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Pazienti trapiantati contagiati con l'Hiv a Rio: primi arresti

La polizia civile dello Stato brasiliano di Rio de Janeiro ha lanciato questa mattina un'operazione contro responsabili e dipendenti del laboratorio di analisi cliniche Pcs Saleme
©Chiara Zocchetti
Ats
14.10.2024 18:20

La polizia civile dello Stato brasiliano di Rio de Janeiro ha lanciato questa mattina un'operazione contro responsabili e dipendenti del laboratorio di analisi cliniche Pcs Saleme, indagati dopo che sei pazienti hanno contratto il virus dell'Hiv a seguito del trapianto di un organo contaminato. Uno di loro è morto per le conseguenze della malattia.

Due dei sei mandati di arresto spiccati dalla procura carioca sono stati eseguiti, mentre altre quatto persone sono ancora ricercate. Perquisizioni sono in corso a Rio de Janeiro e Nova Iguaçu, dove sorge il laboratorio.

In manette sono finiti Ivanilson Fernandes dos Santos, che aveva firmato uno dei referti che attestava la negatività al virus dell'Hiv, e Walter Vieira, ginecologo e responsabile tecnico del laboratorio. Quest'ultimo è lo zio del deputato federale del Partito Progressista (PP, di centrodestra) Luiz Antônio de Souza Teixeira Júnior, detto dottor Luizinho, che quando il laboratorio vinse la procedura di gara del valore di 11 milioni di real (1,7 milioni di franchi) era segretario di stato alla Salute.

Gli indagati rispondono di associazione per delinquere, falsità ideologica, falso in atto privato e violazioni delle norme sanitarie e di tutela dei consumatori. L'ipotesi della polizia è infatti che il caso non sia frutto di un errore, ma di una falsificazione volontaria. "Le indagini indicano che i rapporti, falsificati da un gruppo criminale, sono stati utilizzati dalle équipe mediche, ingannandole, il che ha portato al contagio dei pazienti", riferiscono gli inquirenti.