Guerra in Ucraina

Quanto sono devastanti le munizioni all'uranio impoverito?

Si tratta di proiettili anticarro che gli USA invieranno all'Ucraina: sono in grado di distruggere i mezzi corazzati e rilasciano particelle tossiche – Non sono armi nucleari, ma potrebbero provocare malattie
© Shutterstock
Michele Montanari
08.09.2023 09:00

Gli Stati Uniti invieranno all’Ucraina munizioni all’uranio impoverito. L’annuncio è arrivato l'altro ieri in occasione della visita del segretario di Stato statunitense Antony Blinken a Kiev. Una decisione simile era giunta a marzo dal Regno Unito suscitando immediatamente l’ira del presidente russo Vladimir Putin, che aveva parlato di una risposta da parte di Mosca verso l’Occidente, ritenuto colpevole di usare armi con una «componente nucleare».

Le scorte di munizioni all’uranio impoverito fanno parte di uno dei due nuovi pacchetti USA di aiuti umanitari e militari, annunciati in questi giorni, del valore complessivo di circa un miliardo e 600 milioni di dollari: si tratta di proiettili da 120 mm che verranno utilizzati per armare i 31 carri armati M1A1 Abrams che gli Stati Uniti intendono consegnare all'Ucraina entro il prossimo autunno.

Come già avvenuto con le spedizioni britanniche, anche questa volta la reazione di Mosca non si è fatta attendere. L'ambasciata russa a Washington ha fortemente criticato la decisione, parlando di un «segno di disumanità», aggiungendo che «gli Stati Uniti si illudono, rifiutandosi di accettare il fallimento della cosiddetta controffensiva dell'esercito ucraino». E ancora: «Le esplosioni di tali munizioni provocano la formazione di una nuvola radioattiva. Piccole particelle di uranio si depositano nelle vie respiratorie, nei polmoni, nell’esofago, si accumulano nei reni e nel fegato, causano il cancro e portano all’inibizione delle funzioni dell’intero organismo».

La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato il carico di armamenti, facendo riferimento all’aumento di casi di cancro segnalati nei luoghi in cui venivano utilizzate munizioni all'uranio impoverito. Gli Stati Uniti hanno largamente usato i controversi proiettili durante la Guerra del Golfo, in Serbia, Kosovo e in Iraq (nel 2003): nel corso degli anni sono state numerose le segnalazioni di soldati colpiti da forme di tumore dopo aver combattuto nelle zone citate. L’ipotesi è che le malattie potessero esser state causate dall’uranio impoverito polverizzato dopo l’esplosione delle munizioni, ma ad oggi non è mai stata dimostrata una correlazione diretta tra uranio impoverito e tumori dei soldati. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale USA, John Kirby, ha dichiarato che «diversi studi dimostrano che non c'è il rischio di radiazioni». Una recente revisione degli studi pubblicati su BMJ Global Health, citata dal Guardian, ha tuttavia evidenziato «possibili associazioni» tra problemi di salute a lungo termine degli iracheni e l’uso dell’uranio impoverito sul campo di battaglia.

I proiettili perforanti all’uranio impoverito sono stati sviluppati dagli Stati Uniti durante la Guerra Fredda per distruggere i carri armati sovietici e verranno inviati in Ucraina proprio per penetrare le corazze dei veicoli blindati russi.

L’uranio impoverito è un sottoprodotto ottenuto come scarto dal processo di arricchimento dell’uranio utilizzato come combustibile nucleare. È molto meno potente dell’uranio arricchito ed è incapace di generare una reazione nucleare, ma è più denso del piombo e dunque molto efficace come proiettile: con una densità di 19 grammi per centimetro cubo, le munizioni all’uranio impoverito sono in grado di distruggere la corazza dei carri armati nemici. E non solo: riscaldandosi, i proiettili prendono fuoco e il loro impatto genera un’esplosione che rilascia polveri di metallo e bassi livelli di radiazioni.

Le munizioni all’uranio impoverito non sono considerate armi nucleari, ma l’organismo di vigilanza nucleare dell'ONU raccomanda di manipolarle con cautela, utilizzando dispositivi di protezione, in quanto l'esposizione a tale sostanza potrebbe causare problemi di salute. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) sottolinea come l’uranio impoverito, al di là delle possibili radiazioni, sia prima di tutto una sostanza chimica tossica. Le particelle rilasciate nell’aria possono essere inalate o ingerite, con il rischio di finire nel flusso sanguigno e causare danni ai reni. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale USA, John Kirby, ha dichiarato che anche i russi stanno utilizzando i proiettili all'uranio impoverito in Ucraina.

In questo articolo: