La storia

Perché l'isola dei Serpenti è così importante?

La frase del marine ucraino, il francobollo, le ambizioni russe, la controffensiva di Kiev: conosciamo meglio questo «totem» di Kiev
Marcello Pelizzari
14.05.2022 10:49

Secondo la mitologia greca, a sollevare dal mare (e quindi a creare) l’isola dei Serpenti fu Teti. Un gesto in favore di suo figlio Achille, l’eroe dell’Iliade. Questo piccolo, piccolissimo pezzo di terra nella parte nord-occidentale del Mar Nero, con l’invasione russa dell’Ucraina, è diventato un simbolo. E un totem, cui Volodymyr Zelensky e l’intera popolazione si sono aggrappati.

L’isola, leggiamo, non è molto distante dal delta del Danubio. Poco meno di 40 chilometri. È piccola, come detto, tant’è che copre una superficie di 17 o 18 ettari a dipendenza delle stime. Non c’è granché, rocce più che altro. Eppure, ha un’importanza vitale, diciamo pure viscerale per Kiev. Addirittura, le Poste ucraine ad aprile avevano emesso un francobollo speciale e celebrativo. Legato, a doppio filo, agli eventi sviluppatisi sull’isola.

La visita di Zelensky

Mosca, leggiamo, non ha mai avuto particolari interessi riguardo all’isola dei Serpenti. Né, sfogliando i libri di storia, può avanzare rivendicazioni territoriali. La Crimea, annessa nel 2014, si trova a oltre 180 miglia.

Si tratta, tuttavia, di un luogo strategico. Non tanto, o non solo, perché vicino alle rotte marittime che portano al Bosforo e, ancora, al Mediterraneo. Ma perché utile alla Russia nel contesto dell’invasione. Pensiamo, ad esempio, all’eventualità di coinvolgere la Transnistria.

L’Ucraina, questo, lo sapeva. L’ha sempre saputo. Zelensky, nel 2021, aveva visitato l’isola per sottolinearne l’importanza. «Questa isola, come il resto del nostro territorio, è terra ucraina e la difenderemo con tutte le nostre forze», le sue parole.

La frase del marine

L’isola dei Serpenti ha conquistato titoli di giornale, passaggi in televisione e fiumi di post sui social a fine febbraio, agli albori dell’invasione. Il motivo, beh, è piuttosto noto: lo scambio di vedute fra un soldato ucraino e la marina russa, che dall’incrociatore Moskva intimò alla controparte di arrendersi. Il marine, con una freddezza invidiabile, aveva risosto: «Nave da guerra russa, vai a farti fottere».  

A Mosca, quel lembo di terra serviva per controllare le navi in entrata e in uscita dal porto di Odessa. Per controllare, in particolare, le esportazioni di grano di Kiev. Avere il possesso dell’isola, insomma, vuol dire mettere pressione sull’intera Ucraina meridionale.

Per questo motivo, dopo averla perduta all’inizio della guerra, l’Ucraina negli ultimi giorni sta intensificando le operazioni (con droni e altri mezzi) per negare ai russi il controllo dell’isola e, di riflesso, dell’area. 

Le immagini satellitari mostrano, fra le altre cose, una nave da sbarco russa sommersa. L’Ucraina, dal canto suo, ha affermato di aver colpito due motovedette. Ma sarebbero coinvolti anche un elicottero e installazioni antiaeree presenti sull’isola.

Giovedì, invece, una nave di supporto russa era stata rimorchiata a Sebastopoli. Avrebbe preso fuoco nelle vicinanze dell’isola dei Serpenti, sebbene la notizia ad oggi sia da confermare e Mosca abbia negato.

Le pretese della Romania

La Russia, va detto, non è l’unica nazione a volere l’isola al di fuori dell’Ucraina. In passato, anche la Romania aveva fatto un tentativo. Ma, per fortuna, senza ricorrere alle armi, scegliendo la via dei tribunali. Il motivo? Il fondale marino circostante, che potrebbe avere un potenziale in termini di idrocarburi.

Nel 2009, la disputa era stata regolata dalla Corte internazionale di giustizia. Che stabilì delle zone economiche esclusive ucraine e romene.

Una cosa è certa: Teti, a suo tempo, mai avrebbe pensato che il destino di questa isola minuscola avrebbe influenzato il mondo intero.

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