Perché le foto fake della bambina vittima dell'uragano Helene sono un problema

Una foto di una bambina in lacrime, con addosso un giubbotto di salvataggio, mentre tiene stretto il suo cagnolino, a bordo di una barchetta. Dietro di lei si vedono case travolte dall'acqua e strade inondate. Questa l'immagine simbolo dell'uragano Helene che, da giorni ormai, sta spopolando sui social. Il problema? Si tratta di una foto creata con l'intelligenza artificiale. E di versioni, che circolano online, ce ne sarebbero diverse.
Ma andiamo con ordine. Le foto fake sarebbero state scattate ad Ashville, nella Carolina del Nord. Uno degli Stati più colpiti dall'uragano nella scorsa settimana. Tuttavia, anche all'occhio più inesperto, ci sono dei dettagli che non possono passare inosservati e che mettono in discussione l'autenticità degli scatti. Tanto per cominciare, nelle immagini diffuse, la bambina è a bordo di un'imbarcazione diversa, sia per quanto riguarda la forma che il colore. Non solo: anche il cucciolo che tiene stretto tra le braccia è diverso nelle due foto. E non finisce qui. Alcuni, infatti, si saranno accorti anche di un altro dettaglio altrettanto inequivocabile: in uno degli scatti, osservando la mano della bambina sembrano esserci sei dita. Dettaglio che, qualche mese fa, aveva compromesso l'autenticità di una fotografia della principessa Kate con i suoi figli.
Chiarito che si tratta di un'immagine falsa, però, i problemi non si esauriscono qui. Come chiarisce Lars Daniel, in un articolo pubblicato su Forbes, «l'esposizione ripetuta a contenuti falsi può infatti compromettere la fiducia del pubblico nelle fonti di notizie e informazioni legittime». Detto in altre parole, quando le persone continuano a trovarsi di fronte a immagini false, si iniziano a mettere in dubbio i media, compresi gli aggiornamenti precisi – e necessari – sulle catastrofi, come nel caso dell'uragano Helene.
Di più, le immagini false, in un contesto come questo, possono essere utilizzate anche per condurre cyberattacchi, o per diffondere campagne di raccolta fondi truffaldine che promettono di aiutare le vittime dei disastri naturali. Inoltre, avere davanti agli occhi, continuamente, immagini false, a detta di Daniel, può far scaturire sensazioni particolarmente negative nelle persone. Inizialmente, vedendo immagini come quella della «bambina dell'uragano Helene» si sperimenta una sensazione di «shock o tristezza». Ma quando l'autenticità delle fotografie viene smentita, si innescano sentimenti di tradimento, confusione e rabbia, che possono ostacolare la capacità delle persone di «impegnarsi emotivamente» ad affrontare «crisi reali».
Ma la lista di problemi che creano immagini di questo tipo è ancora lunga. Per fare un esempio, nel momento in cui le persone smettono di credere agli aggiornamenti sui disastri, o diventano insensibili alle «immagini delle catastrofi», potrebbero diventare anche meno propense a donare soldi o fare volontariato. Una tendenza che, a lungo andare, potrebbe limitare anche l'efficacia dei soccorsi.
Non solo. Se le persone si imbattono ripetutamente in immagini di «disastri fake», potrebbero reagire con un senso di «stanchezza». Arrivando a domandarsi quale, tra le emergenze, sia effettivamente grave come sembra. A detta di Daniel, insomma, l'aumento di fotografie fake legate ai disastri non è solo un problema di disinformazione. «Sta creando un problema più profondo, di intorpidimento emotivo e sfiducia. Più le persone si stancano di distinguere il vero dal falso, più potrebbero diventare meno inclini a preoccuparsi, ad agire o anche solo a credere». Un cinismo, questo, che «rappresenta un serio rischio per le future risposte ai disastri», perché sempre meno persone potrebbero effettivamente credere alle immagini che vedono i loro occhi.