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Prognosi riservata per Massimo Sestini, il fotografo in coma dopo un tuffo nel lago ghiacciato

È ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Trento dopo l'incidente avvenuto sabato nelle acque del Lavarone – «La sua condizione rimane critica e la prognosi non verrà sciolta a breve»
© Polizia di Stato italiana/X
Red. Online
27.01.2025 22:00

Un’immersione nelle acque gelate del Lavarone e un malore. Massimo Sestini è ricoverato in rianimazione all’ospedale Santa Chiara di Trento. Il celebre fotografo italiano, 62 anni, è in coma farmacologico e la prognosi resta riservata. «Ringraziamo gli amici e le istituzioni che ci hanno fatto sentire l’onda di amore e stima verso Massimo», si legge in un post della famiglia sul suo profilo Instagram. «La sua condizione rimane critica e la prognosi non verrà sciolta a breve». Quindi, il ringraziamento al corpo della Guardia Costiera «per la vicinanza e per la tempestività di reazione».

Sestini ha rischiato di annegare, sabato, in Trentino durante un'immersione nel lago di Lavarone, dove era in corso la 40. edizione di «Under Ice», uno stage d’immersione sotto i ghiacci organizzato dall’Associazione nazionale istruttori subacquei, al quale stava partecipando. Il gruppo di sub non lo ha visto risalire e ha lanciato l'allarme. Aveva avuto un malore sott'acqua, forse a causa di un malfunzionamento con l'erogatore dell'aria delle bombole. È quindi stato portato in superficie dall’istruttore e subito rianimato dai soccorritori. Poi è stato trasferito in elicottero all'ospedale.

I medici, ieri, hanno spiegato che la situazione è ancora critica a causa di una sindrome da distress respiratorio acuto (processo infiammatorio a carico dei polmoni) che compromette la funzionalità degli alveoli. Una condizione provocata dal contatto con l’acqua gelida del lago, dentro la quale Sestini è svenuto.

Toscano, classe 1963, Massimo Sestini è un noto fotoreporter. Ha raccontato molti dei fatti di cronaca più importanti degli ultimi anni in Italia e nel mondo. I suoi primi scatti famosi risalgono al 1984: riuscì a fotografare Licio Gelli a Ginevra mentre veniva scortato in carcere, e il 23 dicembre 1984 entrò nel vagone del Rapido 904 annientato da una bomba nella Galleria di San Benedetto Val di Sambro. Risale al 1991 lo scatto che lo rese famoso nel mondo: Lady Diana in costume da bagno in Sardegna. Ha immortalato, tra gli altri, anche Carlo d’Inghilterra (a Recanati mentre dipinge un acquerello).

La sua è una fotografia spesso estrema, in immersioni e in volo. Anche la Polizia di Stato gli ha dedicato un pensiero pubblico: «Con le sua tecnica fotografica ha più volte valorizzato l'attività dei poliziotti. A lui e alla sua famiglia va il sostegno e la vicinanza di tutta la Polizia di Stato. Forza Massimo!».

Nel 2012, si era immerso insieme ai sommozzatori della Marina Militare dentro la Costa Concordia appena affondata. Tre anni dopo ha vinto il World Press Photo Award per la foto, ripresa dall'alto, di un gommone carico di 227 migranti al largo delle coste libiche.