Perché quel Boeing 747 iraniano ha fatto inversione di rotta?
Il Medio Oriente è in ebollizione. La morte di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, per mano di Israele ha fatto precipitare ulteriormente le cose. Da giorni, d’altro canto, il Libano è al centro delle operazioni militari dello Stato Ebraico. Che ha giurato, e promesso, di eliminare la minaccia terroristica rappresentata appunto da Hezbollah. L’Iran, dal canto suo, si è detto pronto a inviare le sue truppe nel Paese dei cedri e sulle alture del Golan, dalla parte siriana, «per combattere Israele». Come negli anni Ottanta, già.
Come riferisce il portale specializzato aeroTELEGRAPH, l’escalation sta avendo effetti importanti anche sul traffico aereo. L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) in una nota ha parlato di una «generale intensificazione degli attacchi aerei» e di «un deterioramento della situazione della sicurezza». Raccomandando a tutte le compagnie di «non utilizzare lo spazio aereo del Libano e di Israele a tutte le altitudini». La raccomandazione è valida fino al prossimo 31 ottobre. Come dire: la situazione potrebbe non risolversi a breve o, addirittura, peggiorare.
Che la regione al momento sia instabile, del resto, appare evidente. Sabato, stando ai media libanesi, Israele sarebbe riuscito ad hackerare la torre di controllo dell’aeroporto di Beirut. Una mossa dettata dalla necessità, da parte delle Forze di difesa israeliane, di bloccare ogni tentativo da parte dell’Iran di rifornire Hezbollah. Anche, se non soprattutto verrebbe da dire, tramite voli cargo e/o commerciali. Hackerando la torre, l’esercito israeliano avrebbe comunicato direttamente con un volo proveniente proprio dall’Iran e diretto verso la capitale libanese.
Nello specifico, come riportato nel nostro live, stiamo parlando del volo QFZ 9964 di Qeshm Fars Air proveniente da Teheran. Il Boeing 747-200 F del vettore sarebbe stato avvertito di non atterrare a Beirut, pena l’utilizzo della forza da parte di Israele. Il Ministero dei Trasporti, alla fine, è intervenuto impedendo all’aereo di utilizzare lo spazio aereo libanese.
Non è chiaro che cosa, o chi, fosse a bordo dell’aereo. Israele, tuttavia, presume che il Boeing 747-200 F fosse pieno zeppo di armi per Hezbollah. «Non permetteremo in alcun modo la fornitura di armi al gruppo terroristico Hezbollah, sappiamo dei trasferimenti di armi iraniane a Hezbollah e li ostacoleremo» ha detto oggi, al riguardo, un portavoce dell’esercito al quotidiano Times of Israel. «Non permetteremo ai voli nemici che trasportano armi di atterrare all’aeroporto civile di Beirut. Questo è un aeroporto civile, per scopi civili. E deve rimanere tale».
Da tempo gli Stati Uniti considerano Qeshm Fars Air, nota anche come Fars Qeshm Air, Fars Air Cargo o Fars Air, come un’estensione del Corpo delle guardie della rivoluzione, i Pasdaran iraniani. Lo schema di utilizzare voli cargo o passeggeri per consegnare a Paesi o gruppi amici armi e altro materiale, del resto, non è una novità assoluta: l’Iran lo ha utilizzato, secondo le autorità statunitensi, anche per rifornire la Russia. La compagnia aerea protagonista, ora, dell’inversione di rotta mentre si avvicinava a Beirut è sospettata, leggiamo, di trasportare armi e munizioni in Siria attraverso il Libano. Si dice anche che abbia portato componenti elettroniche a Mosca. Non finisce qui: Qeshm Fars Air è controllata da Mahan Air, anch’essa sanzionata dagli Stati Uniti per la sua vicinanza e il suo supporto, finanziario, materiale e tecnologico, ai citati Pasdaran. Nel frattempo, la compagnia di bandiera iraniana, Iran Air, ha sospeso tutti i suoi voli da e per Beirut secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Tasnim. A conferma del momento delicato, anzi delicatissimo.