«Putin pazzo? È estremamente lucido, questa è la tragedia»
La guerra in Ucraina è l'opera di un folle? Negli ultimi giorni, su Vladimir Putin è stato detto di tutto. Secondo analisti ed esperti, il presidente russo sarebbe diventato irrazionale e paranoico, mentre per altri sarebbe addirittura impazzito. Insomma, il conflitto che infuria da più di due settimane sarebbe scoppiato per volere di una persona malata di mente. Con Nicolai Lilin, scrittore italiano di origini russe noto per i libri Educazione siberiana (Einaudi, 2009) e Putin. L'ultimo zar (Piemme, 2020), parliamo del leader del Cremlino, delle sue strategie e dei suoi obiettivi, ma anche della crescente russofobia in Occidente.
Secondo
alcuni analisti, Putin sarebbe diventato irrazionale, paranoico, o addirittura impazzito. Cosa c’è di vero? Siamo noi
che non riusciamo a comprendere questo personaggio?
«Credo che si faccia molta fatica a capire Putin, per una evidente differenza di sistemi politici tra Occidente e Russia. È difficile comprendere ciò che è così diverso da noi. Putin è
complicato. È un ex funzionario del KGB e già solo questo ci spinge a pensare
subito alla Guerra Fredda. Facciamo fatica a capire la sua mentalità e i suoi obiettivi.
Non riusciamo assolutamente a decifrare il suo linguaggio: i russi usano molte
parole quando parlano e ricorrono a metafore complesse. Putin le usa di
frequente per rivolgersi anche alla popolazione che vive nelle zone periferiche del Paese. Gli analisti
occidentali non riescono a dargli una collocazione. Per quanto riguarda una sua
presunta pazzia, la storia ci insegna che liquidare qualsiasi problematica
geopolitica incolpando di follia, di pazzia o di ferocia un solo personaggio,
di solito è una tattica di chi vuole scaricare le proprie responsabilità. Così
è stato per Hitler, che tutta l’Europa all’unisono ha dichiarato pazzo e
violento, quando in realtà è stato sostenuto da molti, anche da enormi gruppi
bancari e industriali. Se leggiamo la storia a livello puramente scolastico,
scopriamo che Hitler era semplicemente un folle. Queste sono banalità. Putin
non è pazzo, la tragedia sta nel fatto che è estremamente lucido. È un politico
che ha i propri interessi e non li nasconde. Se noi avessimo guardato con attenzione a quello che stava succedendo ad Est, e se avessimo avuto la capacità
di interpretare ciò che avveniva, avremmo potuto evitare questa guerra. È
giusto incolpare Putin, ma è altrettanto giusto accettare le
nostre responsabilità. Dalla Russia arrivavano i segnali di questo conflitto già
dal 2007, ma non siamo stati in grado di capirli».


Lei dice che Putin è estremamente lucido, ma molti considerano disastrosa la sua azione militare. Possibile che un politico così esperto abbia sottovalutato la resistenza
ucraina, pensando di conquistare il Paese in pochi giorni?
«Sono sempre
più convinto che Mosca non voglia conquistare l’Ucraina. Dal punto di vista
strategico questa è una guerra stranissima. Io ho visto l’esercito russo in
Cecenia e me lo ricordo bene, so di cosa sto parlando. Certo, è un esercito che
ha una serie di problematiche, come la sua composizione, in cui emerge un enorme distacco tra gli alti ufficiali e i soldati. Inoltre c'è molta corruzione nelle forze armate. Però sono passate
più di due settimane e ancora, ad esempio, non abbiamo visto un vero e proprio "carpet
bombing", la strategia usata dagli americani per radere al suolo l'Iraq. Un bombardamento
a tappeto di questo tipo avrebbe fatto decine di migliaia di morti in pochi giorni. I russi
stanno facendo proprio il contrario e credo che se avessero voluto conquistare
l’Ucraina, sarebbero arrivati alla frontiera con la Polonia in meno di una
settimana. In questi giorni l’esercito di Putin sta colpendo determinati obiettivi
e zone, andando molto lento. Tra l’altro gran parte dei reparti mossi in questa
operazione non è da combattimento, soprattutto le brigate motorizzate. Queste
non hanno alcun tipo di esperienza militare, e infatti stanno subendo molte
perdite. Faccio fatica a pensare che una strategia del genere sia stata messa in atto
per conquistare tutta l’Ucraina: per farlo avrebbero utilizzato bombardamenti a tappeto, molta più
artiglieria, più missili, e meno forze di terra. Avrebbero massacrato un numero
molto maggiore di civili risparmiando i propri soldati. A mio avviso il Cremlino sta prendendo tempo perché aspetta
una reazione dal mondo. Per molti anni Putin ha invitato gli occidentali a ragionare
sulla questione ucraina, ma nessuno lo ha ascoltato attentamente. Ora sta cercando
di dimostrare che è capace di fare un passo del genere, però lo fa con i suoi
tempi, aspettando che arrivino i negoziatori. Non mi riferisco a Zelensky, il
presidente russo vuole negoziatori seri, quelli occidentali. Le sanzioni non fermeranno Putin e, al momento, servono solo a distruggere la nostra economia. Lo vediamo nel prezzo del petrolio e di molti prodotti
alimentari».
