«Non ci sarà alcuna bandiera russa a Parigi»
No, a Parigi non sventolerà alcuna bandiera russa. Lo ha detto, e ribadito, il presidente francese Emmanuel Macron in un'intervista pubblicata mercoledì sera dal quotidiano sportivo L'Equipe. Alle Olimpiadi, insomma, non può esserci posto per un Paese macchiatosi di crimini di guerra. Certo, in linea con il Comitato olimpico internazionale, il CIO, Macron ha lasciato intendere che sarebbe favorevole alla presenza di singoli atleti russi, senza bandiera appunto, ai Giochi del 2024. «Spero – si legge – in una decisione consapevole del mondo olimpico». Anche perché, ha aggiunto, «non spetta al Paese ospitante decidere che cosa deve fare il CIO». Allo stesso tempo, Macron ha auspicato un coinvolgimento dell'Ucraina «in questa riflessione».
La vera questione, ha proseguito il presidente francese, è «quale posto dare a questi atleti russi». Atleti che si sono «preparati per una vita intera» e che, a loro volta, «potrebbero anche essere vittime di questo regime». Come distinguere fra atleti complici di Putin, perché inseriti perfettamente negli apparati del Cremlino, e vittime, lo abbiamo visto di recente nel tennis, rimane complicato. «Questa è la vera domanda» ha dichiarato Macron. «Ed è qui che il mondo olimpico deve consapevolmente dare il suo parere e fornire garanzie. E tutto ciò deve essere compreso dagli ucraini. Questo è il gioco di equilibri che dovremo fare».
A tenere banco, in Francia, è anche una questione rugbistica. Ovvero, la convocazione agli imminenti Mondiali di rugby, in programma nell'Esagono e al via domani, di Bastien Chalureau al posto dell'infortunato Paul Willemsee. E questo perché Chalureau, nel 2020, era stato condannato dal Tribunale penale di Tolosa a sei mesi di reclusione con la condizionale per, citiamo, «atti di violenza commessi a causa della razza o dell'etnia della vittima». Il giocatore, contro la decisione, aveva presentato ricorso. Macron, sul tema, ha tagliato corto: «Se ci sono condanne per atti gravi e accertati che riguardano la coesione della nazione, sì, sarebbe preferibile» che il giocatore non indossasse più la maglia della nazionale francese. Detto ciò, il presidente della Repubblica ha pure ricordato che «la giustizia deve poter governare con i suoi tempi, in piena serenità». E, ancora, che «esistono la presunzione di innocenza e il diritto di appello».