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«Progressi significativi» nei negoziati, ma Israele frena

Fonti israeliane hanno ridimensionato la possibilità di un accordo imminente su Gaza nelle trattative indirette tra le parti in corso al Cairo, come avevano lasciato intendere alcune informazioni trapelate sui media – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«Progressi significativi» nei negoziati, ma Israele frena
Red. Online
08.04.2024 06:14
22:14
22:14
«Hamas respinge l'ultima proposta israeliana di tregua»

Hamas ha respinto l'ultima proposta israeliana di cessate il fuoco. Lo scrive Reuters che cita un alto funzionario del gruppo palestinese in Libano, Ali Baraka, citato da Sky News, Al Jazeera e dai media israeliani tra cui il Times of Israel. Un funzionario di Hamas aveva precedentemente affermato che non erano stati compiuti progressi nei negoziati nel fine settimana al Cairo, mentre un rappresentante di Hamas citato dall'agenzia di stampa Afp ha affermato che il gruppo sta «studiando» la proposta di tregua di due settimane.

20:11
20:11
Hamas: «Stiamo studiando la proposta di una tregua di sei settimane»

Una fonte di Hamas ha affermato che il gruppo sta studiando la proposta per un cessate il fuoco di sei settimane a Gaza.

Secondo la fonte di Hamas vicina ai negoziati, l'accordo di cessate il fuoco a Gaza vedrebbe una tregua di sei settimane e la liberazione di donne e bambini israeliani in ostaggio in cambio di un massimo di 900 prigionieri palestinesi.

La prima fase della proposta prevedrebbe anche il ritorno dei civili palestinesi sfollati nel nord della Striscia di Gaza e la consegna di 400-500 camion di aiuti alimentari al giorno alla popolazione affamata.

20:05
20:05
Turchia: «Israele ci ha impedito di inviare aiuti a Gaza»

Israele ha impedito alla Turchia di inviare aiuti umanitari via aria nella Striscia di Gaza anche se la Giordania era d'accordo. «Oggi abbiamo appreso che la nostra richiesta è stata respinta da Israele», ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante una conferenza stampa ad Ankara, come riporta Anadolu.

«Israele non può avere scuse quando blocca i nostri tentativi di fornire aiuti via aria alla popolazione di Gaza», ha aggiunto Fidan. «A causa di questa situazione abbiamo deciso di adottare una serie di nuove misure contro Israele», ha detto il ministro, senza fornire ulteriori dettagli ma affermando che queste continueranno fino a che non sarà permesso l'invio di aiuti a Gaza e sarà dichiarato il cessate il fuoco.

19:55
19:55
Netanyahu: «Per l'ingresso a Rafah c'è una data»

La vittoria su Hamas «richiede l'ingresso a Rafah e l'eliminazione dei battaglioni terroristici presenti lì. Accadrà, c'è una data». Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un video diffuso dal suo ufficio.

Il premier ha poi detto di aver ricevuto «un rapporto dettagliato sui colloqui al Cairo, stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi, in primo luogo il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa su Hamas». Oggi esponenti della destra radicale nel governo avevano ammonito che senza un ingresso a Rafah non ci sarebbe stato più l'esecutivo attuale.

18:46
18:46
«La proposta USA? Sei settimane di tregua in cambio del rilascio di 40 ostaggi»

Sei settimane di tregua temporanea in cambio del rilascio di 40 ostaggi. Sarebbe questa la sostanza - secondo fonti egiziane citate dalla testata del Qatar 'Al-Araby Al-Jadeed', ripresa da media israeliani - della proposta avanzata dagli Usa per un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia ora all'esame di Hamas e di Israele.

Ci sarebbe inoltre un parziale ritorno di sfollati nella parte nord di Gaza. La proposta prevede anche l'opzione di una tregua iniziale di tre giorni, senza alcun obbligo, per i giorni di Eid el-Fitr, che comincia domani sera.

17:54
17:54
USA: «Ieri oltre 300 camion di aiuti a Gaza»

Ieri sono entrati a Gaza oltre 300 camion di aiuti, il numero più alto in un solo giorno dall'inizio della guerra. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti.

