«Per due secondi ho perso la mia bimba, poi l'ho riabbracciata fra la furia delle onde»
La barca a vela, il Bayesan, era lunga circa 50 metri e, al momento dell'affondamento, nel tratto di mare davanti a Porticello in provincia di Palermo, trasportava 22 persone. Il gruppo faceva parte di una vacanza-premio offerta dal capo, il magnate Michael Lynch, titolare di una grossa impresa di investimenti nel settore dei software, pure presente a bordo e attualmente fra i sei dispersi. In 15 sono stati salvati dalle motovedette della Guardia Costiera e dei Vigili del Fuoco. Il corpo di un uomo, individuato vicino alla barca, è invece stato recuperato dai sommozzatori.
La tragedia si è consumata fra le 4 e le 5 del mattino a causa di una tromba d'aria abbattutasi nella zona. I citati sommozzatori si sono immersi per raggiungere lo scafo, a 49 metri di profondità e a circa mezzo miglio dalla costa. Nel frattempo, le autorità si sono prodigate per aiutare i superstiti. «Per due secondi ho perso la bimba in mare, poi l’ho subito riabbracciata tra la furia delle onde» ha raccontato una di loro, Charlotte, madre appunto di una bambina di un anno appena. «L’ho tenuta forte, stretta a me, mentre il mare era in tempesta» ha spiegato all'ANSA.
L'affondamento, dicevamo, è stato rapido. E terribile, evidentemente. «In pochi minuti – ha proseguito Charlotte – la barca è stata investita da un fortissimo vento ed è affondata poco dopo». La donna si trovava sulla barca con il marito, la loro figlia, alcuni parenti e colleghi. Ricoverata in ospedale con una leggera escoriazione al torace, si trova con la bimba (senza nemmeno un graffio) all'ospedale Bambini di Palermo. Il marito, invece, è ricoverato al Civico. Pure lui sta bene. La mente di Charlotte, durante il racconto, inevitabilmente è tornata a quegli istanti fra la vita e la morte: «In tanti urlavano. Per fortuna si è gonfiata la scialuppa di salvataggio e in 11 siamo riusciti a salirci sopra».
«Sia i genitori sia la bimba stanno bene dal punto di vista clinico, sono assistiti da psicologi perché molto scossi» hanno fatto sapere dall'ospedale. «Hanno vissuto un’esperienza traumatica». I sanitari hanno messo in contatto madre e figlia con il padre, ricoverato come detto in un’altra struttura. «Come sta la bambina? È lì con te?» ha chiesto lui. Quindi, la rassicurazione. E la promessa di un abbraccio, a tre.