Il caso

Perché in guerra ci sono così tanti mercenari?

Dei nepalesi che stanno combattendo per la Russia, in Europa, si parla poco: ma non sono le uniche forze «esterne» presenti al fronte
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Stefano Olivari
09.03.2024 11:00

Siamo nell’età dell’oro dei mercenari, come dimostrano anche i 15.000 gurkha nepalesi che stanno combattendo per la Russia, ma in Europa dell’argomento si parla poco. Perché ammettere l’esistenza dei mercenari tocca nervi scoperti e tabù, come il ruolo degli eserciti nella società moderna e l’inevitabilità, a volte, dell’uso della forza. Ma perché nel 2024 il mondo ha bisogno di così tanti soldati di ventura?

Blackwater

Senza mettersi a ripercorrere la storia dell’umanità, si può dire che il boom moderno dei mercenari sia iniziato negli anni Novanta del Novecento, secolo che nelle grandi guerre aveva sempre visto protagonisti gli eserciti regolari, con i mercenari impiegati soltanto per colpi di Stato e operazioni speciali o segrete. Nel 1994, sotto la presidenza di Bill Clinton e con l’esercito statunitense impegnato ovunque dopo la prima guerra in Iraq (presidente Bush padre), il governo USA iniziò ad avvalersi alla luce del sole di contratti con le cosiddette PMSC, acronimo che sta per Private Military and Security Company, ovvero aziende che si trincerano dietro a espressioni come risk management. Una ulteriore svolta nel 2000, con Bush figlio e la seconda guerra in Iraq, con l’uso massiccio della Blackwater (adesso ribattezzata Academi) della situazione. Da lì in poi i mercenari hanno smesso di fare notizia, visto che li utilizzava e li utilizza senza problemi anche il primo esercito del mondo: fra quelli che noi genericamente abbiamo definito «soldati americani» in Iraq il 50% era composto da contractor, con un clamoroso 70% riguardo all’Afghanistan.

Stipendio

Le compagnie militari private hanno un giro d’affari che è stato stimato, per difetto, in 100 miliardi di dollari annui e impegnano 2,5 milioni di soldati con vari livelli di esperienza e di professionalità, ovviamente quasi tutti ex appartenenti a eserciti regolari. Le tariffe? Chi viene pagato a giornata guadagna dai 1.000 ai 1.500 dollari al giorno, chi è inquadrato in maniera più regolare sui 250.000 dollari all’anno. Tanti soldi per i soldati di gran parte dell’Occidente e a maggior ragione per quelli di altre zone. Comunque il doppio, calcolando anche le indennità, di quanto guadagna un Navy Seal statunitense. Un mercato che su scala globale è in mano a grossi nomi come le americane Academi, DynCorp e Triple Canopy, e le britanniche G4S, Olive, Aegis ed Erynis, più diverse sudafricane e israeliane. Gran parte delle operazioni non sono di guerra in senso stretto, ma di protezione di iniziative commerciali, mentre diverso è il caso della Wagner e simili: cioè compagnie private che di fatto servono un governo solo (in questo caso quello russo) per le operazioni più sporche e meno giustificabili di fronte all’opinione pubblica.

Servizio militare

Certo è che l’uso massiccio delle PMSC ha anche ragioni meramente pratiche. Gli eserciti regolari hanno sempre meno personale e il servizio militare di leva non esiste più in gran parte del mondo. Dei 27 Paesi dell’Unione Europea soltanto 8 hanno una qualche forma di servizio militare: Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Lituania e Svezia. L’Italia lo ha abolito nel 2005, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna non ce l’hanno. Alla fine la Svizzera è uno dei Pochi paesi occidentali ad averlo mantenuto, sia pure con modalità più flessibili rispetto ad altri. Al di là della retorica sulla sicurezza, quindi, i mercenari secondo molti sono la risposta a una società sempre più individualistica. Una risposta evidentemente sbagliata, essendo per definizione in vendita al miglior offerente. Millenni di storia sono trascorsi invano.

Ginevra

Il mercenario è un fuorilegge? Una domanda che ha cittadinanza, è proprio il caso di usare questa espressione visto che l’essere o meno nei confini della legge dipende dalla sua nazionalità. In gran parte del mondo si può operare come mercenari, al servizio di aziende locali o straniere, senza che questo di per sé costituisca reato: semmai il reato riguarda gli atti compiuti, ma certo non l’essere inquadrati in un esercito privato. La Gran Bretagna proibisce l’attività mercenaria soltanto se al servizio di un certo gruppo di Stati, quindi di fatto non la vieta, mentre l’Italia la proibisce ai suoi cittadini e la Svizzera anche, dal 1927, con l’evidente eccezione delle guardie svizzere a Città del Vaticano. Strano il caso della Francia, che proibisce ai suoi cittadini di combattere per altri Paesi ma con la Legione Straniera, che non è un esercito privato, ingaggia appunto stranieri. Sul tema dei mercenari le Convenzioni di Ginevra e le loro integrazioni sono chiare: il mercenario se viene catturato non può essere considerato un prigioniero di guerra come se facesse parte di un esercito regolare, quindi aspettandosi (teoricamente) il rimpatrio alla fine della guerra. Nella sostanza Ginevra dice che il mercenario, fatti salvi i diritti a un giusto processo, deve aspettarsi nella migliore delle ipotesi di essere trattato come un criminale comune. Molto più ambigua l’ONU, che a diverse riprese, l’ultima nel 2001, ha dichiarato di essere contro l’uso dei mercenari ma dando di questo ruolo una definizione così vaga da giustificare il peggiore dei sospetti: i mercenari li usano tutti, magari per interposti stato o azienda.

Cultura pop

Se il successo dei mercenari è sia antico sia recente, con il relativo buco del Ventesimo Secolo (non che i morti per mano di eserciti regolari, partigiani e milizie varie valgano di meno, peraltro), nella cultura pop loro non sono mai mancati fra romanzi, film e videogiochi. Per quanto riguarda il cinema, obbligatoria la visione di I quattro dell’Oca selvaggia e di I mastini della guerra, entrambi ambientati in Africa. Nel primo, del 1978, con protagonisti Richard Burton e Roger Moore, i mercenari operano per liberare l’ex presidente eletto democraticamente. Nel secondo, del 1980, con protagonista Cristopher Walken, il gruppo è coinvolto in un colpo di stato. Doverosa anche la citazione di I mercenari - The Expendables, quattro film partoriti dalla mente di Sylvester Stallone, che schierano, pensando a tutti e quattro, il dream tream del cinema d’azione: Stallone, Schwarzenegger, Van Damme, Dolph Lundgren, Chuck Norris, Jason Statham, Bruce Willis. Puro culto, in un elenco davvero infinito di film sul genere. Ma è un segno dei tempi soprattutto il successo della figura del mercenario nei videogiochi: Assassin’s Creed, Far Cry, Metal Gear, anche un episodio di Call of Duty, soltanto per citare titoli che tutti conoscono. I giovani danno per scontato che si combatta per soldi.