas a Gaza. Burns e il suo omologo israeliano, il capo del Mossad David Barnea, incontreranno nei prossimi giorni funzionari del Qatar per colloqui su un secondo potenziale accordo per il rilascio di ostaggi a Gaza e per una pausa nei combattimenti, secondo quanto riportato. 

Hamas ha diffuso un video che mostra tre donne israeliane tenute in ostaggio a Gaza. Due delle donne nel video hanno detto di essere soldati israeliani, Daniela Gilboa, 19 anni, e Karina Ariev, 19 anni. Una terza, Doron Steinbrecher, 33 anni, ha detto di essere una civile.