17:39
17:39
Il premier palestinese al Cairo, incontrerà il presidente al-Sisi

Il nuovo primo ministro e ministro degli Esteri palestinese Mohamed Moustafa è arrivato al Cairo con un aereo privato proveniente dalla Giordania.

Lo riferiscono fonti aeroportuali ricordando che si tratta del suo primo viaggio all'estero dalla sua nomina. Moustafa, accompagnato da Wael Zaqout, ministro palestinese della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale, sarà ricevuto dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi per discutere degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza e delle prospettive di cooperazione tra i due Paesi.

La scorsa settimana al-Sisi ha telefonato al presidente dell'Anp Mahmoud Abbas e si è congratulato con lui per la formazione del nuovo governo guidato da Moustafa, augurandogli ogni successo «nel realizzare le aspirazioni del popolo palestinese».

16:57
16:57
Il ministro degli esteri iraniano inaugura il nuovo consolato a Damasco

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha inaugurato oggi alla presenza del suo omologo siriano, Fayçal Mekdad, il nuovo consolato iraniano a Damasco, una settimana dopo l'attacco attribuito a Israele che ha distrutto la sezione consolare nella capitale siriana. Il nuovo consolato si trova a poche decine di metri da quello distrutto, nel quartiere Mazzeh che ospita ambasciate e uffici dell'Onu.

Il raid del 1. aprile ha distrutto il consolato iraniano e ucciso 16 persone, tra cui sette membri del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie, l'esercito ideologico della Repubblica Islamica, tra cui due alti ufficiali. Teheran, che sostiene il governo siriano, ha promesso di vendicare questo raid che ha esacerbato le tensioni regionali, in un contesto di guerra nella Striscia di Gaza tra Israele e il movimento palestinese Hamas.

Il capo della diplomazia iraniana è arrivato oggi a Damasco dal Sultanato dell'Oman, Paese che svolge un ruolo di mediatore tra l'Iran e l'Occidente. Secondo i media locali, sarà ricevuto dal presidente Bashar al-Assad e terrà una conferenza stampa con il suo omologo siriano. Il quotidiano al-Watan, vicino alle autorità, ha precisato che le sue interviste si concentreranno «principalmente» sulle ripercussioni del raid del 1. aprile.

16:24
16:24
Hezbollah: «Zahedi era membro del Consiglio consultivo del partito»

Mohammad Reza Zahedi, il generale iraniano ucciso una settimana fa a Damasco, in un attacco attribuito a Israele, era un membro del Consiglio consultivo di Hezbollah, l'organo decisionale del Partito di Dio. Lo riferiscono media di Beirut che citano fonti internazionali in contatto con 'fonti vicine' al movimento armato libanese.

Zahedi, 63 anni, uno dei sette uccisi nell'attacco del 1° aprile contro il consolato iraniano a Damasco, era uno dei più alti ufficiali dei Pasdaran e responsabile da decenni del dossier libanese e, da più di un decennio, di quello siriano.

Secondo le fonti, Zahedi era l'unico non libanese negli otto membri del Consiglio consultivo (Majlis Shura) di Hezbollah, affermano le fonti, che rimangono anonime perché non autorizzate a parlare con i media.

13:40
13:40
A Gaza l'84% delle strutture sanitarie danneggiate o distrutte

L'84% di tutte le strutture sanitarie e il 62% di tutte le abitazioni nella Striscia di Gaza sono state danneggiate o distrutte dalle ostilità in corso. Inoltre, circa il 57% delle infrastrutture idriche è stato distrutto o parzialmente danneggiato.

La capacità di produzione idrica attuale è stimata al di sotto del 5% della produzione abituale e diminuisce progressivamente ogni giorno. Sono 350'000 le persone con malattie croniche che non hanno accesso, o hanno un accesso estremamente limitato, ai farmaci e alle procedure mediche essenziali come la dialisi. Lo ricorda l'Unicef spiegando che «3,1 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari nello Stato di Palestina, tra cui 1 milione di bambini nella Striscia di Gaza».

