Italia

Quel radar «per i frontalieri» che non ha mai smesso di far discutere

Si torna a parlare del rilevatore di velocità posizionato nel 2019 a Chiavenna, in provincia di Sondrio – Per l’associazione italiana Altvelox sarebbe «privo di debita omologazione» e vengono sollevati dubbi pure sulle sanzioni emesse
© CdT/archivio (foto simbolica)
Red. Online
06.10.2024 12:28

«A Chiavenna c’è l’autovelox più odiato d’Italia». Così titola un articolo de Il Giorno. Di controlli di velocità, che noi chiamiamo radar, si parla insomma anche oltreconfine. L'apparecchio in questione era stato posizionato nell'estate del 2019 in via Volta, nel comune di 7.300 abitanti in provincia di Sondrio. Una delle vie considerate da sempre più problematiche del territorio, un lungo rettilineo che separa Chiavenna da Mese, percorso quotidianamente anche dai lavoratori frontalieri.

«Se siamo arrivati al punto di ricorrere ai radar ogni 10 minuti di strada, è perché si sono superati i limiti di sopportazione e anche di molto», si poteva leggere cinque anni fa sulla pagina Facebook dei frontalieri valchiavennaschi. Che fosse stato piazzato un apparecchio che rileva la velocità (e sanziona gli eccessi, dove il limite è di 50 km/h) era stato apprezzato dai residenti dei centri abitati. Per nulla da chi li attraversa. Tanto che in novembre, tre mesi dopo essere stato posizionato, l'autovelox era stato distrutto da colpi di arma da fuoco.

E il sindaco di Chiavenna, Luca Della Bitta, aveva ricevuto minacce di morte sui social. In pochi mesi erano state emesse oltre tremila sanzioni. «C’è chi percorrendo l’arteria tutti i giorni per lavoro arriva ad accumulare fino a ottomila euro di multe in dieci settimane», si legge in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera a inizio novembre 2019.

Ma torniamo a oggi. Il rilevatore di velocità – scrive il Giorno – sarebbe infatti fuori legge. A sostenerlo è l’associazione nazionale italiana Altvelox che ha presentato una querela contro 11 persone, tra cui il sindaco Luca Della Bitta, il comandante della Polizia locale e il presidente della Provincia. L'associazione sostiene che l'autovelox sia «privo di debita omologazione». E  «qualcosa non torna neppure nella rendicontazione delle sanzioni emesse», con il Comune di Chiavenna che avrebbe «dichiarato zero euro di proventi delle multe per l’anno 2021 e zero per l’anno 2022, mentre per il 2023 sono stati dichiarati 126.398 euro». Cifre che «non corrisponderebbero al numero reale di sanzioni emesse».

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