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Netanyahu ringrazia Trump per le sanzioni alla CPI

Il primo ministro israeliano ha ringraziato su X il presidente statunitense per la sua «coraggiosa» decisione di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale e al suo personale – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Netanyahu ringrazia Trump per le sanzioni alla CPI
Red. Online
07.02.2025 06:18
22:18
22:18
USA: approvata la vendita di altre armi e munizioni a Israele

Gli Stati Uniti hanno approvato la vendita di 6,75 miliardi di dollari di munizioni e altri armamenti a Israele. Lo rende noto il Dipartimento di Stato.

19:25
19:25
Hamas: «Domani libereremo Eli Sharabi, Ohad ben Ami e Or Levy»

Il portavoce dell'ala militare di Hamas, Abu Obeida, ha dichiarato su Telegram che domani saranno rilasciati gli ostaggi israeliani Eli Sharabi, Ohad ben Ami e Or Levy. Lo riporta il Guardian.

Dal canto suo, Israele ha dichiarato di aver ricevuto una lista di ostaggi che Hamas dovrà rilasciare sabato.

Soddisfazione è stata espressa in particolare da Geula Levy, la madre di Or Levy, ostaggio la cui liberazione è attesa domani nel quinto round di scambio di prigionieri tra Hamas e Israele: «è passato un anno e quattro mesi da quando il piccolo Almog», figlio di 3 anni di Or, «è rimasto solo senza suo padre e sua madre», uccisa da Hamas il 7 ottobre 2023.

«Finalmente Or sta tornando da noi, non ci posso credere», ha detto Geula, citata da Ynet. «Non so cosa dire, sono così emozionata. Penso a come lo abbraccerò dopo così tanto tempo», ha aggiunto, raccontando che quando ha detto al piccolo Almog del ritorno di Or, lui è saltato sul letto e ha gridato: «Papà sta tornando! Papà Or sta tornando!»

L'ufficio stampa dei prigionieri di Hamas ha invece affermato che Israele dovrebbe liberare domani 183 palestinesi in cambio del rilascio dei tre ostaggi. Lo riporta il Times of Israel.

Di questi, 18 stanno scontando l'ergastolo, 54 stanno scontando lunghe condanne e 111 sono stati detenuti nella Striscia di Gaza durante la guerra. La cifra è stata confermata dal gruppo di difesa dei prigionieri palestinesi Palestinian Prisoners' Club.

Intanto, nella sua prima dichiarazione dopo il rilascio dalla prigionia di Hamas il primo febbraio, Yarden Bibas ha chiesto a Benyamin Netanyahu di riportare indietro la moglie Shiri e i suoi figli, i piccoli Kfir e Ariel di 2 e 5 anni ancora nelle mani dei miliziani palestinesi che li ha dichiarati morti oltre un anno fa.

«Purtroppo, la mia famiglia non è ancora tornata da me. Sono ancora lì», «aiutatemi a riportare la luce nella mia vita», ha detto Yarden. «Netanyahu, ora mi rivolgo a lei con le parole che nessuno mi ha dettato», ha aggiunto, invitando il premier a «riportare indietro la mia famiglia», «i miei amici» e «tutti a casa».

19:23
19:23
«Le sanzioni USA? Un grave attacco al diritto internazionale»

«Prendiamo atto con profondo rammarico dell'emissione da parte degli Stati Uniti di un Ordine Esecutivo che cerca di imporre sanzioni ai funzionari della Cpi, di danneggiare l'indipendenza e l'imparzialità della Corte». Lo dichiara la presidente della Cpi Tomoko Akane.

«L'ordine esecutivo è solo l'ultimo di una serie di attacchi senza precedenti che mirano a minare la capacità della Corte di amministrare la giustizia in tutte le situazioni. Tali minacce e misure coercitive costituiscono gravi attacchi contro gli Stati parte della Corte, l'ordine internazionale basato sullo Stato di diritto e milioni di vittime», spiega.

17:44
17:44
«Non c'è futuro per la pace se Hamas resta»

«Non avremo un futuro per Gaza o un futuro per la pace nella nostra parte del mondo se Hamas resterà». Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in una conferenza stampa congiunta con il presidente della Camera degli Stati Uniti Mike Johnson, sottolineando che lui e Trump hanno parlato di come impedire all'Iran di ottenere un'arma nucleare e assicurarsi che Hamas venga «distrutto».

Netanyahu - riporta il Guardian - ha definito «straordinario» l'incontro con Trump all'inizio della settimana. «Sotto la sua guida, le decisioni critiche che dimostrano il suo impegno e l'impegno del popolo americano nei confronti di Israele sono venute alla ribalta all'istante», ha affermato, citando le sanzioni annunciate da Trump alla Corte penale internazionale e la revoca dei divieti sulla fornitura di determinate armi a Israele.

