Corea del Sud

Parla il CEO di Jeju Air: «Nessuna anomalia durante l'ispezione pre-partenza»

Come dichiarato da Kim Yi-bae, sul velivolo che si è schiantato domenica all'aeroporto di Muan erano stati condotti test che non avevano rilevato alcun problema al carrello di atterraggio
©HAN MYUNG-GU
Red. Online
31.12.2024 18:15

Continuano, senza tregua, le indagini per capire che cosa abbia causato, domenica, lo schianto del volo di Jeju Air sulla pista dell'aeroporto di Muan. Un incidente che ha causato 179 morti. Due, invece, i sopravvissuti, entrambi membri dell'equipaggio. Come reso noto negli scorsi giorni, al momento, l'ipotesi più quotata è che all'origine del disastro ci sia stato un bird strike, ossia una collisione con uccelli. Tuttavia, continua a suscitare domande e perplessità le modalità in cui è avvenuto l'atterraggio: senza carrello, come se l'aereo si fosse appoggiato «di pancia» sulla pista.

A tal proposito, la compagnia aerea nelle scorse ore ha reso noto che le ispezioni pre-volo, avvenute poco prima del decollo, non avevano registrato alcun problema. «Non era stata rilevata alcuna anomalia al carrello di atterraggio», ha dichiarato il CEO di Jeju Air, Kim Yi-bae, in una conferenza stampa a Seul. Di più, rispondendo alle domande sulle procedure di sicurezza della compagnia, Kim Yi-bae ha dichiarato che l'aereo non sarebbe assolutamente stato autorizzato al decollo, qualora il team di manutenzione avesse rilevato qualche anomalia o problemi di sicurezza. Inoltre, secondo Kim Yi-bae, i piloti «erano addestrati secondo gli standard normativi» e la compagnia aveva due simulatori di volo «completo». «Abbiamo una rigida check-list di manutenzione, non è possibile tralasciare qualcosa. Se succedesse, sarebbe un grave problema».

Tornando al problema al carrello di atterraggio, il CEO non può fornire, ancora, spiegazioni. «È direttamente correlato alle indagini sull'incidente, ma al momento non siamo in grado di sapere che cosa non abbia funzionato». Oggi, martedì, gli investigatori hanno iniziato ad analizzare le due scatole nere dell'aereo, ossia il registratore vocale della cabina di pilotaggio e il registratore dei dati di volo. Tuttavia, al secondo dispositivo manca un connettore critico. Motivo per cui sarà più difficile estrarne i dati. 

L'aereo, lo ricordiamo, era partito da Bangkok. A bordo, come detto, c'erano 181 persone, tra passeggeri e membri dell'equipaggio. Gli investigatori stanno ancora lavorando per identificare tutte le vittime, mentre, dall'altro lato, proseguono le indagini per capire che cosa abbia, davvero, causato l'incidente. Molte domande, insomma, restano ancora senza risposta. E, nel frattempo, anche i famigliari delle vittime continuano a chiedere spiegazioni e, soprattutto, di poter vedere i corpi dei loro cari.

Fino ad ora, infatti, solo alcuni resti delle vittime sono stati restituiti alle famiglie. Oggi, quattro corpi sono stati trasportati alle pompe funebri, ma la maggior parte dei parenti è ancora in attesa. Molti, moltissimi i cadaveri ancora non identificati. Jeju Air ha dichiarato che coprirà le spese per i funerali delle vittime, oltre a fornire, il prima possibile, un risarcimento alle famiglie.

Mentre le indagini proseguiranno, senza sosta, per determinare la causa dell'incidente, Yi-bae ha dichiarato che Jeju Air ridurrà il traffico aereo del 10-15% per i prossimi mesi invernali. Una misura temporanea, per consentire più lavori di manutenzione. «Vogliamo riconquistare la fiducia che riponete in noi, rafforzando le nostre misure di sicurezza», ha aggiunto il CEO di Jeju Air, riconoscendo che, negli ultimi anni, la sua compagnia ha dovuto affrontare numerose «azioni amministrative», rispetto alle altre compagnia aeree sudcoreane. 

Nel frattempo, la pista dell'aeroporto internazionale di Muan rimarrà chiusa per un'altra settimana, per consentire alle squadre forensi di raccogliere detriti, resti e materiali che aiutino a far luce sul tragico incidente. 

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