Sanità

Non solo Svizzera: ora gli infermieri italiani vanno a lavorare in Norvegia

Il sindacato Nursing Up punta i riflettori sul problema: «Gli italiani prendono uno degli stipendi più bassi d'Europa e le offerte norvegesi sono molto allettanti: in due anni partiti 50 giovani»
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Michele Montanari
21.11.2023 10:46

L'Italia, specialmente dopo le lacune emerse durante la pandemia, da mesi si sta interrogando su come trattenere gli infermieri che, sempre più spesso, scelgono di andare a lavorare all'estero: in Svizzera, scelta più ovvia almeno per i lombardi, si contano oltre 4 mila frontalieri della sanità. In Italia, si stima che manchino 175 mila infermieri, con gli ospedali spesso in difficoltà. L'ultima proposta del Governo italiano, contenuta nella bozza della Legge di bilancio 2024, prevede incentivi per il personale sanitario impiegato nelle aree di confine, «recuperati» dai contributi versati dai lavoratori italiani all'estero. Oggi, la nuova preoccupazione è una fuga verso mete ben più a nord di Bellinzona e Berna. Parliamo della Norvegia.

«Ben 50 infermieri italiani negli ultimi due anni sono partiti alla volta della Norvegia, e molti altri potrebbero partire nei prossimi mesi. I numeri ci arrivano direttamente dalla qualificata società di recruitment internazionale che si occupa di selezionare e formare infermieri italiani per inserirli nella realtà sanitaria scandinava. È un dato di fatto: la Norvegia, così come molte altre nazioni europee, sta letteralmente “pescando a piene mani” in Italia, portandosi via le nostre migliori eccellenze». L’allarme è stato lanciato da Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up, che da anni denuncia alle istituzioni italiane la carenza di professionisti del settore sanitario. Soprattutto quella di infermieri che, di fronte a stipendi più alti, decidono di lasciare la Penisola. In questi giorni, proprio dalla Norvegia arrivano proposte molto allettanti per gli italiani, attraverso una agenzia di recruitment spagnola: contratti a tempo indeterminato, stipendi fino a 3.500 euro netti al mese, affitto, bollette e volo dall’Italia pagati. Niente male, se si pensa che il Paese nordico pur di avere i professionisti della Penisola è disposto ad accettare anche gli studenti del terzo anno di infermieristica.

De Palma sottolinea: «Età media degli infermieri? Hanno tra i 25 e i 30 anni. Alcuni di loro addirittura vengono “opzionati” al terzo anno di infermieristica: è tutto legittimo per carità, anzi per le famiglie dei nostri giovani laureandi è motivo d’orgoglio e soddisfazione che un figlio trovi sistemazioni lavorative così solide in chiave futura subito dopo gli studi, peccato che tali possibilità non arrivino in Italia. La Norvegia è decisamente tra le nuove “isole felici” per gli infermieri di casa nostra, più che mai letteralmente in fuga dall’Italia».

Secondo il presidente di Nursing Up, inoltre «gli infermieri italiani non solo vengono messi nella condizione di ricevere trattamenti economici di primissimo livello, ma usufruiscono, da subito, se selezionati e ritenuti profili idonei per la sanità pubblica norvegese, di ricevere una adeguata formazione a distanza prima di partire». Nessun problema per la lingua, dunque: ai candidati viene offerto un corso base di norvegese a distanza, totalmente gratuito, nonché un’adeguata formazione di integrazione socio-culturale per inserirsi al meglio nel contesto del Paese scandinavo.

«Gli studenti italiani al terzo anno in infermieristica hanno davanti una opportunità di non poco conto: candidarsi già prima della laurea, essere selezionati e studiare la lingua e la cultura norvegese, laurearsi e partire subito per il Nord Europa. L’alternativa? I turni massacranti degli ospedali di casa nostra, le violenze perpetrate nelle corsie, uno stipendio tra i più bassi d’Europa. E voi, siate sinceri, cosa fareste al loro posto?», chiede in conclusione De Palma.