Scozia

Perché il treno a vapore di Harry Potter potrebbe non esistere più?

Un problema relativo ai meccanismi di chiusura centralizzata delle porte minaccia il famosissimo Jacobite, convoglio che da Fort William porta a Mallaig passando dall'iconico viadotto Glenfinnan nelle highlands scozzesi
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Federica Serrao
08.12.2023 06:00

Ah, la Scozia. Un paradiso per gli amanti della natura, che nasconde meraviglie in ogni angolo del suo territorio. Dall'isola di Skye, con le sue pittoresche scogliere e cascate, fino a Inverness e alla leggenda del mostro di Loch Ness, che si nasconderebbe nell'omonimo lago. Le attrazioni, in questa parte del mondo, di certo non mancano. Ma ce n'è una, in particolare, che attira milioni di turisti ogni anno e che rende, a suo modo, veramente autentico un viaggio nelle Highlands: il Jacobite, il famosissimo treno a vapore di Harry Potter. Che da Fort William arriva fino a Mallaig, passando per il celebre viadotto Glenfinnan. Lo stesso viadotto che appare nel secondo film della saga basata sui romanzi di J.K. Rowling, quando il giovane mago con gli occhiali e Ron, a brodo di una macchina volante, inseguono l'Hogwarts Express. 

Nella realtà, però riuscire a scorgere il treno può essere un'impresa. Il servizio, attivo solo da fine marzo a fine ottobre, prevede un'unica corsa la mattina. Fatta eccezione per il periodo tra maggio e fine settembre, dove si aggiunge un'ulteriore corsa pomeridiana. Per riuscire a non perdersi lo spettacolo, insomma, bisogna organizzarsi bene. E per tempo. Un ritardo di pochi minuti potrebbe costare caro. Trovare parcheggio vicino al viadotto, infatti, è tutt'altro che semplice. I turisti più organizzati arrivano con ore di anticipo, per accaparrarsi la posizione migliore da cui scattare la foto ricordo perfetta. Per immortalare il treno in tutto il suo splendore, o semplicemente per godere di una visuale migliori, si deve salire di alcuni metri, percorrendo gli appositi sentieri che portano ai punti panoramici. Per farla breve, quindi, vedere il Jacobite non è semplice. E presto potrebbe diventare ancora più complicato. Se non impossibile. Il futuro del treno di Harry Potter, infatti, è a rischio. E la colpa è tutta dei meccanismi di chiusura delle porte dei convogli, che ogni anno trasportano 110.000 passeggeri. 

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Un problema dell'apertura delle porte

Per capire perché la locomotiva del Jacobite possa rappresentare un problema è necessario fare un salto indietro nel tempo. In passato, infatti, secondo quanto rivelano gli archivi storici del Regno Unito, i treni potevano essere aperti direttamente dalle persone all'interno. Si trattava di una caratteristica della carrozza Mark 1. Caratteristica che, però, alimentava i timori che le persone potessero assumere comportamenti rischiosi, saltando dai treni in movimento. Dal momento che non c'era controllo sull'apertura delle porte, chiunque poteva aprirle nel momento meno opportuno. 

Per questa ragione, negli anni '90, riporta il Telegraph, la British Rail decise di introdurre un sistema di chiusura delle porte centralizzato. Nel 1999, vennero inserite delle nuove norme per eliminare del tutto il problema, ordinando la sostituzione di tutte le carrozze «problematiche» entro il 2003. Un regolamento che si applicava alle ferrovie in cui si viaggiava a una velocità superiore ai 40 km/h. In questo modo si sarebbero esclusi i treni storici, ma sarebbero state colpite le ferrovie che ancora utilizzavano le carrozze Mark 1 per scopi turistici. E che, guarda caso, non erano mai state al centro delle preoccupazioni iniziali, che portarono all'introduzione di sistemi centralizzati per l'apertura delle porte.

Dal 2003 al 2023: e ora?