Numerose forze di terra, che si muovono
lentamente: con questa strategia Putin sta mandando al macello molti più soldati russi...
«Stiamo
parlando della Russia. Lì il prezzo della vita umana, soprattutto dei soldati,
non viene considerato da nessuno. Suona brutale, ma è così: la Russia è
abituata a perdere i militari. È una forma di sacrificio che fa parte dello
spirito nazionale. Questa è un’altra cosa che noi occidentali non potremo mai capire.
Detto questo, Putin sta cercando di arrivare a delle trattative in cui userà la
presenza militare dei russi in Ucraina come merce di scambio. Così potrà
dire: "Me ne vado, ma voi mi riconoscete le Repubbliche del Donbass, mi date Mariupol
per ricollegare la Crimea alla Russia, ecc".
Sta preparando queste trattative con i rappresentanti occidentali di Zelensky.
Il presidente ucraino a livello politico è una nullità e Putin questo lo sa
bene. Sa che il presidente ucraino non deciderà niente: lui è un attore, non un
politico come Putin. È questa la realtà sciagurata dell’Ucraina».


Zelensky però è stato capace di lanciare
messaggi molto forti all’Occidente, anche grazie all’uso dei social network. Secondo gli esperti, dal punto di vista della comunicazione è stato eccezionale: è diventato il volto di un’intera Nazione ed è riuscito a chiamare a raccolta sia gli ucraini che molti soldati stranieri.
«Zelensky fa
una propaganda molto pericolosa, perché sta dicendo a molti giovani di combattere, di
armarsi e persino di affrontare i carri armati con le molotov. Sì, in questo c’è un grande
patriottismo, ma ci sono anche tanti uomini che moriranno. Io non direi mai a
mio figlio di andare a combattere, in nessuna situazione. E non lo direi
neanche ad un estraneo, perché ho vissuta la guerra e so che non c’è niente di peggio.
Se dovessi trovarmi in queste condizioni, farei di tutto per arrivare ad una
conclusione con il dialogo. Quando hai un aggressore del genere, è chiaro che
la resistenza sarà soltanto un bagno di sangue. Il presidente ucraino sta
trascinando tutto l’Occidente in questo massacro. Perché dovremmo sostenere una
persona del genere, che inneggia alla guerra attraverso l’uso dei social media?
Io sostengo il popolo ucraino, in questo momento a casa mia sto ospitando due
famiglie fuggite dalla guerra. Putin è da condannare e sta commettendo un crimine,
ma in Ucraina il popolo sta morendo perché glielo dice Zelensky. E lo dice
sapendo che alla fine lui verrà messo in salvo».
Persino il patriarca
Kirill ha giustificato la guerra di Putin. Come può un cristiano mettersi dalla
parte di morte e distruzione?
«Il
patriarca Kirill è un decerebrato, lui sì che un malato di mente. È un personaggio avido e rovinato da una ideologia confusa di
patriarcato, religione cristiana e comunismo. Mi fa orrore la propaganda russa
che arriva in questi giorni. Il patriarca e alcuni preti dovrebbero diffondere
il messaggio di amore di Cristo e invece giustificano la guerra. Se Cristo
dovesse scendere dalla croce li prenderebbe a schiaffi».
Il
conflitto si è spostato in Occidente sotto altre forme: mi riferisco agli
episodi russofobi che hanno colpito anche il mondo della cultura. Crede che
politici e media stiano facendo abbastanza per contrastare questo fenomeno?
«Purtroppo sono
proprio alcuni politici e media che lo alimentano. Quando questi fenomeni colpiscono
il mondo della cultura è una disgrazia, perché è l’unica cosa che ci rende umani.
Se scaviamo trincee anche nella cultura siamo finiti, e le persone che non lo
capiscono sono pericolose per la pace. Le racconto un caso personale: mio
nipote ha 8 anni, e il suo insegnante di scuola gli ha detto: "Tu sei russo, lo
sai che i russi ammazzano i bambini?". Siamo arrivati ad incolpare
un bambino perché russo. Questo episodio racconta la brutalità del clima che si
è creato alle nostre latitudini. I russi che vivono in Occidente sono in gran
parte persone fuggite perché non volevano avere niente a che fare con il regime di Mosca. Qua io non conosco sostenitori di Putin, anzi, quelli che lo apprezzano sono più
gli italiani. Ho scritto un libro per questo, per spiegare chi è veramente lo "zar" a quelli che dicono: "Vogliamo Putin, è meglio dei nostri politici". Ognuno
è libero di pensare quello che vuole, però io vorrei che prima di parlare, la
gente capisse chi è veramente Putin. I russi sono fuggiti da quel modo di pensare e incolparli
per ciò che avviene in Ucraina è un’idiozia totale. Tra i nostri valori c’è
il pacifismo: qui i problemi non si risolvono con le guerre, perché cerchiamo il
dialogo. Quando vedo che le persone trascinano le dinamiche della guerra in
Occidente, mi domando: non pensate che sarebbe più logico insegnare i nostri
valori a chi si sta ammazzando, anziché trasportare questo bagno di sangue qui da
noi?».