Il punto

Perché Barack Obama non ha ancora appoggiato Kamala Harris?

Mentre molti, moltissimi nomi di spicco del Partito Democratico si sono subito schierati con l'attuale vicepresidente degli Stati Uniti, l'ex presidente per ora preferisce celebrare l'amico Joe Biden
© Yuri Gripas
Red. Online
22.07.2024 06:45

Molti, moltissimi nomi di spicco del Partito Democratico – subito dopo il ritiro di Joe Biden, o quasi – si sono schierati apertamente con Kamala Harris. Fra questi, anche il governatore della California Gavin Newsom. Un'unità d'intenti tutto fuorché sorprendente. A colpire, semmai, è l'assenza (voluta) di un nome. Pesante, se non pesantissimo: Barack Obama, presidente degli Stati Uniti fra il 2008 e il 2016. 

Obama, mentre scriviamo queste righe, non si è infatti (ancora) schierato. Non ha menzionato Kamala Harris nemmeno una volta nell'affettuoso, benché teso per dirla con il New York Times, tributo al presidente Biden postato su Medium domenica sera. «Joe Biden – ha scritto l'ex presidente – è stato uno dei presidenti più importanti d'America, oltre che un caro amico e un partner per me». Obama, in effetti, aveva scelto Biden come compagno di corsa nel 2008 perché, parole sue dell'epoca, voleva un compagno di corsa più anziano ed esperto, con «i capelli grigi» e limitate ambizioni presidenziali future.

«Nei prossimi giorni navigheremo in acque inesplorate» ha scritto sempre Obama nel suo post. «Ma ho una straordinaria fiducia nel fatto che i leader del nostro Partito saranno in grado di creare un processo dal quale emerga un candidato eccezionale».

I Repubblicani, dall'altra parte della staccionata, hanno interpretato il mancato endorsement a Kamala Harris come un affronto. Ma persone vicine a Obama, posizionatosi come un anziano statista imparziale al di sopra delle macchinazioni interne al Partito Democratico, hanno detto di non vedere secondi fini nella scelta dell'ex presidente. Tant'è che, scrive sempre il New York Times, Obama non starebbe pensando ad alcun candidato alternativo a Kamala Harris.

Lo stesso Obama, del resto, aveva adottato una posizione identica quattro anni fa, quando gli assistenti di Biden gli fecero pressioni per appoggiare la candidatura prima delle primarie democratiche, quando il senatore Bernie Sanders non si era ancora ritirato dalla corsa. Non solo: appoggiare troppo presto la principale candidata del Partito Democratico per il dopo-Biden potrebbe rivelarsi un errore politico. Alimenterebbe, cioè, una polemica già mossa al Partito: la nomina di Kamala Harris, se dovesse arrivare, sarebbe un'incoronazione decisa a tavolino piuttosto che la sintesi del miglior consenso possibile.

Agli occhi di Obama, insomma, il suo ruolo consiste nell'aiutare a «unire rapidamente il Partito una volta che avremo un candidato» secondo quanto dichiarato da una persona che ha familiarità con le sue idee. Ma ci sarebbero altre considerazioni più personali, a sostegno della cautela di Obama. Biden è un uomo profondamente orgoglioso e non ha mai perdonato del tutto Obama per aver appoggiato silenziosamente l'ex Segretario di Stato Hillary Clinton nella campagna del 2016. Biden è ancora convinto che, quell'anno, avrebbe potuto battere l'ex presidente Donald Trump se gliene fosse stata data la possibilità. Biden, ancora, non aveva certo gradito l'invito da parte di Obama a valutare la possibilità di ritirarsi dalla corsa nel 2020.

Secondo un ex funzionario della Casa Bianca che parla regolarmente con l'ex presidente, Obama voleva che questa domenica appena consumatasi fosse dedicata a Biden. Della serie: prima chiniamoci e celebriamo i successi di Biden, poi pensiamo a un nuovo candidato.

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