Perché un corrispondente russo della TASS era nello Studio Ovale?
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C'era un membro della TASS nello Studio Ovale durante l'incontro, infuocato, fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky? Ed è vero che, al contrario, ad Associated Press e Reuters è stato negato l'ingresso? Sì, in entrambi i casi. Altra domanda: com'è possibile? Detto che, giorni fa, la Casa Bianca ha annunciato di voler scegliere direttamente i corrispondenti al seguito del presidente Donald Trump in spazi intimi e importanti come il citato Studio Ovale o l'Air Force One, ponendo così seriamente in discussione il concetto di stampa libera e indipendente, l'amministrazione Trump – riferisce la CNN – è corsa ai ripari specificando che il giornalista della TASS, in realtà, non era stato autorizzato a partecipare all'incontro. Una vera e propria contraddizione in termini, dal momento che, come detto, il pool di reporter presenti ieri nello Studio Ovale è stato scelto direttamente dalla Casa Bianca.
«La TASS non era nella lista dei media approvati per il pool di oggi» ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca alla CNN. «Non appena il personale dell'ufficio stampa è venuto a conoscenza della sua presenza nello Studio Ovale, è stato scortato fuori dal segretario alla stampa». Un errore, dunque? O un tentativo, goffo, di rimediare a una scelta consapevole? Difficile a dirsi. Karoline Leavitt, la portavoce della Casa Bianca, giorni fa ha motivato la decisione di «strappare» la scelta dei reporter alla White House Correspondents' Association (WHCA) con fini puramente democratici e meritocratici, sottolineando come la stessa WHCA non dovesse più «avere il monopolio del privilegio di accesso alla stampa alla Casa Bianca». Aprire alla Russia, viste le posizioni di Donald Trump, di per sé potrebbe perfino apparire logico agli occhi di questa amministrazione. C'è, però, anche una terza via per spiegare quanto accaduto: se, davvero, il corrispondente della TASS non aveva ricevuto le necessarie approvazioni per entrare nello Studio Ovale, il fatto che vi sia comunque entrato potrebbe evidenziare una significativa e grave violazione del protocollo di sicurezza.
In ogni caso, gli ambienti della stampa hanno lamentato l'assenza di due pilastri del giornalismo fattuale come Associated Press e Reuters. Alla prima agenzia di stampa, due settimane fa, è stato vietato l'accesso allo Studio Ovale e all'Air Force One a tempo indeterminato a causa del continuo utilizzo di «Golfo del Messico» al posto del trumpiano «Golfo d'America». Associated Press ha fatto causa a tre funzionari dell'amministrazione Trump, nel tentativo di ripristinare l'accesso ai suoi reporter, ma mercoledì un giudice federale si è espresso a favore della Casa Bianca. A Reuters, invece, recentemente è stato impedito di coprire la prima riunione di gabinetto di Trump, mercoledì scorso.
Non è la prima volta che l'amministrazione Trump deve fronteggiare una polemica legata alla TASS, una delle agenzie di stampa statali russe. Nel 2017, durante il primo mandato del tycoon alla Casa Bianca, aveva fatto discutere la scelta dello stesso Trump di consentire l'accesso al fotografo dell'agenzia russa, Alexandr Scherbak, per coprire un incontro fra il presidente degli Stati Uniti e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. L'amministrazione Trump, infatti, aveva deciso di escludere tutti i giornalisti statunitensi consentendo l'ingresso nello Studio Ovale solo al citato Scherbak e ai fotografi ufficiali della Casa Bianca.