Il caso

Quel diamante conteso tra India e Regno Unito sulla corona della regina consorte

In vista dell'incoronazione di Carlo e Camilla il prossimo 6 maggio 2023, è tornata sotto i riflettori una vecchia controversia – Camilla verrà incoronata con il diadema che da anni viene reclamato dal governo indiano?
Federica Serrao
14.10.2022 19:00

Fra precisamente 204 giorni, Carlo e Camilla verranno incoronati re e regina consorte d'Inghilterra. Sarà una cerimonia solenne, conforme alla tradizione plurisecolare della monarchia britannica, pur lasciando da parte lo sfarzo che ha caratterizzato le incoronazioni del passato. Un modo per "svecchiare" la monarchia, insomma, suggerendo un'immagine più moderna dell'istituzione. Ma anche un tentativo per mostrare consapevolezza e vicinanza di fronte alle difficoltà che milioni di sudditi stanno attraversando negli ultimi tempi di crisi. Sarà un'incoronazione formale, dunque. E a proposito di corone, le prime polemiche sui gioielli reali sono già esplose. A più di 200 giorni di distanza. Lo spettacolare diamante Koh-i-Noor da 105 carati, presente sulla corona che Camilla dovrebbe indossare sul suo capo il 6 maggio è infatti un gioiello molto discusso. Questo perché l'India, da anni, ne reclama infatti l'appartenenza. E quale migliore occasione per mettere ulteriori pressioni all'Inghilterra, se non proprio ora, a pochi mesi dall'incoronazione?

Dal 1850 in Inghilterra

Qualcuno lo aveva già intuito. Dopotutto, che l'India facesse capolino, rivendicando il possesso del gioiello, era prevedibile. Le domande, infatti, sono arrivate già subito dopo il funerale della regina Elisabetta. E il governo britannico non ha perso tempo. Non appena sono trapelate le prime indiscrezioni sulla questione, si è espresso sottolineando che si tratta di una decisione di Buckingham Palace. Lo stesso Buckingham Palace che però, al momento, si è rifiutato di commentare e di prendere posizione. Ma per capire le così insistenti richieste indiane è necessario fare un salto indietro nel tempo, fino al 19. secolo, quando il Maharaja Ranjt Singh, sovrano sikh del Punjab, ereditò la gemma, estratta proprio nel Paese molti secoli prima. La preziosissima pietra finì quasi subito nelle mani degli inglesi, quando l'erede di Singh la "regalò" alla regina Vittoria, dopo che l'esercito inglese sconfisse quello sikh. Una volta arrivato in Inghilterra, non ci volle molto tempo prima che il diamante venisse inserito nella corona indossata dalle mogli dei sovrani britannici. Prima dalla regina Alessandra, moglie di Edoardo VII, poi da Queen Mary, moglie di Giorgio V. E per ultima, anche dalla madre della appena defunta regina Elisabetta, ossia la Queen Mother, che indossò la corona con il Koh-i-Noor durante l'incoronazione del marito, re Giorgio VI. Il diamante, che assomiglia a un piccolo uovo e che in persiano significa "Montagna di Luce", si trova nella croce maltese anteriore della corona, che quando non viene riesumata per occasioni speciali come le cerimonie di incoronazione, rimane esposta in una teca della Torre di Londra. Luogo, per altro, da cui la corona non si è più spostata da vent'anni, vale a dire da quando, nel 2022, il prezioso ornamento venne adagiato su un cuscino di velluto viola sopra la bara della Queen Mother. L'ultima regina consorte, appunto, ad averla indossata. 

Un passato «barbaro e di sfruttamento»