16:15
16:15
«I sauditi possono fare un Stato palestinese nel loro Paese»

In un'intervista rilasciata a Channel 14, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che l'Arabia Saudita ha abbastanza territorio per fornire uno Stato ai palestinesi.

«I sauditi possono creare uno Stato palestinese in Arabia Saudita, hanno molta terra laggiù», ha affermato. Lo riporta il Jerusalem post.

Sulla possibilità di uno Stato palestinese come condizione per la normalizzazione, Netanyahu ha affermato che non avrebbe stipulato «un accordo che metta in pericolo lo Stato di Israele».

«Dopo il 7 ottobre? - ha detto Netanyahu - Sai cos'è? C'era uno Stato palestinese, si chiamava Gaza. Gaza, guidata da Hamas, era uno Stato della Palestina, e guarda cosa abbiamo ottenuto: il più grande massacro dall'Olocausto», ha detto il primo ministro.

Intanto, Il portavoce dell'ala militare di Hamas ha annunciato che l'organizzazione ha inoltrato ai Paesi mediatori la lista dei tre ostaggi che saranno rilasciati domani nell'ambito dell'accordo con Israele. Lo riporta Ynet.

Hamas ha inoltre accusato Israele di aver impedito l'ingresso nella Striscia di Gaza di mezzi pesanti per la sgombero delle macerie, mezzi che il movimento palestinese ritiene necessari per estrarre i corpi degli ostaggi israeliani. «Impedire l'ingresso di macchinari e attrezzature pesanti necessari per rimuovere 55 milioni di tonnellate di detriti... influenzerà senza dubbio la capacità della resistenza di estrarre i prigionieri (ostaggi) morti», ha affermato Salama Marouf, portavoce dell'ufficio stampa di Hamas a Gaza.

Dal canto suo, il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha promosso una intensificazione dei contatti tra ministri degli Esteri dei Paesi arabi per ribadire e difendere le note posizioni rispetto alla situazione a Gaza e il piano proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump: nessuna deportazione dei palestinesi fuori dalle loro terre e unica soluzione duratura quella a due Stati. Lo riporta su fb il ministero degli Esteri egiziano riferendo di intensi contatti telefonici avuti nella giornata di oggi dopo la riunione della settimana scorsa.

«Nell'ambito del coordinamento delle posizioni arabe e della consultazione sugli aggiornamenti della questione palestinese e sulle situazioni catastrofiche nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania - si legge nella nota - il ministro degli Esteri egiziano Abdul Atty ha avuto intense comunicazioni nelle scorse ore nell'ambito delle istruzioni del Presidente della Repubblica con un certo numero di suoi omologhi arabi, di Arabia Saudita, Emirati, Kuwait, Sultanato dell'Oman, Bahrein, Giordania, Iraq, Algeria, Tunisia, Mauritania e Sudan».

Nel corso dei contatti è stata «sottolineata la stabilità della posizione araba nei confronti della questione palestinese, che respinge qualsiasi misura volta all'evacuazione del popolo palestinese dalle sue terre», «alla luce del fatto che queste percezioni e idee rappresentano una palese violazione del diritto internazionale». E' stata ribadita poi «all'unanimità la necessità di cercare una soluzione politica duratura e giusta alla questione palestinese attraverso l'unica via pratica, ovvero la creazione di uno Stato palestinese indipendente sulle linee del 4 giugno 1967 e della sua capitale Gerusalemme Est, secondo le norme giuridiche internazionali».

Nella nota si sollecita infine «l'attuazione degli aiuti umanitari a ritmo accelerato e degli sforzi per andare avanti con progetti, programmi di ripresa e ricostruzione, senza che i palestinesi lascino Gaza».

15:40
15:40
Il capo delle forze USA in Israele incontra l'omologo dell'IDF

Il capo di Centcom (le forze combattenti americane), generale Erik Kurilla, è volato in Israele per incontrare il capo delle Forze di difesa israeliane (IDF) Herzi Halevi e fare il punto sulla situazione nella regione. Lo riferiscono i militari israeliani, aggiungendo che entrambi i comandati hanno valutato le linee d'azione per fronteggiare le minacce in Medio Oriente e hanno discusso una serie di possibili scenari per migliorare la prontezza a eventuali ulteriori sviluppi su quel fronte. Lo riporta il Jerusalem Post.

12:15
12:15
Hezbollah non deve far parte del nuovo governo del Libano

L'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese Hezbollah non deve far parte del nuovo governo libanese: è quanto ha detto poco fa a Beirut Morgan Ortagus, la vice dell'inviato speciale degli Usa per il Medio Oriente Steve Witkfoff. Il premier incaricato libanese Nawaf Salam è impegnato da settimane nei negoziati per la formazione del nuovo esecutivo.

