Quegli occidentali che cercano rifugio in Russia
Maria Butina, a suo tempo, era finita in carcere negli Stati Uniti. Il motivo? Si era infiltrata nei circoli conservatori, come agente straniero, durante le presidenziali del 2016. Otto anni più tardi, come scrive il Moscow Times, la ritroviamo alla Duma di Stato russa. L'Occidente, per certi versi, è ancora al centro dei suoi pensieri, tant'è che Butina si sta profilando come guida e mentore per gli occidentali che intendono trasferirsi in Russia in cerca di un rifugio per le loro convinzioni, appunto, conservatrici. Secondo il Cremlino, di richieste ne arrivano sempre di più. Al punto che, leggiamo, Butina è a capo di una nuova organizzazione non governativa – Welcome to Russia – che si occuperà di supervisionare il processo di immigrazione per «migliaia» di occidentali alla ricerca di uno stile di vita più «tradizionale».
L'organizzazione, ha specificato Butina, «fornirà tre tipi di servizi. Per coloro che vogliono trasferirsi, offrirà le informazioni necessarie in base al decreto sull'asilo ''spirituale''». E ancora: Welcome to Russia «fornirà visite guidate per coloro che intendono trasferirsi in Russia in futuro e che vogliono vedere come si vive nel Paese». Fra gli obiettivi, infine, anche quello di «creare una comunità di coloro che si sono trasferiti in Russia».
Lo scorso aprile, il presidente Vladimir Putin aveva firmato un decreto per semplificare il processo di residenza in Russia per i cittadini occidentali che condividono quelli che il Cremlino definisce «valori spirituali e morali tradizionali russi». «Questo significa persone che non sostengono i movimenti LGBT, persone che credono che i loro figli debbano essere cresciuti in modo tradizionale» ha spiegato Butina a proposito del decreto di Putin. «È un decreto che aiuta le famiglie a preservare l'idea di una madre e di un padre, cosa che non viene data loro in Occidente. I conservatori sono i benvenuti in Russia, questo è il punto».
Dall'inizio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina, oramai quasi tre anni fa, il Cremlino ha sposato sempre più i cosiddetti valori conservatori. In contrapposizione con quella che i russi chiamano «agenda neoliberale distruttiva» dell'Occidente. Lo scorso novembre, la Corte Suprema aveva designato il «movimento LGBT internazionale», una definizione certo piuttosto vaga, come un'organizzazione «estremista», mettendo di conseguenza a rischio di azione penale qualsiasi individuo o gruppo che si identifichi pubblicamente con simboli o stili di vita LGBTQ+. «Vogliamo davvero, qui, nel nostro Paese, in Russia, invece di ''mamma'' e ''papà'', avere ''genitore n. 1'', ''genitore n. 2'', ''n. 3''?» aveva detto Putin in un discorso del 2022 per celebrare l'annessione da parte di Mosca di quattro regioni ucraine occupate illegalmente.
Secondo le statistiche dell'organizzazione guidata da Butina, 4.676 occidentali hanno chiesto asilo temporaneo in Russia dall'inizio del 2022, mentre 2.358 persone hanno richiesto un permesso di soggiorno temporaneo nel 2023. Oltre 200 di loro hanno firmato e si sono trasferiti in Russia dopo il decreto di aprile, ancora. La maggior parte proviene dalla Germania e dagli Stati Baltici, con 1.237 rispettivamente 1.802 cittadini, mentre 227 sono cittadini statunitensi e 108 britannici, secondo le statistiche di Butina. «Ogni giorno abbiamo più di 15 persone che fanno domanda e chiedono informazioni, e so che una volta avviata l'iniziativa ce ne saranno ancora di più». Il Moscow Times, va detto, non ha potuto verificare in modo indipendente queste statistiche.
Membro del partito Russia Unita, la formazione politica di Putin, Butina sostiene di avere una qualifica unica per assistere gli stranieri non russofoni a trasferirsi nel suo Paese: è stata in carcere negli Stati Uniti per via del suo lavoro come infiltrata in gruppi conservatori come la National Rifle Association. Un tentativo, il suo, di promuovere gli interessi russi alle presidenziali statunitensi del 2016. La Commissione d'intelligence del Senato aveva concluso che l'attuale membro della Duma aveva cercato di convincere la campagna di Donald Trump a stabilire un canale di comunicazione segreto con la Russia. Butina, dal canto suo, ha sempre negato di essere una spia. Sui social media, Butina pubblica regolarmente video che mostrano tutto della vita in Russia: dagli alloggi ai negozi di alimentari di provincia.
Venerdì, in occasione di una conferenza stampa per presentare Welcome to Russia, Butina ha potuto contare sulle testimonianze di cinque stranieri ora residenti in Russia. «Mi sono trasferita qui con la mia famiglia nel 2019» ha sintetizzato la blogger australiana Sabrina Hair, autodefinitasi «ragazza di casa», in collegamento video dalla sua casa nella regione Аltai della Siberia meridionale. «In Australia hanno introdotto leggi legate al movimento LGBT e abbiamo capito dove volevamo crescere i nostri futuri figli. Così mi sono trasferita qui non solo per me stessa, ma anche per i miei figli». Presente anche la tedesca Alina Lipp, una sedicente blogger di guerra che ha trascorso gran parte degli ultimi due anni nella regione ucraina del Donbass: sostiene di offrire la «verità» alle sue migliaia di abbonati a Telegram. I pubblici ministeri tedeschi hanno invece accusato Lipp di diffondere la propaganda russa e di aver tentato di minare la democrazia tedesca.
Butina nega che Welcome to Russia sia solo un altro esempio di questa propaganda. «Stiamo semplicemente offrendo un luogo sicuro e protetto agli stranieri. Non offriamo denaro, le persone vengono qui da sole per cercare opportunità. Se volessimo solo portare qui le persone, offriremmo loro del denaro, ma non lo facciamo». Uno sforzo, questo, che secondo gli esperti gioverebbe in termini di immagine al Cremlino. A maggior ragione se pensiamo ai dati del Paese reale e, soprattutto, all'esodo di massa di cittadini (e stranieri) dal 2022 a oggi. Sebbene Mosca non rilasci statistiche ufficiali, il portale The Bell ha stimato che circa 650 mila persone si sono trasferite permanentemente all'estero dall'inizio della guerra, molte delle quali per timore della mobilitazione e della repressione politica. Una repressione che non ha certo risparmiato gli stranieri, basti pensare alle segnalazioni di lunghi interrogatori alla frontiera per i cittadini di Paesi che il Cremlino considera «ostili». Per tacere di chi, in Russia, fa giornalismo: Evan Gershkovich e Alsu Kurmasheva hanno scontato un lungo periodo di tempo dietro le sbarre, con accuse inventate, prima di essere liberati in un importante scambio di prigionieri con l'Occidente lo scorso agosto. La cittadina russo-americana Ksenia Karelina, dal canto suo, sta scontando una condanna a 12 anni di carcere con l'accusa di tradimento per aver donato 51,80 dollari a un'associazione umanitaria ucraina.
Nonostante questi casi, Butina insiste sul fatto che chi vuole trasferirsi non ha nulla di cui preoccuparsi. «Il fatto che il governo russo sia su questa barca è un chiaro messaggio agli occidentali che vogliono trasferirsi qui» ha chiosato. «Come capo del movimento, garantisco per loro. Se venite qui legalmente, senza infrangere alcuna legge, allora starete bene, ve lo posso garantire».