Da 7 ottobre, prosegue l'Unicef, si è registrato un impatto devastante sull'istruzione nella Striscia di Gaza: almeno il 67% delle scuole avrà bisogno di una ricostruzione completa o di una riabilitazione importante per tornare a funzionare. Inoltre, sono stati utilizzati come rifugi dagli sfollati interni 320 edifici scolastici: di questi 188 sono stati colpiti direttamente (90 scuole) o danneggiati (98 scuole).

Per far fronte a questa emergenza, dal 21 ottobre, l'Uunicef ha trasferito 628 camion di rifornimenti nella Striscia di Gaza. Dal 21 marzo al 3 aprile, 34 camion hanno portato forniture d'emergenza essenziali, come 4400 pacchi di pannolini per bambini; 2272 pacchi di kit per l'igiene; 15'905 set di vestiti invernali; 1250 cartoni di cibo nutrizionale per combattere la malnutrizione; 16'800 contenitori d'acqua pieghevoli da 10 litri e due impianti di trattamento dell'acqua con strumenti e accessori.

In Cisgiordania, l'Unicef ha continuato a fornire primo soccorso psicosociale, per la salute mentale e supporto psicosociale, ha svolto attività di sensibilizzazione e fornito servizi legali a 727 persone, tra cui 459 bambini e 268 persone che se ne prendono cura.

11:36
11:36
Aspides ha respinto 11 attacchi e scortato 68 navi

«In meno di due mesi la missione Aspides ha respinto 11 attacchi e scortato 68 navi, in linea con il suo mandato difensivo: è un livello di impegno importante, anche dal punto di vista del rischio». Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell.

«Questa missione mostra la nostra volontà e capacità di proteggere gli interessi dell'Europa ed è un esempio della capacità dell'Ue di essere un fornitore di sicurezza marittima».

Stando ai numeri forniti da Borrell, da quando sono iniziati gli attacchi degli Houthi il costo della spedizione di un container dalla Cina all'Europa «è raddoppiato» a causa della necessità di doppiare il Capo di Buona Speranza e il costo dell'assicurazione è aumentato «del 60%». Oggi nel Mar Rosso transitano 35 navi al giorno, contro le 70 del periodo pre-crisi. «Il canale di Suez vale il 13% del traffico commerciale globale», ha ricordato Borrell precisando che la missione Aspides «non è un gioco». «Le nostre navi devono affrontare fuoco vero, devono abbattere i missili o i droni lanciati verso i vascelli che scortano».

«Finora tutte le richieste di protezione avanzate dal settore marittimo sono state raccolte, ma se il numero aumenta dovranno crescere anche i nostri asset presenti nell'area». Lo ha detto il Contrammiraglio Vasileios Gryparis, Comandante strategico dell'operazione Aspides, precisando di aver già avanzato «richieste di capacità specifiche» agli Stati membri dell'Ue, in particolare sul «supporto logistico». «È ancora presto per dire se Aspides abbia avuto un impatto sulla situazione, ma siamo pazienti e seguiamo il nostro mandato», ha poi proseguito.

L'area di intervento di Aspides è «molto vasta», ha sottolineato l'ammiraglio, circa «il doppio dell'estensione dei 27 Paesi dell'Ue» e dunque la missione, in accordo con le rilevanti istituzioni di coordinamento europee, si è concentrata sulla «zona di alto rischio», che essenzialmente coincide con il Mar Rosso meridionale. «Se aumentiamo gli asset e la nostra presenza, potremo in futuro coprire un'area maggiore», ha aggiunto.

10:30
10:30
Ben Gvir: senza un'azione a Rafah, Netanyahu non sarà più premier

«Se Netanyahu decide di porre fine alla guerra senza un attacco esteso a Rafah per sconfiggere Hamas, non avrà il mandato per continuare a servire come primo ministro». Lo ha detto il ministro della sicurezza nazionale - e leader di destra radicale - Itamar Ben Gvir, citato dai media.

