Curiosità

Parli gallese? La Patagonia ha bisogno di te

Da oltre 150 anni nella remota regione argentina c'è un'enclave di gallesi che, ora, ha bisogno di più insegnanti per i propri figli
La bandiera della colonia gallese in Argentina a Puerto Madryn. © Shutterstock
Marcello Pelizzari
28.12.2022 16:15

In Argentina si parla (anche) gallese. Meglio, in una parte della Patagonia. Una regione remota, nella quale vivono fra i 2 e i 5 mila «parlanti gallesi» a seconda delle stime. Una regione che, per le scuole di lingua gallese, ora ha un serio problema: mancano insegnanti.

Il British Council, organizzazione culturale britannica presente in 110 Paesi in tutto il mondo deputata a diffondere la cultura britannica in tutto il mondo, si è detto disposto a finanziare tre docenti per rimanere nella regione. Più facile a dirsi che a farsi, anche perché la pandemia ha complicato (e pure parecchio) le cose. Rendendo difficile, se non impossibile, il reclutamento.

Allo stato attuale, l’area ha quattro insegnanti. Costretti, però, a coprire nove classi. Servirebbe un aiuto, appunto.

Chi volesse assumere la posizione, leggiamo, ha tempo fino al 30 dicembre per inviare la propria candidatura? L’offerta? 750 sterline al mese, spese di viaggio, vitto e alloggi sono coperti.

Chi fosse arrivato fino a qui chiedendosi come mai, e perché mai, in una remota parte dell’Argentina si parli gallese, deve sapere che i primi parlanti gallesi si stabilirono in questa regione nel 1860, cercando di creare un’enclave in seguito al divieto da parte del Parlamento britannico di usare la lingua gallese nelle scuole del Regno Unito. L’insieme di insediamenti creati è conosciuto con il nome di Y Wladfa, occasionalmente Y Wladychfa Gymreig. La comunità gallese-argentina è incentrata su Gaiman, Trelew e Trevelin, per un totale di 70 mila persone anche se, come detto, i parlanti sono molti di meno. L’idea di una colonia gallese in Patagonia venne a Michael D. Jones, un predicatore anticonformista e nazionalista gallese che avanzò la proposta di un «piccolo Galles oltre il Galles». Reclutò coloni e fornì finanziamenti. Durante il processo furono prese in considerazione l’Australia, la Nuova Zelanda e persino la Palestina, ma la Patagonia fu scelta per il suo isolamento e per la generosa offerta da parte degli argentini di 100 miglia quadrate.

Nel 2015, l’insieme degli insediamenti compì 150 anni. Meritandosi un documentario da parte della BBC, curiosa di capire come, negli anni, sia stato possibile creare una vera e propria «bolla gallese» a migliaia e migliaia di chilometri dalla madre patria. A proposito di madre patria, per queste persone la vera casa, oramai, è l’Argentina. Anzi, Yr Ariannin volendo ricorrere al gallese.