La prima richiesta dell'India arrivò in realtà molto tempo dopo il "regalo" alla regina Vittoria. Nel 1947, il governo dell'India appena indipendente chiese per la prima volta la restituzione del diamante. Il Paese attese poi in silenzio fino al 2010, anno in cui al primo ministro David Cameron venne nuovamente chiesto di restituire la pietra, proprio mentre si trovava in viaggio in India. Una richiesta che, anche in questo caso, non portò i frutti desiderati. Al contrario, come ricorda il Washington Post, il primo ministro si espresse sulla questione dicendo che se l'Inghilterra avesse dovuto dire di sì a tutte le richieste che riceveva, il British Museum si sarebbe svuotato. Ed è qui che entra in gioco il colonialismo di cui l'Inghilterra è ancora ampiamente accusata. Se da un lato infatti diversi Paesi europei e nordamericani hanno restituito vari manufatti esposti nei musei ai loro luoghi di origine, la Gran Bretagna è rimasta ancora molto indietro in questo processo. E l'India non perde occasione per sfruttare questo punto di debolezza. «Se Camilla dovesse indossare la corona con il Koh-i-Noor dimostrerà che il popolo e il governo britannici portano ancora con sé l'eredità del loro colonialismo», ha dichiarato Rakesh Sinha, legislatore del Bharatiya Janata Party al governo, al Washington Post. «È un gesto che mostra il saccheggio e lo sfruttamento dell'India da parte loro. La cosa più deplorevole è che non sono pronti a correggere il loro passato e continuano a mostrare il gioiello rubato come parte della loro sede sovrana», ha aggiunto, senza esimersi dall'etichettare «senza vergogna» il legame della monarchia con il suo passato «barbaro e di sfruttamento». Su Twitter, anche alcuni utenti hanno espresso il loro disappunto nei confronti del passato colonialista inglese. Molto rapidamente, hanno iniziato a circolare immagini in cui viene espressamente sottolineato come gran parte dei gioielli e delle ricchezze reali provengono da altri Paesi. In una foto postata da un utente, si vede la regina Elisabetta nel giorno della sua incoronazione, circondata da molteplici frecce che indicano tutti i Paesi a cui appartengono le ricchezze che indossa. Sudafrica, Kenya, Egitto, Nigeria, Figi, Barbados, Australia, Figi. E ovviamente, anche l'India.

Non solo l'India

Eppure, l'India non è l'unica in lista a reclamare il gioiello. Anche Pakistan, Bangladesh e Afghanistan hanno infatti a più riprese rivendicato la gemma, che un tempo è passata per le mani anche di molti governanti locali, prima di finire sulla corona inglese. Nel 1976, secondo quanto riportato dal Guardian, l'allora primo ministro del Pakistan Zulfikar Ali Bhutto provò anche a lui - senza successo - a chiedere indietro il gioiello. In una lettera inviata all'Inghilterra sottolineò chiaramente come la restituzione del diamante potesse simboleggiare «una nuova equità internazionale, ben diversa dall'indole arraffona e usurpatrice di un'epoca precedente». Ma anche in questo caso, la richiesta fu respinta senza troppi complimenti. «Ogni indiano conosce la storia di questa pietra e la rivuole indietro. È chiaro che ha un enorme valore per l'India, ma anche per i Bangladesh, l'Iran e l'Afghanistan», ha confessato sempre al Washington Post William Dalrymple, uno degli autori di un libro proprio sul Koh-i-Noor, che nello stesso titolo viene definito «il più famoso al mondo». Ma se in tutta l'India la storia è conosciuta, di certo non si può dire lo stesso per i sudditi inglesi, che al contrario ignorano per lo più la reale origine del diamante. Secondo Dalrymple, l'insegnamento dell'impero britannico non occupa infatti un posto di rilievo nei programmi scolastici, il che spiega facilmente perché molti non siano a conoscenza della storia del gioiello. «Gli inglesi conoscono l'impero romano e tutti gli altri tipi di impero, fatta eccezione per quello britannico. Per loro il Koh-i-Noor in genere è solo un ristorante indiano locale o una marca di matite. Occasionalmente anche una gita alla Torre di Londra». 

© Twitter
© Twitter

Quegli accordi tra India e UK

Come se non fosse abbastanza, la controversia sulla corona è caduta a fagiolo in un momento piuttosto teso per India e Gran Bretagna. I due Paesi sono infatti impegnati in colloqui commerciali di grande interesse per la Gran Bretagna post-Brexit. Secondo accordi presi in aprile, entrambe la parti hanno dichiarato di voler giungere a conclusione entro il 24 ottobre, giorno in cui cade la festività indiana del Diwali. Alcune indiscrezioni trapelate negli scorsi giorni hanno lasciato però intendere che i colloqui si sono arenati in seguito alle preoccupazioni espresse dalla ministra degli Interni britannica Suella Braverman in merito al rapporto tra l'immigrazione e l'accordo. Nel Paese, infatti, gli indiani costituiscono il gruppo più numeroso di persone che soggiornano in eccesso. Al momento, dunque, i rapporti tra i due Pesi rimangono ancora piuttosto in bilico. Secondo Dalrymple, i britannici dopo la Brexit sono desiderosi di fare amicizia con l'India, mentre l'India sta diventando sempre più sensibile riguardo al suo passato coloniale. 

Per ora, dunque, a Buckingham Palace tutto tace. Dopotutto, ci sono ancora più di duecento giorni per decidere se mantenere la corona come tale, se togliere il diamante, o se addirittura restituire l'ornamento a chi ne rivendica il possesso. Pur ricordando che l'India è sì il Paese più insistente, ma non l'unico candidato. 

 

In questo articolo: