Aviazione

Perché il Nepal ha un problema con gli incidenti aerei?

Il volo YT691 non è la prima (né, si teme, l'ultima) sciagura: il Paese himalayano ha un pessimo record in termini di manutenzione e infrastrutture
© EPA/KRISHNA MANI BARAL
Marcello Pelizzari
15.01.2023 17:13

Purtroppo, l’incidente del volo YT691 non è il primo e – spiegano gli esperti – difficilmente sarà l’ultimo. Il destino cui è andato incontro l’ATR 72 della Yeti Airlines a Pokhara, ahinoi, ha richiamato alla memoria le tante, troppe sciagure fra le montagne del Nepal. Quali i motivi di così tante tragedie? Prima dell’incidente di domenica, dati alla mano, dal 2000 sono morte 273 persone nel Paese himalayano in 17 incidenti.

Il boom e le conseguenze

L’industria area nepalese, negli ultimi anni, è letteralmente esplosa. Sono diverse, infatti, le compagnie che offrono una moltitudine di tratte. Il problema? Parliamo, spesso, di piccoli aeroporti, in zone collinari se non addirittura montuose (vi dice niente Lukla? È considerato fra gli scali più pericolosi al mondo). Per tacere delle condizioni meteorologiche e, ancora, di tecnologie obsolete. Tanto a terra quanto in volo.

L’aviazione, in Nepal, ha dato un impulso significativo e all’economia interna e, soprattutto, al turismo: merci e persone, infatti, hanno iniziato a confluire con maggiore frequenza verso le regioni più remote della nazione. Il rovescio della medaglia, appunto, è legato a uno scarso, se non scarsissimo standard di sicurezza. Complici una formazione del personale e una manutenzione di infrastrutture e velivoli insufficienti.

Alcuni precedenti

Fra i precedenti più recenti, detto di Yeti Airlines, ricordiamo lo schianto di un volo Tara Air nel maggio 2022 costò la vita a 22 persone mentre nel 2018 un velivolo della US-Bangla Airlines si schiantò vicino a Kathmandu, la capitale, uccidendo 51 persone.

Non a caso, l’Unione Europea da tempo ha bandito tutte le compagnie aeree nepalesi dal suo spazio aereo per motivi di sicurezza.

Scali remoti e complicati

Il Paese himalayano, dicevamo, ha alcune delle piste più remote e complicate del mondo, fiancheggiate da cime innevate e con approcci che rappresentano una vera e propria sfida anche per i piloti più esperti.

L’aeroporto Tenzing-Hillary di Lukla, ad esempio, ha una pessima fama. Gli aeromobili in arrivo e in partenza devono utilizzare un’unica pista, tanto per cominciare. Non solo: c’è una bassa possibilità di una riattaccata riuscita su un breve avvicinamento finale. C’è un terreno elevato immediatamente oltre l’estremità settentrionale della pista e un dislivello ripido all’estremità meridionale, nella valle sottostante. A causa delle citate difficoltà, l’Autorità per l’aviazione civile del Nepal richiede standard elevati, secondo i quali solo i piloti esperti che hanno completato almeno cento missioni di decollo e atterraggio corto (STOL), hanno più di un anno di esperienza STOL in Nepal e hanno completato dieci voli su Lukla con un pilota istruttore certificato sono autorizzati ad atterrare all’aeroporto.

Ciò non toglie, appunto, che anche a Lukla si siano verificati incidenti mortali.

Il fattore meteo

Il Nepal, in quanto nazione montagnosa, presenta condizioni meteorologiche particolari. Gli operatori si sono più volte lamentati dell’assenza (o quasi) di infrastrutture adeguate per le previsioni, soprattutto negli aeroporti più remoti. Il tempo, fra le valli del Pahad e dell’Himal, può cambiare molto rapidamente. Creando condizioni di volo insidiose.

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