L'anniversario

Notre-Dame, tre anni dopo l'incendio

Ripercorriamo quanto accadde in quel lunedì di metà aprile e analizziamo i progressi fatti fino ad oggi, grazie ai lavori di ristrutturazione
Federica Serrao
15.04.2022 15:34

Parigi, Île de la Cité. È il tardo pomeriggio del 15 aprile 2019. Tre anni fa esatti. All'improvviso, un'imponente nuvola di fumo nero squarcia il cielo parigino. Proviene dalla cattedrale di Notre-Dame, avvolta dalle fiamme. Da quel momento, terrificanti immagini e video dell'incendio della cattedrale cominciano a fare il giro del mondo. Sugli schermi delle televisioni, nei telegiornali della sera. Sui social media e sui siti di informazione online. Quello che è sempre stato il punto di riferimento gotico della capitale francese viene divorato dalle fiamme divampate nel sottotetto, alla base della fléche. La guglia. Quella che di lì a pochi minuti cederà alla violenza delle fiamme, crollando. All'epoca, non fu necessario essere cittadini parigini o francesi, e nemmeno aver avuto un legame speciale con la città, per rimanere colpiti e attoniti di fronte alle immagini di Notre-Dame che, molto velocemente e violentemente, veniva inghiottita dal fuoco. Ricostruiamo i fatti di quel tragico fine pomeriggio parigino e osserviamo i progressi fatti, da quel giorno a oggi, tre anni dopo. 

Cronaca di un lunedì tristemente indimenticabile

Lunedì 15 aprile. Inizio della Settimana Santa. Nella cattedrale è appena cominciata la messa delle 18.15, quando cinque minuti dopo comincia a suonare un allarme anticendio. La funzione è interrotta, i presenti evacuati. Fa seguito una procedura di controllo, che però non rileva alcun incendio. La guardia addetta all'ispezione viene infatti mandata a verificare cosa stia succedendo nel luogo sbagliato: nel sottotetto della sacrestia adiacente a quella in cui, realmente, sta per svilupparsi un incendio indomabile. L'errore viene scoperto quindici minuti e trecento gradini dopo: troppo tardi per qualunque intervento delle guardie di sicurezza, che si trovano di fronte a un incendio già troppo avanzato. Complice anche un sistema di allarme non progettato per avvisare automaticamente i vigili del fuoco, passano altri dieci minuti prima che questi ultimi arrivino sul luogo della tragedia. Intanto, la polizia sta evacuando l'intera Île de la Cité. Dalla cattedrale si alza un fumo bianco, che ben presto diventa nero. Poco dopo, il cielo parigino si tinge di giallo e arancione. È l'ora del tramonto, ma in quel lunedì di metà aprile, a colorare il cielo, ci sono solo le fiamme.

L'incendio si propaga per ore. Impressionanti immagini e video della guglia, travolta dalle fiamme, fanno il giro del mondo. Alle 19.45, cede alla violenza delle fiamme, spezzandosi. Il fuoco sembra diminuire gradualmente di intensità, salvo poi riaccendersi violentemente attorno alle 21.00, minacciando la torre nord della cattedrale che, in pochi minuti, inizia a sua volta a prendere fuoco. I vigili del fuoco coinvolti durante tutta l'operazione di spegnimento delle fiamme sono più di seicento. Poco prima delle 22.00, un barlume di speranza: il salvataggio della cattedrale è in corso. Neanche un'ora dopo, una buona notizia: le torri, precedentemente minacciate dal fuoco, sono salve. Bisogna però attendere le 04.00 del mattino del giorno seguente per tirare un sospiro di sollievo. L'incendio appare sotto controllo e parzialmente estinto, ma solo poco prima delle 10.00 di mattina viene finalmente dichiarato spento. Da lì, inizia la fase d'ispezione, volta a esaminare le condizioni della struttura. 

Cosa accadde dopo?

Il giorno dopo, si contarono i numerosissimi danni causati dall'incendio. Tra questi, spiccarono in particolare la perdita integrale del tetto e della guglia, il collasso della copertura che causò il crollo parziale della volta nella navata centrale, nonché il distacco di alcune pietre in quella del coro. Gli organi a canne della cattedrale non subirono danni ingenti, mentre la cantoria fu severamente danneggiata dall'acqua usata per spegnere il fuoco. Le fiamme risparmiarono fortunatamente molti tesori, come la Sacra Corona, la tunica di San Luigi e diverse altre reliquie e opere d'arte. I concerti di campane realizzati da Armand-François Collin nel 1987 andarono invece persi. Il grande organo di Cavaillé-Coll fu coperto dalla fuliggine e dalle polvere, necessitando di essere smontato e sistemato, ma senza aver subito danni irreparabili. La Madonna col Bambino, scolpita nel XIV secolo, venne semplicemente bagnata dall'acqua, ma non danneggiata. La stessa fortunata sorte toccò anche agli altri dipinti appesi ai muri della cattedrale. La flèche sbriciolata dalle fiamme conteneva invece tre reliquie, in una bandieruola a forma di gallo: una parte della corona di spine, una reliquia di Saint Denis, e un'ultima di Santa Genoveffa. Il gallo venne ritrovato due giorni dopo l'incendio, non particolarmente danneggiato, ma bisognoso di un restauro. L'altare moderno venne invece schiacciato da una pila di pietre e travi, bruciate dopo l'incendio, mentre quello vecchio, trovandosi sul retro del coro, venne risparmiato.

