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Non solo lo spazio: Pechino vuole esplorare le profondità terrestri

Avviato dagli scienziati cinesi un progetto di trivellazione che permetterà loro di raggiungere i 10 mila metri sotto la superficie terrestre — A fine anni '80 i sovietici stabilirono il record di profondità, per un pozzo verticale, con i 12,262 metri di Kola
©XINHUA / Li Xiang
Red. Online
01.06.2023 13:30

Il pozzo superprofondo di Kola avrà un gemello cinese. Pechino ha avviato le trivellazioni per creare un foro nella crosta terrestre che, una volta ultimato, sarà profondo oltre 10 mila metri. Un po' come fatto, fra gli anni '70 e gli anni '80, dai sovietici, che nella penisola di Kola scavarono un pozzo di oltre 12 chilometri, un record (per profondità) ancora imbattuto. La seconda economia mondiale, rivela Xinhua News Agency — la maggiore agenzia di stampa cinese —, sta esplorando nuove frontiere: lo spazio, sì, ma anche sottoterra. 

Scavare e scavare

Alle 11.46 di martedì le trivelle hanno cominciato a girare nel bacino di Tarim, situato nel deserto del Taklamakan nella regione autonoma uigura dello Xinjiang. Scavare nella zona, ricca di petrolio e interessante da un punto di vista geologico, non sarà facile a causa dell'ambiente ostile e delle complicate condizioni del sottosuolo. «La difficoltà di costruzione del progetto di perforazione può essere paragonata a quella di far passare un grande camion su due sottili cavi d'acciaio», ha dichiarato all'agenzia cinese Sun Jinsheng, accademico dell'Accademia di ingegneria di Pechino. 

Secondo Xinhia, il progetto «fornirà un'opportunità senza precedenti di studiare aree del pianeta». La profondità del pozzo, secondo il progetto, sfiorerà gli 11.100 metri e attraverserà più di 10 strati continentali, raggiungendo sistema cretaceo, con rocce risalenti a circa 145 milioni di anni fa.

Il presidente Xi Jinping, riporta Bloomberg, ha chiesto ai propri scienziati, nel 2021, maggiori progressi nell'esplorazione della profondità terrestre. Detto fatto. Questo lavoro aiuterà non solo ad identificare risorse minerarie ed energetiche, ma anche a studiare e valutare i rischi di disastri ambientali, come terremoti ed eruzioni vulcaniche.

Il caso russo

Il foro cinese, dicevamo, ha un fratello più grande. Nel 1970, gli scienziati sovietici iniziarono una perforazione, utilizzando gli impianti industriali Uralmash 4E e Uralmash 15000, che nel giro di diciannove anni (e con diverse interruzioni) li portò a una profondità di 12.262 metri. L'obiettivo, anche qui, era effettuare analisi scientifiche, come lo studio della geochimica e geofisica dello strato di crosta terrestre sottostante.

Situato nel Nord-est della Russia, vicino al confine con la Finlandia, il pozzo presenta un diametro di soli 23 centimetri. E benché sia stato superato in lunghezza da pozzi non verticali, rimane il foro più profondo mai effettuato dall'essere umano nella crosta terrestre.

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