Russia

«Putin è contro di me, ma Dio è dalla mia parte»

Boris Nadezhdin è convinto di poter sfidare il presidente alle prossime elezioni: ma davvero possiamo definire l'esponente di Iniziativa Civica un «pacifista»?
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Marcello Pelizzari
29.01.2024 15:00

«Vladimir Putin è contro di me. Dio, però, è dalla mia parte». Boris Nadezhdin, intervistato da Politico, l'ha buttata sul ridere. Analisti ed esperti, però, si interrogano: davvero il candidato «pacifista» può sperare di battere il presidente-padrone russo alle elezioni di marzo? E ancora: quanto è davvero «pacifista» il candidato di Iniziativa Civica. I dati, per ora, sembrerebbero confortanti: il diretto interessato ha spiegato alla stampa di aver raccolto oltre 200 mila firme a sostegno della sua candidatura, come richiesto dal regolamento. Come dire che, insomma, una buona fetta di Paese è con lui. E sarà con lui.

Nadezhdin, un veterano della politica con i suoi sessant'anni, punta a risultati concreti. Uno su tutti: porre fine all'errore «fatale» di Vladimir Putin, l'invasione dell'Ucraina del febbraio 2022. E poi, ancora, liberare i prigionieri politici, fra cui Alexey Navalny, fare marcia indietro rispetto alle leggi anti-LGBTQ+ e porre fine alla cosiddetta censura militare, quella per cui se dici «guerra» invece di «operazione militare speciale» rischi grosso, anzi grossissimo. Detto ciò, le critiche nei confronti di questo fisico di formazione non sono mancate: le posizioni di Nadezhdin sullo status della Crimea – regione annessa illegalmente dalla Russia nel 2014 – e dei territori occupati dell'Ucraina orientale sono state definite ambigue. Molto ambigue. Il politico di Iniziativa Civica, al riguardo, ha detto che una decisione in merito spetterà, se caso, ai residenti. Non solo, detto che Nadezhdin considera la guerra un errore «fatale» di Putin, quando ne parla usa la denominazione scelta dal Cremlino: operazione miltare speciale. A suo dire, per evitare di incorrere nelle leggi sulla censura militare. 

Quanto al successo, improvviso, di Nadezhdin, con file e file di cittadini russi sparsi in varie città durante il processo di raccolta delle firme, l'esponente di Iniziativa Civica ha spiegato a Politico che tutto è figlio di «una serie di miracoli» e «cose sorprendenti». Nell'ordine: il fatto di essere riuscito a ottenere l'appoggio di Iniziativa Civica, partito liberale, riducendo così gli ostacoli amministrativi da affrontare prima di ottenere ufficialmente lo status di candidato, ma anche le donazioni ricevute da migliaia e migliaia di cittadini, come – infine – il sostegno ricevuto da alcuni esponenti dell'opposizione russa in esilio all'estero. «Potete pensare a Dio, o al destino, ma direi che c'è una forza tangibile a guidare la mia campagna» ha spiegato Nadezhdin. 

Detto che, appunto, il termine «pacifista» associato a Nadezhdin presenta non poche sfumature, secondo gli analisti il boom a livello di popolarità sarebbe un segno, diffuso, del malcontento nei confronti del Cremlino e della guerra in Ucraina. Sono in molti, al riguardo, a chiedersi quanto possa durare questa ascesa prima che Putin intervenga o, peggio, se Nadezhdin non sia, in realtà, un finto candidato alternativo «accettato» proprio dal Cremlino. Nessuno, finora, si è fatto avanti dall'amministrazione presidenziale per invitarlo a «a prendere un tè», ha detto ironicamente Nadezhdin, considerando il rapporto che le autorità russe hanno con questa bevanda (il classico regalo avvelenato, letteralmente). «È un segno – ha aggiunto – che non sanno bene che cosa fare di me».

Nadezhdin, ora, confida in un ultimo miracolo: vedere il suo nome sulla scheda elettorale. «Quello che sto facendo è sostenuto da Dio» ha ribadito l'uomo di Iniziativa Civica. Salvo poi ammettere che non tutto è riconducibile all'Altissimo: «Dio aiuta chi si aiuta da solo» ha chiosato, chiarendo di aver lavorato finora anche diciotto ore al giorno.