«Ora è proprio la Russia il maggior fornitore di armi dell’Ucraina»

«Tra gli osservatori circola una battuta che è sempre meno ironica: la Russia sta diventando il maggior fornitore di armamenti dell’Ucraina. Le truppe di Kiev trovano sul terreno quantità spaventose di carri armati e armamenti che sanno usare benissimo, perché provengono dagli arsenali sovietici». Le parole del ricercatore indipendente Luca Lovisolo, intervistato dal CdT lo scorso 13 settembre, trovano ogni giorno più conferme. In questa fase della guerra, con la controffensiva delle truppe di Kiev nelle zone occupate, sarebbe proprio la Russia a fornire il maggior numero di armi all’Ucraina. L’esercito di Putin in diverse occasioni, nelle ultime settimane, si è trovato in rotta, che è cosa ben diversa da una ritirata. Parliamo di fughe fuori controllo, in cui gran parte dell’equipaggiamento viene abbandonato sul terreno. E non si tratta solo di carri armati vecchi anche di 60 anni: recentemente gli ucraini sono infatti riusciti a mettere le mani, per la prima volta, su un T-90M, l'ultimo discendente del T-72 e fiore all'occhiello delle divisioni corazzate russe. Una conquista non da poco, visto che ora gli ucraini potrebbero essere in grado di smontare e analizzare il tank di alta gamma, scoprendone i punti deboli e riutilizzandone la sofisticata tecnologia.
Si cancella la «Z», poi pronti a combattere
Il Wall Street Journal ha recentemente provato a fare il punto della situazione, sottolineando come i carri armati russi catturati e abbandonati, gli obici e tutti gli altri armamenti, vengano ripuliti rapidamente dalla «Z» per essere poi ridipinti con le croci ucraine. Come detto, molti di questi mezzi sono ben noti alle truppe di Kiev che, diversamente da quanto avviene per gli armamenti occidentali più avanzati, non hanno neppure bisogno di addestramento specifico per poterli utilizzare: fatto sparire il simbolo del nemico, i tank vengono subito rivolti contro i loro ex proprietari. Questo avviene sin dall’inizio dell’invasione russa, ma con la controffensiva iniziata un mese fa nella regione di Kharkiv, le armi e le munizioni russe nella mani delle truppe di Zelensky sono aumentate a tal punto da riempire i magazzini ormai vuoti, stando alle dichiarazioni dei funzionari militari. Ovviamente non tutto viene riutilizzato immediatamente, in quanto necessita di riparazioni prima di poter tornare operativo. Inoltre, le componenti dei carri armati distrutti possono essere recuperate ed essere usate come pezzi di ricambio. Addirittura, le munizioni per l’artiglieria sovietica degli ucraini erano praticamente esaurite, ma negli ultimi giorni è stato possibile ricaricare l'armamentario con tutte quelle che i russi hanno abbandonato sul campo di battaglia. Questo «bottino» di guerra sta aiutando fortemente l’esercito ucraino a riprendere il controllo dei territori occupati, come avvenuto a Lyman, città chiave nella regione di Donetsk.
«La Russia ora è il maggiore fornitore di armi»
Il vice comandante del battaglione ucraino Carpathian Sich, Ruslan Andriyko, dopo essere entrato nella città di Izyum, aveva affermato: «Abbiamo così tanto equipaggiamento che non sappiamo neanche più cosa farcene. Abbiamo iniziato come un battaglione di fanteria e ora stiamo diventando un battaglione corazzato». Mentre sul fronte della regione di Kharkiv i russi sarebbero fuggiti così in fretta da aver lasciato sul campo tutti i carri armati a cui non erano riusciti a fare rifornimento. Anche questi sono finiti in mani ucraine. Secondo gli analisti, tutti gli armamenti lasciati a terra hanno trasformato Mosca nel maggiore fornitore di armi pesanti per l'Ucraina, molto più di Stati Uniti o altri Paesi alleati. Questo in termini quantitativi più che qualitativi: le armi fornite dall'Occidente sono generalmente più avanzate e precise. Quelle russe, molte risalenti al periodo sovietico, hanno però un valore aggiunto non da poco: gli ucraini le sanno utilizzare o hanno bisogno di un addestramento relativamente breve. Serhiy Cherevatyi, colonnello del comando operativo dell'Ucraina orientale, chiarisce la questione: «Sono (armi, ndr) di scuola sovietica, per noi è facile imparare ad usarle. Se la nostra gente riesce a utilizzare i Panzerhaubitze (obici semoventi tedeschi, ndr), i Krab (obici semoventi polacchi, ndr) e i Paladin (obici semoventi americani, ndr), non è affatto un problema padroneggiare i sistemi russi, simili ai nostri, in tempi relativamente brevi».
Più di 460 carri armati catturati
Quanti carri armati russi sono finiti sotto il controllo ucraino? I conti nelle tasche di Kiev li ha fatti il sito di intelligence open source Oryx, che in una nota specifica che l'elenco include solo i veicoli e le attrezzature di cui sono disponibili prove fotografiche o video. Pertanto, la quantità di apparecchiature distrutte, catturate o abbandonate potrebbe essere significativamente superiore. Al 6 ottobre, l'Ucraina ha catturato 460 carri armati, 92 obici semoventi, 448 veicoli leggeri da combattimento, 195 veicoli corazzati da combattimento e 44 sistemi di lancio multiplo. Senza contare la quantità industriale di munizioni. Jakub Janovsky, che si occupa di compilare la lista su Oryx, citato dal WSJ, ha commentato: «Quello che stanno recuperando gli ucraini è un mix di attrezzature moderne e pezzi che veramente si trovano nei musei». Chiaramente anche i russi hanno preso il controllo di armamenti dell’avversario, soprattutto nella prima parte dell’invasione, quando hanno occupato diverse zone ucraine, persino attorno a Kiev. Il confronto, stando ai dati di Oryx, è impietoso: da febbraio, le truppe di Putin hanno preso 109 carri armati ucraini, 15 cannoni semoventi e 63 veicoli leggeri da combattimento.