Il caso

Pakistan International Airlines si scusa per la pubblicità che richiama l'11 Settembre

La compagnia, tramite il suo portavoce, ha parlato di «proporzioni impensabili» e di insinuazioni «che non avremmo mai immaginato»
Red. Online
17.01.2025 14:08

Alla fine, le scuse sono arrivate. Pakistan International Airlines (PIA) ha preso posizione in merito alla pubblicità che annunciava la ripresa dei voli per l'Europa. Una pubblicità, come noto, che a molti ha ricordato gli attentati dell'Undici Settembre. Il motivo? Quell'aereo che sembra puntare, con decisione, alla Tour Eiffel di Parigi e lo slogan scelto, che potrebbe passare per una minaccia: «Paris, we're coming today». Oggi, dicevamo, la compagnia ha formulato le proprie scuse. Sempre oggi, PIA ha effettuato il suo primo volo Islamabad-Parigi dopo oltre quattro anni di interdizione dai cieli europei. Per la cronaca, la campagna era stata lanciata lo scorso 10 gennaio.

«Purtroppo, la vicenda ha assunto proporzioni impensabili, con insinuazioni che non avremmo mai immaginato» ha dichiarato all'AFP il portavoce del vettore, Abdullah Khan. «La nostra campagna può aver ferito i sentimenti di alcune persone, ce ne scusiamo sinceramente». Khan ha parlato di 60-70 mila commenti negativi, meno del 10% delle reazioni totali a suo dire. L'11 settembre 2001, come noto, un gruppo di terroristi appartenenti ad al-Qaeda prese possesso di quattro aerei di linea. Due vennero fatti schiantare contro le Torri Gemelle, a New York, un altro contro il Pentagono mentre un quarto velivolo, inizialmente, venne dirottato verso Washington per colpire il Campidoglio o la Casa Bianca ma precipitò successivamente in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania, a seguito di un'eroica rivolta dei passeggeri. Le vittime furono quasi 3 mila. Detto che quindici dirottatori provenivano dall'Arabia Saudita, due dagli Emirati Arabi Uniti, uno dall'Egitto e uno dal Libano, il Pakistan ha un rapporto diretto con questi attacchi: la presunta mente dell'Undici Settembre, Khalid Sheikh Mohammad, venne infatti arrestata nel Paese nel 2003. Non solo, il leader di al-Qaeda, Osama bin Laden, venne ucciso dalle truppe statunitensi in Pakistan nel 2011.

L'eco, negativa, della campagna ha raggiunto anche la politica. Il primo ministro del Pakistan, Shehbaz Sharif, ha ordinato un'indagine mentre il vice primo ministro, Ishaq Dar, in Parlamento ha denunciato la «stupidità» della pubblicità di PIA. Nonostante tutto, la ripresa dei voli verso l'Europa è stata «estremamente positiva», ha dichiarato Khan, con oltre il 95% dei voli pieni. Se è vero che Parigi, attualmente, è l'unica destinazione servita dal vettore, a cui è ancora vietato volare nel Regno Unito e negli Stati Uniti, il governo auspica che la compagnia di bandiera possa presto servire più destinazioni. Lo stesso governo, anche nell'ottica di ottenere un altro prestito dal Fondo monetario internazionale, ha promesso di privatizzare PIA. Finora, però, nessun potenziale acquirente ha offerto abbastanza. 

PIA, ricordiamo, era stata bandita dai cieli europei, britannici e statunitensi nel maggio del 2020, in seguito a un incidente che coinvolse un Airbus della compagnia a Karachi e che costò la vita a 97 persone. Islamabad, dopo che dalle indagini emersero chiaramente gli errori dei piloti e dei controllori di volo, ammise che circa 150 piloti in forza alla compagnia avevano licenze false o le avevano ottenute con l'inganno.

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