Il rapporto

Quando l'aria inquinata «ruba» anni di vita (e nuoce più delle sigarette)

Le polveri fini rappresentano una delle più gravi minacce per la salute, specialmente in Asia meridionale – Europa dell'Est più inquinata della parte occidentale, dove la pecora nera è la Pianura Padana
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Michele Montanari
30.08.2023 15:15

L’inquinamento atmosferico può rubare anni di vita. L’aumento di polveri fini e sostanze nocive nell’aria è in grado di ridurre l’aspettativa di vita di una persona di oltre cinque anni nell’Asia meridionale, una delle regioni più inquinate del mondo. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Air Quality Life Index dell’Energy Policy Institute (EPIC) dell'Università di Chicago, che segnala una crescita dell’inquinamento atmosferico in Paesi come il Bangladesh, l’India, il Nepal e il Pakistan. La Cina, invece, è in miglioramento, nonostante i livelli siano ancora allarmanti. Le polveri fini presenti nell’aria (in questo studio è stata presa in considerazione la classificazione PM 2.5, ossia le particelle il cui diametro è inferiore o uguale ai 2,5 micron) sono causate da incendi, attività industriali e veicoli con motori a combustione interna. 

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), stima che il 36% dei tumori ai polmoni sia legato alle emissioni di queste sostanze, così come il 34% degli ictus e il 27% delle malattie cardiovascolari. Secondo il report, portare i livelli di PM 2.5 agli stessi raccomandati dall’OMS potrebbe aumentare l’aspettativa di vita media mondiale di 2,3 anni, per un un totale di 17,8 miliardi di anni. Ad esempio, un abitante del Pakistan guadagnerebbe 3,9 anni rispettando le linee guida dell’OMS, le quali limitano la concentrazione media annua di PM 2.5 a 5 µg/m3, mentre in Nepal si vivrebbero 4,6 anni in più se i limiti fossero rispettati. La rapida industrializzazione e la crescita della popolazione hanno contribuito al peggioramento della qualità dell’aria in tutto il Sud dell'Asia, dove i livelli di inquinamento da polveri fini sono attualmente più alti di oltre il 50% rispetto all’inizio del secolo.

Il Paese più inquinato al mondo

Secondo lo studio, che utilizza dati satellitari per calcolare l’impatto di un aumento delle polveri fini trasportate dall’aria, la popolazione del Bangladesh, il Paese più inquinato al mondo, rischia di perdere in media 6,8 anni di vita a persona, rispetto, ad esempio, agli 0,36 anni degli Stati Uniti (in Ticino, dove l’inquinamento atmosferico è il più critico di tutta la Svizzera, nel 2021 si perdevano in media 0,68 anni di vita). Nel quartiere della città di Sylhet, il meno inquinato del Paese, il livello di polveri fini è 9,7 volte più alto rispetto ai valori raccomandati dall’OMS. In termini di aspettativa di vita, l'inquinamento da polveri fini rappresenta la seconda più grande minaccia per la salute umana dei circa 164,8 milioni di abitanti del Bangladesh (al primo posto ci sono le malattie cardiovascolari). Per fare qualche paragone, il consumo di tabacco riduce l’aspettativa di vita media di 2,1 anni, mentre la malnutrizione infantile di 1,4 anni.

La più grande minaccia per la salute

Stando al report, l’India, dal 2013, è responsabile di circa il 59% dell’aumento mondiale dell’inquinamento atmosferico: nella densamente popolata Nuova Delhi, una delle megalopoli più inquinate del mondo, la durata media della vita è diminuita di oltre 10 anni, indica la Reuters. La popolazione indiana conta 1,3 miliardi di persone e il 67,4% della popolazione vive in aree che superano lo standard nazionale di qualità dell’aria del Paese, che è pari a 40 µg/m3 (da notare che l'OMS raccomanda 5 µg/m3). In termini di aspettativa di vita, l’inquinamento da polveri fini è la più grande minaccia per la salute umana: in media l’aspettativa di vita di un indiano scende di 5,3 anni, mentre le malattie cardiovascolari «rubano» 4,5 anni di vita. Dal 1998 al 2021, l’inquinamento annuo da polveri fini è aumentato del 67,7%, riducendo ulteriormente l'aspettativa di vita media.

Il Dragone migliora, ma non basta

La Cina, invece, è riuscita a ridurre l’inquinamento del 42% tra il 2013 e il 2021. Nonostante gli enormi progressi compiuti, il Dragone è il 13. Paese più inquinato al mondo. A titolo di paragone, l’inquinamento da polveri sottili a Pechino è superiore del 40% rispetto alle città più inquinate degli Stati Uniti. Praticamente tutti gli 1,4 miliardi di cinesi vivono ancora in aree rurali in cui il livello medio annuo di PM 2.5 supera i valori raccomandati dall’OMS: la Cina rischia di perdere 3,6 miliardi di anni di vita totali. In termini di aspettativa di vita, l'inquinamento è tra le cinque maggiori minacce per la salute umana, con una riduzione di 2,5 anni di vita. L’uso del tabacco, ad esempio, riduce l’aspettativa di vita di un cinese di 3 anni.

E in Europa?

«Il 98,4% dell'Europa non soddisfa ancora le nuove linee guida dell'OMS di 5 μg/m3», sottolinea il rapporto. In generale, la qualità dell’aria è migliorata negli ultimi decenni nel Vecchio continente, ma gli sforzi oggi sono minacciati dal crescente numero di incendi, che provocano picchi di inquinamento atmosferico. «In Europa dell'Est le persone vivono 7,2 mesi in meno rispetto agli occidentali a causa dell'aria più inquinata», spiegano i ricercatori dell’Energy Policy Institute. Pecora nera dell'Europa occidentale è l'area della Pianura Padana, in Nord Italia, dove l'inquinamento atmosferico riduce l’aspettativa di vita anche di 1,34 anni (in Lombardia). La Bosnia-Erzegovina resta il Paese più inquinato d’Europa: respirare quell'aria «ruba» alla popolazione 1,8 anni di vita.

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 Air Quality Life Index
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