Qual è il posto più sicuro su un aereo?

Qual è il posto più sicuro, in aereo? La domanda è tornata di strettissima attualità dopo quanto successo all'Airbus A350 della Japan Airlines e, ancora, al Boeing 737 MAX 9 di Alaska Airlines. Una domanda lecita, secondo gli esperti, considerando l'emotività del momento. Eppure, volare senza incidenti di sorta è (e rimane) la normalità. Negli Stati Uniti, per dire, nel 2022 si sono verificati appena venti eventi su aerei di linea di compagnie americane su un totale di 8,4 milioni di partenze. Con una sola vittima. A dirlo il National Safety Transportation Board.
Le ricerche su Google
Su Google, nel frattempo, in questi ultimi giorni le ricerche sul tema si sono moltiplicate. Tuttavia, una risposta univoca e soprattutto soddisfacente non esiste. Tradotto: quel posto non c'è, perché gli incidenti aerei sono tanto rari quanto impossibili da prevedere. Quanto successo al volo AS 1282 sopra i cieli di Portland, ad esempio, a suo modo è sorprendente. Al di là di ciò che emergerà dalle indagini. Una parte di fusoliera, volendo semplificare al massimo, è letteralmente saltata all'improvviso. Alla fila 26, verso la parte posteriore dell'aeroplano. Fortunatamente, nessuno si trovava al posto 26A né sul sedile centrale adiacente. Subito, sui media e nei racconti dei testimoni, si è parlato di un portellone d'emergenza. In realtà, a esplodere è stato un normale pannello. In una zona che, è vero, in determinate configurazioni del vettore avrebbe potuto essere occupata da una «vera» uscita di emergenza.
Nessun passeggero dei voli di Japan Airlines o Alaska Airlines è rimasto gravemente ferito. Al di là della bravura degli equipaggi e della procedura di evacuazione subito avviata a Tokyo, quando si verificano incidenti del genere nessuno, con esattezza, può predire come si svilupperanno. Così Anthony Brickhouse, professore associato all'Embry-Riddle Aeronautical University di Daytona Beach, al Wall Street Journal: «Se qualcuno sapesse dirmi in anticipo come si schianterà un aereo, allora potrei dire dove è meglio sedersi».
Lo stesso Brickhouse, per contro, ha spiegato che, statistiche alla mano, la parte posteriore sembrerebbe essere più sicura, seguita dalla zona centrale. Ma, appunto, da qui a stabilire regole generali ce ne passa.
Le istruzioni del personale di cabina
Su una cosa, per contro, gli esperti concordano: più che preoccuparsi del posto, i passeggeri dovrebbero concentrarsi maggiormente sulle istruzioni di sicurezza che il personale di cabina fornisce prima del decollo. Quante volte, ad esempio, i cosiddetti frequent flyer ignorano parzialmente o totalmente le indicazioni su come comportarsi in caso di incidente? Appunto. Eppure, le indicazioni sono semplici. Fra le altre cose, mantenere (sempre) le cinture allacciate e individuare l'uscita di emergenza più vicina al proprio posto. Brickhouse, al riguardo, ha ricordato come in alcuni casi, dopo un incidente, i passeggeri non si siano accorti di un'uscita di emergenza una o due file dietro al posto in cui erano seduti. «Psicologicamente, agli esseri umani piace lasciare l'aereo nello stesso modo in cui sono entrati» ha detto al Wall Street Journal. «È una questione di vigilanza, di attenzione e di consapevolezza di ciò che sta accadendo».
Detto delle istruzioni prima del decollo, durante un'evacuazione, come è successo all'aereo della Japan Airlines, è ovviamente necessario ascoltare le indicazioni dell'equipaggio, chiamato a definire quale sia il lato migliore per abbandonare l'aereo o quali uscite di sicurezza siano sicure per essere aperte. Il personale di cabina del volo JAL 516, mentre il velivolo veniva avvolto dalle fiamme sulla pista a Tokyo, è riuscito a evacuare 367 passeggeri in pochissimi minuti nonostante non tutte le uscite fossero disponibili.
La paura del finestrino
Dicevamo dell'emotività. Negli Stati Uniti, a margine dell'incidente occorso ad Alaska Airlines, il posto al finestrino non è più ambito come lo era fino a pochi giorni fa. Il Wall Street Journal, al riguardo, ha citato tale Matt Platt, un autista dello Utah che vola diverse volte all'anno. Spesso con i suoi figli. Uno dei quali ha dieci anni e, parola del padre, finora ha sempre scelto di sedersi al finestrino. Proprio come Matt quando era piccolo. Non lo farà al prossimo giro, quando la famiglia prenderà l'aereo per recarsi in Florida. Il fatto che l'incidente al volo AS 1282 sia legato a un aereo nuovo di zecca ha profondamente turbato Platt e, di rimando, molti altri americani. Al punto che lo stesso cinquantenne ha sentenziato: «Farei il possibile, ora, per non prenotare un posto al finestrino».