USA

Pure i repubblicani contro le parole di Trump: «Putin ha iniziato la guerra, è lui il dittatore»

Diversi senatori dello stesso schieramento politico del presidente USA prendono le distanze dalle sue dichiarazioni sulla guerra in Ucraina e mostrano il loro sostegno a Zelensky: «È stato eletto legittimamente»
© Shutterstock
Michele Montanari
20.02.2025 11:45

Le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla guerra in Ucraina hanno suscitato aspre polemiche e dato il via a un durissimo botta e risposta con il leader ucraino Volodymyr Zelensky. A colpire, in queste ore, sono le posizioni assunte da diversi senatori repubblicani, i quali raramente hanno criticato le uscite del capo della Casa Bianca in seguito alla sua rielezione di novembre. Questa volta, però, Trump sembra esser andato lungo anche per gli esponenti del suo stesso schieramento politico, i quali, non attaccandolo direttamente, hanno comunque espresso opinioni ben distanti da quelle del presidente USA.

A tal proposito, il Washington Post scrive di come gli attacchi del tycoon al leader di Kiev abbiano rappresentato un «test cruciale» sulla determinazione del Partito repubblicano di frenare l'irruenza di Trump: molti suoi alleati si sono fatti sentire in maniera più marcata rispetto a quanto successo in altre situazioni, come ad esempio dopo la decisione di licenziare i dipendenti federali sotto la scure del DOGE o in seguito alla chiusura di importanti iniziative governative, tra cui la USAID, incaricata di fornire aiuti all’estero.

Questa volta, davanti all'accusa di Trump a Zelensky, secondo cui sarebbe stato proprio lui a iniziare la guerra in Ucraina, per alcuni deputati è stato impossibile tacere.

«Non ci sono dubbi: quell'invasione è responsabilità di un solo essere umano sulla faccia della terra. Vladimir Putin», ha affermato il senatore della Carolina del Nord Thom Tillis, riferendosi all’invasione del febbraio del 2022 ordinata dal presidente russo. Tillis ha anche sottolineato come non vi sia «equivalenza» tra Putin e Zelensky.

Pure Lindsey Graham (Carolina del Sud), uno dei più fedeli alleati di Trump, ha preso posizione contro le dichiarazioni del presidente USA: «Quando si tratta di dare la colpa per l'invasione russa dell'Ucraina, il più colpevole di tutti è Putin», ha scritto su X, puntando il dito contro le precedenti amministrazioni USA: «Se cercate politici americani da incolpare, Biden e Obama sono in cima alla mia lista. Sono stati pateticamente deboli nel gestire Putin e non sono riusciti a proteggere l'Ucraina dall'invasione. Al coro dei democratici che ora amano l'Ucraina dopo che è stata invasa: dov'eravate prima dell'invasione di Putin?». Graham ha poi aggiunto che «il presidente Trump è la migliore speranza dell'Ucraina per porre fine a questa guerra in modo onorevole e giusto. Credo che avrà successo e raggiungerà questo obiettivo alla sua maniera».

E ancora: «La Russia è l'aggressore, non c'è dubbio», ha affermato, citato dal WP,  il leader della maggioranza in Senato John Thune (Sud Dakota), evidenziando che «Trump può parlare per sé, ma secondo me non c'è dubbio su chi abbia iniziato la guerra».

L'unico ad affrontare direttamente il tycoon è stato il senatore John Neely Kennedy (Louisiana), che ai giornalisti presenti a Capitol Hill ha dichiarato: «Ecco dove non sono d'accordo con la Casa Bianca. Penso che Vladimir Putin abbia iniziato la guerra. Credo anche, per amara esperienza, che Vladimir Putin sia un criminale. È un gangster dal cuore nero. Fa sembrare Jeffrey Dahmer come Madre Teresa. Ha il gusto di Stalin per il sangue».

Durante il programma «The Source» della CNN, il senatore del Missouri Eric Schmitt ha rimarcato la responsabilità della Russia per la guerra in Ucraina, evidenziando però il suo supporto a Trump, definito un «maestro negoziatore».

Diversi altri repubblicani hanno poi contestato l'affermazione del presidente USA sul fatto che Zelensky sarebbe un «dittatore» perché non ha permesso le elezioni in Ucraina durante l'invasione russa. Questo è vero: le votazioni avrebbero dovuto tenersi lo scorso aprile, ma il Paese devastato dalla guerra è sotto legge marziale, e dunque non sono previste elezioni, come sancito nella Costituzione ucraina ben prima che Zelensky salisse al potere nel 2019 (la relativa legge è stata approvata nel maggio del 2015).

Un ex deputato repubblicano, Adam Kinziger, ha pubblicato un pesante attacco su X: «Letteralmente ogni potenziale candidato alla presidenza in Ucraina ha dichiarato che non è il momento giusto per indire elezioni durante una guerra. Questa è una nozione base per chiunque conosca un minimo di storia. Tranne Trump perché è un imbecille».

Il legislatore del Nebraska Don Bacon ha invece riferito alla CNN: «Penso che quello che ha detto (Trump, ndr) sia sbagliato. Ed è un peccato. Molti repubblicani sanno che quello che ha detto oggi il presidente è sbagliato. Putin ha iniziato questa invasione. È il dittatore. Ha ucciso tutti i suoi oppositori. Zelensky è stato eletto legittimamente», e ha fatto notare come l'Ucraina sia sotto legge marziale a causa dell'invasione russa.

Su X ha poi aggiunto: «Putin ha commesso crimini di guerra. Putin è il dittatore che ha assassinato i suoi oppositori. Le nazioni dell'UE hanno contribuito maggiormente per l'Ucraina (Trump, tra le altre cose, ha suggerito che l'Europa non abbia fatto abbastanza per Kiev rispetto agli USA, ndr). Zelensky nei sondaggi supera il 50% (secondo il tycoon il suo indice di gradimento è del 4%, ndr). L'Ucraina vuole far parte dell'Occidente, Putin odia l'Occidente. Non accetto il doppio pensiero di George Orwell».

La senatrice Lisa Murkowski (Alaska), dal canto suo, ha preso le parti del leader ucraino: «Non definirei mai il presidente Zelensky un dittatore», pur sottolineando di non conoscere il contesto in cui il presidente USA ha attaccato Zelensky. E ancora, il senatore Mike Rounds (Sud Dakota) ha definito Zelensky il presidente «legittimamente eletto», mentre Susan Collins (Maine) ha dichiarato di non essere d'accordo sulle parole utilizzate da Trump. E pure il senatore Kevin Cramer (Nord Dakota) ha dato torto al tycoon, spiegando che l'aver sposato la propaganda del Cremlino potrebbe essere una strategia in vista dei negoziati con la Russia. 

Nonostante le numerose divergenze tra i repubblicani, Trump ha potuto contare sul sostegno di alcuni suoi alleati fondamentali, tra cui il vicepresidente JD Vance, che in un'intervista al Daily Mail ha avvisato Zelensky di smorzare i toni quando si rivolge al presidente USA: «L'idea che Zelensky possa far cambiare idea al presidente parlando male di lui sui media pubblici... chiunque conosca il presidente vi dirà che è un modo atroce di trattare con questa amministrazione». 

In questo articolo: