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Dopo l'annuncio della mobilitazione parziale, Mosca sta facendo i conti con una serie di manifestazioni in oltre trenta città del Paese: 1.026, secondo i dati di un'ONG, le persone arrestate — TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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21:10
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«Oltre mille arresti nelle proteste in Russia»
Continua a salire il bilancio delle persone arrestate durante manifestazioni in Russia contro la parziale mobilitazione per l'offensiva in Ucraina: sarebbero almeno 1.026.
Secondo l'ong Ovd-Info, le manifestazioni sono avvenute in almeno 38 città del Paese. Queste sono le più grandi proteste in Russia da quelle successive all'annuncio dell'offensiva di Mosca in Ucraina a fine febbraio.
17:48
17:48
«La Russia ha violato i principi della carta ONU»
«La Russia ha vergognosamente violato i principi base della carta dell'Onu invadendo l'Ucraina»: lo ha detto Joe Biden intervenendo all'assemblea generale dell'Onu.
Vladimir Putin ha pronunciato «minacce nucleari spericolate e irresponsabili», ha aggiunto il presidente statunitense, sottolineando che i referendum del Cremlino nel Donbass sono dei «referendum farsa» che violano la sovranità dell'Ucraina.
Putin vuole «annientare il diritto dell'Ucraina ad esistere», ha tuonato Biden.
16:14
16:14
«Da Putin una chiara ammissione di fallimento»
La mobilitazione parziale annunciata da Vladimir Putin «è una chiara ammissione del fallimento» della Russia in Ucraina. Lo sostiene il governo britannico di Liz Truss in una nota diffusa da Downing Street in cui si denunciano come «riprovevoli» le azioni di Mosca sul terreno e si ribadisce l'intenzione di Londra di continuare ad aiutare Kiev «a difendere» militarmente «la propria sovranità».
Questo vale anche sui territori soggetti ad atti di annessione russa: annessione che non sarà «mai riconosciuta» dal Regno Unito. La nota è uscita a margine di un intervento all'Onu che Truss, al debutto da premier, farà nelle prossime ore a New York.
«Il discorso di Putin e la sua mossa di mobilitare la popolazione russa sono una chiara ammissione del fallimento dell'invasione» così come condotta finora in Ucraina, ha detto una portavoce di Truss.
Più tardi la neo premier Tory intende usare la tribuna dell'Assemblea Generale dell'Onu per sollecitare gli alleati occidentali della Nato e tutti i leader «democratici» a non piegarsi ad alcuna concessione nei confronti di Mosca e a non arretrare nella difesa «di un ordine internazionale garante della libertà», secondo le anticipazioni diffuse dal suo staff. L'obiettivo indicato da Truss deve essere quello di continuare a «contrastare l'autoritarismo» di leader come Putin.
Le parole della premier sono state precedute oggi da quelle non meno dure del suo ministro della Difesa, Ben Wallace, confermato nello stesso ruolo ricoperto nella compagine di Boris Johnson, il quale ha rinfacciato al leader del Cremlino «e al suo ministro della Difesa» Serghei Shoigu, d'aver mandato «a morire migliaia di loro connazionali, mal equipaggiati e mal guidati». «Nessuna minaccia o propaganda - ha poi rincarato la dose Wallace via Twitter - può nascondere il fatto che l'Ucraina sta vincendo la guerra, che la comunità internazionale è unita e che la Russia sta diventando un paria globale».
15:49
15:49
NATO: «Da Putin incauta e pericolosa retorica nucleare»
Vladimir Putin ha usato «una pericolosa e incauta retorica nucleare. Lui sa bene che una guerra nucleare non può essere vinta e avrebbe conseguenze senza precedenti per la Russia. Inoltre la Nato sta aumentando la sua presenza» sul fronte Est «per rimuovere qualsiasi equivoco a Mosca. Noi faremo in modo che non ci siano equivoci a Mosca sulla serietà dell'uso di armi nucleari». Lo ha detto, in una videointervista alla Reuters il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
«La nostra reazione dipenderà dal tipo di situazione e dal tipo di armi che saranno usate. La cosa più importante è prevenire che ciò accada ed è per questo che siamo stati così chiari nelle nostre comunicazioni con la Russia sulle conseguenze senza precedenti» per la Russia e «che una guerra nucleare non può essere vinta da Mosca», ha spiegato Stoltenberg. «Abbiamo aumentato la preparazione ad una risposta delle nostre forze e la presenza delle truppe Alleate sul fianco Est, ha aggiunto Stoltennberg rimarcando che la »Nato è vigile«.
15:14
15:14
Zelensky: «Non credo che Putin userà armi nucleari»
«Non credo che userà queste armi. Non credo che il mondo gli consentirà di impiegarle». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un'intervista alla Bild, rispondendo a una domanda sulla minaccia nucleare di Putin.
Tuttavia il presidente non esclude completamente un attacco nucleare: «Non possiamo leggere nella testa di questa gente. Ci sono dei rischi», aggiunge. Per Zelensky, non si può comunque cedere ai ricatti russi: «Domani Putin può dire: vogliamo oltre all'Ucraina anche una parte della Polonia, altrimenti useremo le armi nucleari. Non possiamo stare a questi ricatti».
14:52
14:52
«Migliaia di russi gettati nel tritacarne»
Il movimento Vesna ha lanciato un invito a protestare contro la mobilitazione parziale annunciata dal presidente russo Vladimir Putin per la guerra in Ucraina: lo riferisce la testata indipendente «Meduza». Le manifestazioni dovrebbero svolgersi stasera nelle città russe.
«Migliaia di uomini russi - i nostri padri, fratelli e mariti - saranno gettati nel tritacarne della guerra. Per cosa moriranno? Per cosa madri e bambini verseranno lacrime?», si legge nell'appello del movimento.
12:44
12:44
UE: «Il discorso di Putin è un chiaro segnale di disperazione»
«È una prova ulteriore che Putin non è interessato alla pace ma ad una escalation. I suoi annunci sono anche un chiaro segnale che lui è interessato solo a continuare questa guerra distruttiva, è un segnale chiaro di disperazione» ed è qualcosa «che avrà conseguenze negative anche sulla popolazione russa». Lo ha sottolineato il portavoce del Servizio di azione esterna dell'Ue Peter Stano commentando, nel briefing quotidiano a Bruxelles, il discorso del presidente russo Vladimir Putin.
«Lui non ha deciso di attaccare solo l'Ucraina ma l'intera comunità internazionale», ha aggiunto.
12:43
12:43
Putin non ha parlato con o leader stranieri prima del discorso
Il presidente russo Vladimir Putin non ha avuto alcuna conversazione telefonica con leader stranieri prima di rivolgere il suo discorso alla nazione, in cui ha annunciato una mobilitazione militare parziale. Lo sottolinea il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
12:20
12:20
Navalny, la mobilitazione è un'enorme tragedia
«Ora alcuni lavoratori di Kovrov (città a 250 km da Mosca), trentenni, saranno chiamati a morire da qualche parte vicino a Kherson. È un'enorme tragedia». Così il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, Alexey Navalny, dal carcere, ha commentato - citato da Mediazona - la mobilitazione parziale ordinata da Putin.
«Penso che non chiameranno da Mosca. Chiama 50'000 persone da Mosca e domani 150'000 parenti protesteranno per strada», ha affermato ancora Navalny, in collegamento video con il tribunale di Kovrov per una causa contro l'amministrazione del carcere nel quale è detenuto a regime duro, che lui accusa di violare i suoi diritti.
10:51
10:51
«L'invasione sta fallendo»
Per il governo britannico il discorso del presidente russo Vladimir Putin mostra che l'invasione russa dell'Ucraina «sta fallendo». Lo ha detto il ministro della difesa Ben Wallace.
«Nessuna quantità di minacce o propaganda può nascondere il fatto che l'Ucraina sta vincendo questa guerra, che la comunità internazionale è unita e che la Russia sta diventando un'emarginata globale», ha dichiarato.
10:50
10:50
«L'ordine di Putin? Un segno di debolezza»
La mobilitazione parziale ordinata dal presidente russo Vladimir Putin è un segno di «debolezza». E' quanto sostiene l'ambasciatrice statunitense in Ucraina.
«I referendum farsa e la mobilitazione sono segni di debolezza, del fallimento russo», ha scritto Bridget Brink su Twitter. «Gli Stati Uniti non riconosceranno mai la pretesa della Russia di annettere il territorio ucraino, e continueremo a stare al fianco dell'Ucraina per tutto il tempo necessario».
08:23
08:23
Putin ordina una «mobilitazione militare parziale»
Nel suo atteso discorso alla tv il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato una mobilitazione parziale in Russia, con il richiamo dei militari della riserva. L'obiettivo di Mosca in Ucraina rimane «la liberazione di tutto il Donbass», un proposito «irremovibile».
La mobilitazione parziale è già cominciata oggi con la pubblicazione del relativo decreto del Cremlino. Saranno i capi delle diverse regioni a dover assicurare l'arruolamento nella quantità e nei tempi stabiliti dal ministero della difesa.
Putin ha pure affermato che i territori dell'Ucraina che hanno annunciato il referendum per l'adesione alla Russia «hanno il sostegno» di Mosca.
Il presidente russo ha quindi dichiarato che «l'Ucraina è stata riempita ancora di più di armi» e che «unità militari addestrate secondo gli standard della NATO» sono «sotto il comando effettivo di consiglieri occidentali».
Senza fornire prove, Putin ha anche affermato che Kiev «ha lanciato» quelle che lui definisce «nuove bande di mercenari stranieri e nazionalisti».
Ha inoltre sostenuto che «in tempo reale, utilizzando sistemi moderni, aerei, navi, satelliti, droni strategici, la NATO effettua ricognizioni in tutto il sud della Russia».
Nel suo discorso il presidente ha pure ribadito che l'operazione militare speciale in Ucraina è stata inevitabile e che l'obiettivo dell'Occidente è «indebolire, dividere e distruggere la Russia».
«Nella sua aggressiva politica anti-russa, l'Occidente ha superato ogni limite», ha detto il presidente russo, aggiungendo che userà «tutti i mezzi a nostra disposizione».
E ha ammonito coloro che stanno cercando di usare il ricatto nucleare contro la Russia, spiegando che «scopriranno che le carte in tavola possono essere rivoltate contro di loro». «Non sto bluffando», ha aggiunto.
Putin ha concluso il suo discorso televisivo alla Nazione affermando che «è nostra tradizione storica e destino del nostro popolo fermare coloro che cercano il dominio mondiale, che minacciato di smembrare e rendere schiava la madrepatria. È quello che stiamo facendo ora, e credo nel vostro sostegno».
Trecentomila riservisti
La mobilitazione parziale in Russia prevede il richiamo di 300.000 riservisti. Si tratterà di uomini che hanno già servito nell'esercito, con esperienza di combattimento e specializzazioni militari. Sono esclusi i militari di leva. Lo ha detto il ministro della difesa Serghei Shoigu, citato dalla Tass, aggiungendo che scopo della mobilitazione è «controllare i territori liberati» in Ucraina.
«Non posso fare a meno di sottolineare che oggi combattiamo non solo con l'Ucraina e l'esercito ucraino, ma con tutto l'Occidente», ha dichiarato Shoigu, aggiungendo che la Russia sta trovando il modo di contrastare le armi fornite all'Ucraina dai Paesi occidentali.
Il ministro ha anche sostenuto che dall'inizio dell'operazione militare in Ucraina la Russia ha perso 5.937 soldati.
06:33
06:33
IL PUNTO ALLE 6
Nonostante le pesanti critiche e le condanne da parte della comunità internazionale, la Russia si avvia verso referendum farsa sull'annessione dei territori ucraini occupati. Importanti organi di propaganda del Cremlino hanno fatto intendere che il presidente Vladimir Putin parlerà quest'oggi ed affronterà la questione referendum, dopo che ieri sera non c'è stato il discorso televisivo che era stato annunciato da diversi media russi. Il presidente ucraino Volodomyr Zelensky ha preso con filosofia l'annuncio dei referendum nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, sottolineando che non si tratta di una novità. «La nostra posizione non cambia, nonostante questi annunci», ha detto il leader ucraino nel suo discorso video. «Stiamo difendendo l'Ucraina, stiamo liberando il nostro Paese e, soprattutto, non stiamo mostrando alcuna debolezza». Zelensky quest'oggi farà chiarezza sulla situazione in Ucraina davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, a cui parteciperà in collegamento video; la Russia sarà invece rappresentata dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Quest'oggi scatta il 210° giorno dall'inizio dell'invasione russa avvenuta lo scorso 24 febbraio.