Impegnata in un tour regionale, la missione della squadra di Witkoff è quella di ribadire la vicinanza degli Stati Uniti a Israele e di ostacolare il riemergere dell'influenza iraniana nella regione.

«Il regno del terrore di Hezbollah in Libano e nel mondo è finito», ha detto Ortagus, ricevuta oggi al palazzo presidenziale dal neoeletto presidente libanese Joseph Aoun, considerato vicino agli Stati Uniti. «Israele ha sconfitto Hezbollah e gliene siamo grati, e insistiamo sul fatto che Hezbollah non deve in alcun modo partecipare al nuovo governo libanese», ha aggiunto Ortagus in una conferenza stampa trasmessa in diretta televisiva dai media di Beirut.

«L'America - ha detto - è impegnata nella sua partnership con il Libano e ripone grandi speranze nel futuro, grazie all'arrivo al potere di uomini credibili e impegnati, che faranno in modo che la corruzione abbia fine, così come l'influenza di Hezbollah».

11:48
11:48
L'ONU chiede agli USA di revocare le sanzioni alla CPI

L'ONU chiede agli Stati Uniti di revocare le sanzioni alla Corte penale internazionale.

«Deploriamo profondamente le sanzioni individuali annunciate ieri contro il personale della Corte e chiediamo che questa misura venga revocata», ha dichiarato la portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani Ravina Shamdasani.

09:44
09:44
La CPI condanna la decisione degli Stati Uniti

«La Corte penale internazionale (CPI) condanna l'emanazione da parte degli Stati Uniti di un ordine esecutivo volto a imporre sanzioni ai propri funzionari e a danneggiare il loro lavoro giudiziario indipendente e imparziale». Lo scrive la stessa CPIsulla rete sociale X.

09:00
09:00
«Sanzionare la CPI minaccia l'indipendenza della Corte e mina il sistema di giustizia penale internazionale nel suo complesso»

«Sanzionare la CPI (Corte penale internazionale) minaccia l'indipendenza della Corte e mina il sistema di giustizia penale internazionale nel suo complesso». Lo dichiara sulle reti sociali il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.

«L'ordine esecutivo (del presidente degli USA Donald Trump) rappresenta una seria sfida al lavoro della CPI con il rischio di influenzare le indagini e i procedimenti in corso, anche per quanto riguarda l'Ucraina, incidendo su anni di sforzi per garantire la responsabilità in tutto il mondo», afferma invece un portavoce della Commissione europea, che «esprime il suo rammarico per la decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale».

«La Corte penale internazionale è di fondamentale importanza nel sostenere la giustizia penale internazionale e la lotta contro l'impunità. L'UE sostiene la Corte penale internazionale e i principi stabiliti nello Statuto di Roma (...). L'UE monitorerà le implicazioni dell'ordine esecutivo e valuterà possibili ulteriori misure», sottolinea il portavoce dell'esecutivo comunitario.

08:27
08:27
Netanyahu: «Grazie Trump per le sanzioni alla CPI»

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato oggi sulla rete sociale X il presidente statunitense Donald Trump per la sua «coraggiosa» decisione di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale (CPI) e al suo personale.

«Grazie, Presidente Trump, per il suo coraggioso ordine esecutivo sulla CPI. Difenderà l'America e Israele da un tribunale corrotto, antiamericano e antisemita, che non ha alcuna giurisdizione o base per impegnarsi in azioni legali contro di noi», si legge nel messaggio.

«La Corte penale internazionale ha condotto una campagna spietata contro Israele come prova per un'azione contro l'America. L'ordine esecutivo del presidente Trump protegge la sovranità di entrambi i paesi e i suoi coraggiosi soldati. Grazie, Presidente Trump», ha aggiunto Netanyahu.

06:19
06:19
Il punto alle 6

L'esercito israeliano ha annunciato di aver colpito «due siti militari in territorio libanese che contenevano armi di Hezbollah, in violazione dell'accordo di cessate il fuoco». Nella sua dichiarazione trasmessa su X, l'esercito ha aggiunto che «continua a operare per eliminare ogni minaccia contro lo Stato di Israele». 

Intanto, il Segretario di Stato americano Marco Rubio farà la sua prima visita in Medio Oriente questo mese. Lo ha detto un alto funzionario del Dipartimento di Stato, sulla scia delle dichiarazioni del presidente Donald Trump sulla ricollocazione della popolazione di Gaza. Rubio parteciperà alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco e poi visiterà Israele, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Arabia Saudita dal 13 al 18 febbraio.