Prima di lui l'altro ministro di destra radicale di «Sionismo religioso», e responsabile delle finanze, Bezalel Smotrich, secondo i media, ha convocato il suo partito per valutare la situazione dopo l'annuncio dell'esercito del ritiro da Khan Yunis, nel sud di Gaza.

09:09
09:09
«Gli USA non possono sottrarsi alla responsabilità del sostegno a Israele»

«L'Iran ha inviato un messaggio alla Casa Bianca attraverso la sua sezione d'interesse presso l'Ambasciata svizzera, affermando che gli Stati Uniti non possono sottrarsi alla loro responsabilità per il sostegno ai crimini del regime sionista»: lo ha detto ieri sera il ministro degli Esteri, Hossein Amirabdollahian, in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri dell'Oman, Sayyid Badr Albusaidi, a Muscat.

Amirabdollahian ha sottolineato che Teheran e Muscat si impegneranno per trovare soluzioni alle tensioni regionali, inclusa la crisi di Gaza, e ha invitato i Paesi islamici ad adottare misure forti e collettive per fermare gli attacchi israeliani.

Secondo i media dell'Oman, Albusaidi ha affermato che il suo Paese sostiene gli sforzi per ridurre l'escalation nella regione, affrontare varie questioni e conflitti e far prevalere la voce della saggezza.

08:40
08:40
«Ucciso un comandante delle Forze Radwan in Libano»

Aerei israeliani hanno colpito ed ucciso la notte scorsa «Ali Ahmed Hassin, comandante delle Forze Radwan dell'organizzazione terroristica Hezbollah nella regione di Hajir». Lo ha fatto sapere il portavoce militare, spiegando che il raid «è stato condotto nella zona di Sultaniyeh nel Libano sud».

«Ali Ahmed Hassin - ha aggiunto - aveva il rango equivalente a quello di comandante di Brigata. Nel suo ruolo era responsabile di programmare e attuare attacchi contro civili israeliani nel nord de Paese». Insieme a lui, ha concluso, «sono stati eliminati altri due terroristi Hezbollah».

08:24
08:24
Fonti Israele: «Ancora non si intravede un'intesa al Cairo»

Fonti israeliane hanno ridimensionato la possibilità di un accordo imminente su Gaza nelle trattative indirette tra le parti in corso al Cairo, come avevano lasciato intendere alcune informazioni trapelate sui media.

«Ancora non vediamo una intesa all'orizzonte», hanno detto. «La distanza tra le parti - hanno spiegato - è ancora grande e ad ora non c'è stato nulla di rilevante». Anche una fonte di Hamas ha riferito ad al Jazeera che per ora «non ci sono progressi», addossando ad Israele la responsabilità di questo.

06:14
06:14
Il punto alle 6

I negoziati al Cairo tra Israele e Hamas per raggiungere un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi hanno raggiunto «progressi significativi» e un consenso su molti punti controversi, secondo l'emittente statale egiziana Al Qahera News, che ha citato un alto funzionario egiziano.

Il funzionario ha confermato il «proseguimento degli sforzi per raggiungere un accordo di tregua» a Gaza, secondo quanto riportato dall'agenzia di Stato.

«Il ciclo di negoziati al Cairo sta registrando grandi progressi nell'avvicinamento dei punti di vista», ha dichiarato la fonte, aggiungendo che è stato raggiunto un accordo sugli «assi fondamentali tra tutte le parti».

La fonte ha detto che le delegazioni del Qatar e di Hamas lasceranno il Cairo e torneranno entro due giorni per concordare i termini finali dell'accordo. 

Hamas ha detto domenica che vorrebbe vedere una «completa cessazione dell'aggressione». Il gruppo ha anche ribadito le sue richieste, tra cui il ritiro delle truppe israeliane da Gaza, il ritorno dei palestinesi sfollati alle loro case, la ricostruzione dei danni subiti a Gaza dall'esercito israeliano e il «completamento di un accordo di scambio di prigionieri» che preveda il rilascio reciproco di prigionieri palestinesi in cambio di ostaggi israeliani detenuti a Gaza.

Israele ha ripetutamente definito le richieste di Hamas «deliranti».