In un primo momento, quindi, per far sì che i tour ferroviari potessero continuare a offrire il loro servizio, vennero inserite delle serrature secondarie sulle porte. Nel mentre, sempre nel 2003, l'Office of Rail and Road (ORR) britannico concedette per la prima volta delle esenzioni per un periodo di 10 anni, a condizione che venisse approvata la prova della solidità strutturale di una carrozza e che gli steward fossero formati a sufficienza sul sistema di chiusura secondario delle porte. Fin qui tutto bene, insomma. Trascorso il periodo di "prova" di 10 anni, nel 2013 la ORR rinnovò ulteriormente le esenzioni per queste ferrovie "speciali", sempre per altri dieci anni. Fino al 2023, quindi. Oggi. 

In un primo momento, si pensava che, a meno di cambiamenti radicali, l'esenzione che interessa anche il Jacobite si sarebbe rinnovata senza problemi, come accaduto fino ad ora. Nel 2021, però, l'ORR ha aggiornato le sue linee guide, imponendo a tutti i mezzi in servizio sulla linea principale dopo il 31 marzo 2023 di dotarsi di chiusure centralizzate per le porte. Senza concedere esenzioni, salvo casi estremamente eccezionali. mentre Saphos Trains e Vintage Trains sono corse ai ripari, la West Coast Railways (il più grande operatore charter della Gran Bretagna, che gestisce anche il Jacobite) non ha però digerito la questione. E anzi, ha portato in tribunale la ORR, con un ricorso giudiziario sul processo alla base del diktat. La sentenza, però, dovrebbe arrivare non prima del prossimo febbraio. Per questo motivo, è stata concessa una deroga di tre mesi. Ma dopodiché le cose potrebbe non andare lisce come accaduto fino ad ora. 

La situazione è piuttosto preoccupante. Per il treno di Harry Potter, certo, ma anche per la WCR in generale, che gestendo circa 600 treni charter all'anno, prevede che un cambiamento di questo tipo possa costarle circa 7 milioni di sterline. Un prezzo decisamente poco conveniente, che è reso ancora più alto dalle difficoltà che si incontrano nell'installare i sistemi di chiusure centralizzate sulle carrozze d'epoca dei treni a vapore come il Jacobite. 

Mai un incidente

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Il problema, però, è già noto da tempo. Basti pensare che a luglio le corse del treno di Harry Potter erano state cancellate per una settimana. Il motivo? Sempre quello: problemi nella chiusura delle porte. E rischi, va da sé, per i passeggeri. Nel rapporto degli ispettori di sicurezza erano stati rilevati potenziali pericoli di caduta dalle carrozze o di essere colpiti In quel caso, gli ispettori della sicurezza avevano rivelato rischi per i passeggeri. In particolare, il rapporto parlava di pericolo di caduta dalle carrozze, ma anche di pericoli relativi ai finestrini, dai quali sarebbe particolarmente rischioso affacciarsi. Secondo le ORR, quindi, le WCR stavano mettendo i passeggeri «a rischio di gravi lesioni personali». Conclusione che alle ferrovie, però, non è mai piaciuta.

Dal canto suo, la WCR sostiene che l'ORR non sia in possesso di alcuna valida valutazione dei rischi delle sue carrozze, per stabilire se, a tutti gli effetti, sia giusto introdurre il sistema di chiusura porte centralizzato sui suoi treni. Di più secondo quanto sostiene l'operatore, non si sono mai verificati incidenti (e tanto meno si sono mai registrate vittime) che possano giustificare un cambiamento di questo tipo, o una preoccupazione così elevata. 

Per il momento dunque, bisognerà attendere. E incrociare le dita. Sperando che l'ORR faccia un passo indietro e conceda ai treni come il Jacobite di sfrecciare ancora sui binari senza limitazioni. Tuttavia, se la revisione giudiziaria del caso dovesse andare contro alla tesi della WCR, per il Jacobite la corsa potrebbe presto fermarsi.