Guerra

Nuovo attacco al ponte di Kerch: ecco che cosa sappiamo

La struttura, di importanza strategica e simbolica per la Russia, è stata pesantemente danneggiata – Già nell'ottobre 2022 l'opera aveva subito un attacco, solo recentemente rivendicato dall'Ucraina
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Red. Online
17.07.2023 09:45

Un'emergenza. Così, le autorità, hanno definito quanto successo nella notte al ponte di Kerch, che collega la penisola di Crimea alla Russia. Un attacco che, secondo i media, ha provocato la morte di due persone e il ferimento di un bambino, mentre i residenti locali hanno riferito di aver sentito delle esplosioni nelle prime ore di lunedì. Il ponte, di riflesso, è stato chiuso.

Il collegamento stradale e ferroviario, sorvegliatissimo, rappresenta uno dei progetti infrastrutturali più importanti e simbolici del Cremlino. Di fatto, è il solo collegamento via terra che unisce il territorio della Federazione Russa a quello della Crimea, annessa illegalmente da Mosca nel 2014. Un video pubblicato dal canale filorusso Crimea 24, diventato virale in queste ore, mostra una sezione del ponte gravemente danneggiata. 

Dicevamo delle esplosioni. Sono state segnalate attorno alle 3 di mattina, ora locale. Il traffico diretto al ponte è stato prontamente fermato. La Crimea, appunto, è controllata dalla Russia. Il capo dell'amministrazione locale, Sergei Aksyonov, ha dichiarato che sul 145. pilastro del ponte c'era «una situazione di emergenza». Il Ministero dei Trasporti russo, per contro, ha spiegato che la strada è sì danneggiata ma non ha accennato a possibili danni ai pilastri. Né ha chiarito la causa delle morti. Sui canali russi di Telegram stanno circolando fotografie che mostrano un'auto distrutta vicino al luogo dell'esplosione. Secondo Aksyonov, non dovrebbero esserci problemi per il traffico ferroviario. 

Non è la prima volta che il ponte di Kerch finisce al centro della cronaca per un attacco. Già nell'ottobre del 2022, infatti, la struttura era stata colpita. Dopo mesi e mesi di supposizioni e accuse reciproche, Kiev pochi giorni fa ha infine ammesso di avere attaccato il ponte. Ora, il prestigio militare e politico russo viene nuovamente messo a dura prova mentre le indiscrezioni secondo cui anche dietro a questa manovra ci sarebbe l'Ucraina si moltiplicano. Il danneggiamento al ponte si inserisce in un contesto più ampio, e confuso, di crisi per la Federazione, con la memoria del fallito colpo di Stato da parte di Yevgeny Prigozhin ancora viva.

Il ponte, fronte ucraino, rappresenta un monumento alle ambizioni e alle prevaricazioni russe. È stato costruito su ordine diretto di Vladimir Putin e inaugurato dal leader del Cremlino nel 2018. È un collegamento strategico che garantisce alle forze di invasione di Mosca truppe, attrezzature e rifornimenti. Nonostante la Russia abbia più volte lodato i sistemi di protezione, dagli ultimi sistemi di armamento ai delfini, sì proprio i delfini, il ponte come detto era stato attaccato una prima volta nell'ottobre del 2022. Kiev, dopo aver nicchiato, all'inizio di questo mese ha infine ammesso di avere pianificato quell'attacco per – citiamo il viceministro della Difesa Hanna Maliar – «spezzare la logistica russa». Una volta riparata la struttura, Putin (ancora lui) ha guidato personalmente una Mercedes attraverso il ponte per sottolineare, una volta di più, quanto consideri importante il collegamento. 

Il ponte di Kerch, in realtà, è formato da due arterie parallele: una ferroviaria, l'altra stradale. L'opera è caratterizzata pure da un'ampia campata sospesa che consente il passaggio delle navi. Detto dei rifornimenti verso il fronte, il ponte si è rivelato pure strategico per la base navale di Sebastopoli, base della flotta russa nel Mar Nero. L'alternativa è rappresentata dall'autostrada costiera che attraversa Mariupol, parecchio danneggiata, lungo il Mare di Azov. Un percorso accidentato, appunto, e molto più lungo.  

«Il ponte sullo Stretto di Kerch è un oggetto logisticamente importante» ha scritto su Twitter George Barrows, analista del think tank statunitense Institute for the Study of War, dopo le prime notizie di esplosioni sul ponte. «La Russia avrà solo una linea di rifornimento terrestre, l'autostrada costiera sul Mar d'Azov, per sostenere (o evacuare) le sue decine di migliaia di truppe nell'area occupata di Kherson e in Crimea, se l'Ucraina riuscirà a degradare/distruggere il ponte».

Il ponte, infine, in questi mesi è stato utilizzato anche dai civili russi diretti in Crimea per le vacanze, per nulla scoraggiati dalla guerra e dagli attacchi ucraini contro obiettivi militari russi, fra cui una base aerea e navi da guerra. La Crimea, d'altronde, è sempre stata molto popolare tra i turisti della Federazione. La loro presenza, nella penisola, è aumentata dopo lo scoppio della guerra, dal momento che per molti russi è diventato difficile, se non impossibile, viaggiare in Occidente. Di più, la propaganda russa ha intensificato gli sforzi per affermare – peraltro senza ragioni storiche – che la Crimea è stata russa per secoli e secoli.

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