Omicidio Kirillov, fermato il presunto killer: «Pagato 100 mila dollari dagli ucraini»
Sarebbe stato fermato il presunto autore dell’attentato ai danni del generale Igor Kirillov, capo dell’unità di Difesa radiologica, chimica e biologica delle forze armate russe, rimasto ucciso ieri mattina insieme al suo assistente. La Russia ha dichiarato di aver arrestato un cittadino dell'Uzbekistan, che avrebbe confessato di aver piazzato e fatto esplodere l’ordigno letale su istruzioni dei Servizi di sicurezza ucraini (SBU).
Kirillov e il suo assistente sono morti in seguito alla deflagrazione di una bomba nascosta su un monopattino elettrico all’esterno di un condominio in Ryazansky Prospekt, a Mosca, a circa 6,5 chilometri a est del Cremlino. Stando alle indagini, l'ordigno conteneva circa un chilo di materiale esplosivo equivalente al TNT. Il duplice omicidio, definito «atto di terrorismo» dal Comitato investigativo russo, è stato subito rivendicato dai Servizi di sicurezza ucraini. Il generale russo, proprio il giorno prima dell’attentato, era stato condannato in contumacia dalla procura ucraina, in seguito alle accuse dell’SBU di aver ordinato migliaia di attacchi con armi chimiche contro le truppe ucraine. Kirillov negli scorsi mesi era già stato sanzionato dal Regno Unito e dagli USA, con l'accusa di aver violato le leggi internazionali sull'uso di armi chimiche in guerra.
Una fonte di Kiev ieri ha dichiarato a RBC che «Kirillov era un criminale di guerra e un obiettivo completamente legittimo poiché ha dato ordine di usare armi chimiche proibite contro l'esercito ucraino. Una fine così ingloriosa attende tutti coloro che uccidono ucraini. La punizione per i crimini di guerra è inevitabile».
Il Comitato investigativo russo ha fatto sapere che il sospettato, rimasto anonimo, ha dichiarato di essere arrivato a Mosca per svolgere un incarico per l’SBU
In un video della confessione pubblicato dal notiziario Baza, scrive la Reuters, si vede il sospettato seduto in un furgone mentre racconta di essere arrivato a Mosca su ordine dei Servizi di sicurezza ucraini, di aver acquistato un monopattino elettrico e di aver poi ricevuto un ordigno esplosivo artigianale per uccidere Kirillov. Il 29.enne ha spiegato di aver posizionato la bomba sul monopattino elettrico che aveva parcheggiato fuori dall'ingresso del condominio in cui viveva la vittima.
Stando agli inquirenti, il presunto killer avrebbe poi affermato di aver installato una telecamera di sorveglianza in un'auto a noleggio parcheggiata vicino al luogo dell’attentato per controllare i movimenti di Kirillov. Gli organizzatori dell'assassinio, secondo il 29.enne uzbeko, avevano base nella città ucraina di Dnipro e gli avrebbero offerto 100 mila dollari per l’omicidio. L’ordigno sarebbe stato fatto esplodere a distanza dall’uomo dopo che Kirillov ha lasciato l'edificio.
Gli investigatori russi hanno anche affermato di aver identificato altre persone coinvolte nell'attacco al generale.