Aviazione

Pechino Express, anzi no: la Corea del Nord annulla il volo

Il collegamento di Air Koryo, il primo a livello internazionale dopo l'emergenza COVID-19 e la chiusura dei confini nel 2020, è stato cancellato all'ultimo senza una motivazione ufficiale
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Red. Online
21.08.2023 12:04

Un volo. Il primo, a livello commerciale, dal 2020, quando il mondo venne travolto dall'emergenza coronavirus e la Corea del Nord, di suo non proprio apertissima, si chiuse ulteriormente a riccio. Sarebbe dovuto partire oggi, lunedì, con destinazione Pechino. All'ultimo momento e dopo due ore di ritardo, per contro, Air Koryo – la compagnia di bandiera – ha annullato tutto. Diversi media, nel frattempo, si erano appostati presso lo scalo cinese nell'attesa dell'aereo. Proprio per la storicità del momento. Niente da fare.

Air Koryo, in piena tradizione nordcoreana, mentre scriviamo queste righe non ha fornito dettagli circa l'annullamento del volo. Questo, almeno, è quanto ha fatto trapelare l'aeroporto di Pechino. Al momento dello stop, d'altro canto, gli uffici del vettore nella capitale cinese erano chiusi. Di più, secondo un impiegato dello stabile in cui si trova la rappresentanza di Air Koryo in Cina il personale della compagnia adoperava gli uffici con una frequenza molto irregolare.

Tre anni fa, nel 2020, la Corea del nord fu il primo Paese a chiudere ermeticamente le proprie frontiere di fronte all'emergere del coronavirus in Cina, storico partner politico e commerciale di Pyongyang. Salvo rare eccezioni, da allora la Corea del Nord non ha più riaperto i confini. Tant'è che la recente visita di delegazioni russe e cinesi per le celebrazioni del Giorno della Vittoria, la formula con cui viene definito l'anniversario della tregua che, di fatto, pose fine alla Guerra di Corea, era stata salutata positivamente, al grido «vuoi vedere che le restrizioni cadranno per tutti»? Le due delegazioni, ricordiamo, avevano partecipato a una parata militare a Pyongyang. Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, aveva potuto «ammirare» da vicino i missili balistici intercontinentali nordcoreani. A fargli da Cicerone il leader del Paese, Kim Jong Un. 

Altri segnali di riapertura erano arrivati dallo sport: la settimana scorsa, infatti, la Corea del Nord aveva spedito in Kazakistan, via Cina, alcuni atleti di taekwondo per una competizione internazionale. «Ci sono segnali che indicano che, in effetti, la Corea del Nord sta riaprendo le frontiere» aveva dichiarato il Ministero dell'Unificazione sudcoreano all'AFP. «Ma è ancora difficile in questa fase stabilire se la riapertura sarà totale o graduale e limitata».

Da parte sua, la Cina lunedì ha ribadito di aver dato il via libera alla ripresa dei voli commerciali con la Corea del Nord, sospesi dal 2020. «La Cina ha approvato i piani di volo della compagnia aerea nordcoreana Air Koryo per le rotte Pyongyang-Pechino e Pechino-Pyongyang» le parole di Wang Wenbin, portavoce della diplomazia cinese.

Air Koryo deve il suo nome all'omonima dinastia, che governò sulla penisola coreana unificandola, ed è una compagnia nota agli appassionati di aviazione. Non tanto, o non solo, per i problemi legati alla sicurezza dei suoi aeromobili, con tanto di divieti di accesso ai cieli europei ad esempio, ma perché la sua flotta, storicamente, è legata a doppio filo ai grandi nomi dell'aviazione sovietica: Antonov, Ilyushin e Tupolev. Secondo i siti specializzati, il vettore a oggi conta quattro modelli: due Antonov An-148 (età media 9,7 anni) e due Tupolev Tu-204 (età media 22,3 anni).

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