Perché Putin ha fatto demolire la sua lussuosa residenza a Sochi?
La lussuosa residenza di Vladimir Putin a Sochi, sulle rive del Mar Nero, è stata rasa al suolo. Immagini satellitari diffuse nelle scorse ore dai giornalisti del portale indipendente russo Proekt mostrano un grande spiazzo e macchinari edili al lavoro dove una volta torreggiava la residenza estiva preferita dal leader del Cremlino. Ma Kiev non c'entra. O non direttamente. L'edificio principale del complesso, secondo l'indagine pubblicata dal sito di giornalismo investigativo, sarebbe stato demolito su esplicita richiesta di Putin stesso, il quale avrebbe «sentito una minaccia alla sua incolumità fisica» dopo i molteplici attacchi di droni compiuti dall'esercito ucraino a partire dall'autunno 2023. Una fonte vicina al presidente russo, riferisce Proekt, ha confermato l'ipotesi.
La struttura
La costruzione della residenza, conosciuta con il nome di "Bocharov Ruchey", fu commissionata dal Commissario del Popolo per gli Affari Militari e Navali, Kliment Voroshilov, sul finire dell'era Stalin e completata nel 1955. Già utilizzata per appuntamenti politici nei primi anni Duemila, ospitò nel 2008 il presidente statunitense George W. Bush nella sua visita in Russia. Dal 1991 è una delle residenze ufficiali del leader del Cremlino, ma fu solo a partire dalla ristrutturazione – avvenuta nel 2014, in vista delle Olimpiadi di Sochi – che Bocharov Ruchey divenne la sua meta estiva preferita. Almeno 30, queste le stime dei giornalisti investigativi russi, i giorni passati dallo "zar" ogni anno, da quel 2014, nella villa di Sochi, senza contare i festeggiamenti per i compleanni della presunta compagna Alina Kabayeva e, soprattutto, il confino nel picco di pandemia di COVID-19.
Il caso
Putin, insomma, era un assiduo frequentatore della residenza. È proprio per questo che la prolungata lontananza del presidente russo da Sochi ha attirato l'attenzione di Proekt. Putin non si reca nella città sul Mar Nero da marzo 2024 (la più grande assenza da un decennio a questa parte), quando ha ricevuto il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) Rafael Grossi. E già allora l'incontro non era avvenuto nell'edificio principale del complesso, ma in uno posizionato poco più a sud, il cosiddetto Bocharov Ruchey-2. Già nei mesi precedenti le visite di Putin si erano fatte vieppiù rare: giugno, settembre e poi un altro paio di eventi nel tardo autunno. Ma da marzo, appunto, più nulla.
In aiuto vengono le mappe. Al momento, spiega Proekt nell'indagine pubblicata anche su YouTube, le cartine di Google, mostrano – al posto dell'edificio principale della residenza di Bocharov Ruchey – un grande scavo: «Le immagini attualmente su Google risalgono a maggio: la demolizione è quindi avvenuta prima». Secondo i giornalisti investigativi, che si sono affidati alle immagini satellitari, la distruzione dell'edificio risalirebbe al periodo fra febbraio e marzo 2024. Prima, insomma della visita di Grossi. Il che spiegherebbe perché la visita del leader dell'AIEA, in agenda a Sochi, sia poi avvenuta nella struttura secondaria.
«Putin ha paura di visitare la zona dopo gli attacchi dei droni ucraini». Sui media indipendenti russi e ucraini che hanno ripreso la notizia, la questione è riassunta così. E l'idea sarebbe stata sostanzialmente avvalorata da fonti vicine al presidente. Nell'aprile 2023, un sistema antiaereo Pantsir-S1 era stato installato a Krasnaya Polyana, vicino a Sochi, ma ciò non avrebbe dato sufficienti garanzie al leader del Cremlino, specialmente dopo i ripetuti attacchi di droni ucraini alla città e al vicino eliporto. Una constatazione che avrebbe spinto lo "zar" non solo ad abbandonare la residenza, ma a cancellarne ogni traccia.