Paul Pelosi aggredito in casa al grido di «Dov'è Nancy?»
Lo spettro della violenza politica torna ad aleggiare sugli Stati Uniti a dieci giorni dalle elezioni di metà mandato. Mentre i candidati repubblicani e democratici si sfidano in piazza a caccia di voti, un uomo si è intrufolato in piena notte in casa della speaker della Camera a San Francisco e ha assalito con un martello il marito Paul Pelosi al grido «Dov'è Nancy? Dov'è Nancy?». Ma l'esponente democratico fortunatamente non era in casa. L'aggressore ha quindi cercato di legare Paul e, quando gli agenti sono arrivati nell'arco di pochi minuti, ha detto semplicemente: «Stiamo aspettando Nancy...».
Le indagini sono in corso per chiarire il movente, ha spiegato la polizia, senza sbilanciarsi su una possibile matrice politica. L'uomo, identificato nel 42enne David Depape, è accusato di aggressione e tentato omicidio. Sarebbe un seguace di QAnon, il movimento cospirazionista americano di ultradestra, e sui suoi profili social ha postato negli anni molte teorie antisemite e complottiste: dal Covid alla commissione di inchiesta sul 6 gennaio, fino alle elezioni del 2020, quelle che Donald Trump accusa (senza prove) di essergli state «rubate». Cavalcando anche la teoria del «Great Reset», in base alla quale le élite globali usavano il Covid per spingere un nuovo ordine mondiale e guadagnare potere
Molti dettagli non sono ancora chiari: la polizia - nel corso di una breve conferenza stampa in cui non ha risposta a nessuna domanda - non ha spiegato chi ha avvertito le autorità, limitandosi a dire che gli agenti sul posto hanno trovato i due uomini contendersi un martello. Depape lo avrebbe poi strappato di mano a Paul Pelosi iniziando a colpirlo davanti alla polizia. Tutti e due sono stati portati in ospedale. Sullo stato dell'aggressore non si hanno informazioni per il momento. Il marito di Pelosi invece sarebbe stato sottoposto ad un intervento chirurgico e dovrebbe riprendersi al 100%.
Le informazioni preliminari indicano comunque come nel mirino di Depape ci fosse la speaker della Camera, figura di alto profilo politico da decenni e volto dei democratici, oltre ad essere la seconda carica dello Stato. Joe Biden ha espresso il suo «sostegno» a Pelosi «dopo l'orribile attacco» di cui è stato vittima il marito, e ha condannato la violenza. Parole dure sono state usate anche dal leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, che si è detto disgustato dall'aggressione.
L'incidente fa schizzare alle stelle la tensione nel mezzo di una campagna elettorale infuocata che rispecchia la spaccatura degli Stati Uniti, dove molti repubblicani sono ancora convinti che Joe Biden non abbia legittimamente vinto nel 2020. E conferma la tendenza in atto negli ultimi anni, ovvero un balzo della violenza politica. Solo nel 2021 la Capitol Police ha indagato su 9'600 minacce contro membri del Congresso, e di recente un uomo si è presentato davanti casa del giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh con l'obiettivo di ucciderlo.
L'attacco cade a dieci giorni dalle elezioni di midterm, che vedono i democratici in difficoltà in alcuni Stati chiave, fra i quali Pennsylvania e Georgia, dove i liberal stanno schierando i pezzi da novanta del partito, ovvero Biden, la vicepresidente Kamala Harris e l'ex presidente Barack Obama. La posta in gioco è alta: i democratici rischiano di perdere il controllo del Congresso, compromettere gli ultimi due anni del mandato di Biden e, addirittura, il 2024. Il presidente non ha ancora deciso se ricandidarsi o meno e l'esito delle midterm sarà cruciale nelle sue valutazioni, così come lo sarà un eventuale ritorno in campo di Donald Trump.