© Keystone / AP Photo / Thibault Camus
© Keystone / AP Photo / Thibault Camus

Quasi 900 milioni di donazioni

Tre anni dopo, quasi un miliardo di dollari è già stato dedicato alla riparazione del gioiello architettonico parigino, ma secondo quanto comunicato nei rapporti ufficiali, le parti più drammatiche devono ancora iniziare. Il consiglio di supervisione del restauro, dal giorno del disastro ha ricevuto quasi 900 milioni di dollari in donazioni, provenienti da 340.000 donatori di 150 Paesi diversi. Si è partiti dalla rimozione di tonnellate di macerie, travi bruciate e polvere a base di piombo, dannosa e mortale per gli esseri umani. Il giorno dell'incendio, infatti, tutte le abitazioni vicine vennero evacuate, per evitare il rischio di avvelenamento dato dalle 450 tonnellate di piombo sprigionate nell'aria durante il rogo. Nella prima fase di rinascita della cattedrale di Notre-Dame è stata costruita anche una mastodontica impalcatura metallica, attraverso un buco nel tetto distrutto della chiesa. Come si apprende sul sito di Friends of Notre-Dame de Paris, questa operazione, conclusa la scorsa estate, è costata 163 milioni di dollari, ed è durata più tempo del previsto, a causa dello stop forzato dovuto alla pandemia di COVID-19. Anche i caratteristici archi rampanti di Notre-Dame sono stati riparati nel corso di questi tre anni, mentre le vetrate colorate sono state inviate agli appaltatori per il restauro, insieme a diverse statue e dipinti del 17. e 18. secolo. Nel frattempo, l'organo, smontato subito dopo l'incendio, è stato ripulito dalla polvere e dalla fuliggine del fuoco. La simbolica fléche, invece, deve ancora essere restaurata, e sarà con ogni probabilità ultimata non prima della metà del 2023, secondo quanto comunicato sempre da Friends of Notre-Dame de Paris. La struttura a punta verrà ricostruita secondo gli standard del progettista originale della cattedrale, Eugène Viollet-le-Duc, e sarà ancora una volta rivestita di piombo. Durante la prossima importante fase del progetto di ricostruzione verranno restaurati l'intelaiatura di legno della cattedrale, il tetto e le capriate. Brutte notizie, invece, per quanto riguarda l'orologio originale dell'edificio. I danni subiti dalle 15 ore consecutive di fuoco sono stati giudicati «irreparabili». Una fabbrica di orologi russa si era tuttavia offerta di aiutare nel restauro, ma alla luce dell'attuale conflitto in Ucraina l'opzione potrebbe non essere più valida. In totale, ci sono voluti due anni prima di riuscire a rimuovere tutti i detriti dal luogo del sinistro.

© Keystone / AP / Lori Hinant
© Keystone / AP / Lori Hinant

Il misterioso sarcofago

Alla vigilia del terzo anniversario dell'inferno che inghiottì Notre-Dame arriva però un'altra curiosa ed interessante notizia. Durante i lavori di ristrutturazione è stato scoperto un misterioso sarcofago in piombo, proprio nelle viscere della cattedrale. Un mese fa, durante i lavori preparatori per ricostruire l'antica guglia della chiesa, gli operai hanno rinvenuto un sarcofago molto antico, che si ipotizza possa appartenere al 14. secolo. Era conservato in buone condizioni, sepolto venti metri sottoterra, tra i tubi di mattoni di un sistema di riscaldamento del 19. secolo. Gli scienziati hanno già avuto modo di «sbirciare» all'interno del sarcofago, usando una telecamera endoscopica e rivelando la presenza di una parte superiore di uno scheeltro, un cuscino di foglie, tessuto e altri oggetti non ancora identificati. Il sarcofago, estatto dalla cattedrale negli scorsi giorni, è ora attualmente conservato in un luogo sicuro e verrà inviato molto presto all'Istituto di medicina legale nella città di Tolosa. «Gli esperti forensi e gli scienziati incaricati di aprire il sarcofago studieranno il suo contenuto per identificare il sesso dello scheletro e il suo precedente stato di salute», ha comunicato il capo archeologo Christophe Besnier, aggiungendo anche che nell'operazione potrebbe essere utilizzata la tecnologia di datazione al carbonio. «Se si scoprisse che siamo davvero di fronte a un sarcofago del Medioevo avremmo a che fare con una pratica di sepoltura estremamente rara». L'Istituto nazionale di ricerca archeologica francese INRAP ha invece confermato di star verificando la possibilità di «re-internare» il sarcofago nella cattedrale - il suo luogo di riposo per tanti secoli - al termine dei lavori. 

© Reuters
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La rinascita di Notre-Dame? Nel 2024

A nove giorni dal ballotaggio del 24 aprile contro Marine Le Pen, il presidente e candidato Emmanuel Macron ha visitato oggi il cantiere di Notre-Dame, in occasione del terzo anniversario dell'incendio. Le cause del rogo rimangono ancora oggi incerte, ma gli inquirenti propendono per lo scenario di un'imprudenza, piuttosto che per quello di un atto doloso. Già nel giugno del 2019, al termine di un'inchiesta preliminare, il procuratore di Parigi Rémy Heitz disse che, con ogni probabilità, l'incidente era stato causato da una sigaretta spenta male, o da un guasto elettrico. Prima della tragedia, la cattedrale, simbolo di Parigi, accoglieva ogni anno 12 milioni di visitatori, 2.400 funzioni religiose e 150 concerti. L'obiettivo che si pone la città, ora, è quello di riuscire a terminare l'intero restauro di Notre-Dame prima delle Olimpiadi del 2024, che avranno luogo proprio nella capitale francese.