«Quella di Israele a Gaza è una pulizia etnica, chi fornisce armi è complice»
Pesantissime accuse di Human Rights Watch (HRW) verso Israele, accusato di «pulizia etnica». In un report odierno, la ONG sottolinea come le autorità israeliane abbiano portato allo sfollamento forzato «massiccio» e «deliberato» di civili palestinesi a Gaza dall'ottobre 2023 e sono «responsabili di crimini di guerra e crimini contro l'umanità».
Il rapporto di 154 pagine, dal titolo «Hopeless, Starving, and Besieged: Israel’s Forced Displacement of Palestinians in Gaza (Senza speranza, affamati e assediati: lo spostamento forzato dei palestinesi a Gaza da parte di Israele)», prende in esame la condotta delle autorità israeliane, le quali hanno portato allo spostamento forzato di oltre il 90% della popolazione di Gaza, ovvero 1,9 milioni di palestinesi, e alla distruzione di gran parte delle strutture dell’enclave mediorientale negli ultimi 13 mesi. Le forze israeliane, denuncia HRW, hanno eseguito «deliberate» e «controllate» demolizioni di case e infrastrutture civili, anche in aree in cui gli apparenti obiettivi erano quelli di creare «zone cuscinetto» e «corridoi di sicurezza», dai quali i palestinesi verranno probabilmente sfollati in modo permanente. Contrariamente alle affermazioni dei funzionari dello Stato ebraico, le loro azioni «non sono conformi alle leggi di guerra».
Nadia Hardman, ricercatrice sui diritti dei migranti presso Human Rights Watch, ha duramente criticato l’operato del premier Benjamin Netanyahu e colleghi: «Il governo israeliano non può affermare di proteggere i palestinesi quando li uccide lungo le vie di fuga, bombarda le cosiddette zone sicure e impedisce i rifornimenti di cibo, acqua e servizi igienici. Israele ha palesemente violato il suo obbligo di garantire che i palestinesi possano tornare a casa, radendo al suolo praticamente tutto in vaste aree» di Gaza.
Human Rights Watch ha intervistato 39 palestinesi sfollati a Gaza, ha analizzato il sistema di evacuazione di Israele, compresi 184 ordini di evacuazione e immagini satellitari che confermano la distruzione diffusa, e ha verificato video e fotografie di attacchi contro zone sicure designate e vie di evacuazione.
La ONG evidenzia come le leggi sui conflitti armati applicabili nei territori occupati consentono lo spostamento di civili solo in via eccezionale, per imperative ragioni militari o per la sicurezza della popolazione, e richiedono garanzie e sistemazioni adeguate per accogliere i civili sfollati. I funzionari israeliani hanno sempre affermato che, poiché i gruppi armati palestinesi stanno combattendo tra la popolazione civile, l'esercito ha legittimamente evacuato i civili per attaccare i presunti terroristi, limitando al contempo i danni ai civili. La ricerca di Human Rights Watch ha invece dimostrato che quanto dichiarato dallo Stato ebraico è falso.
Human Rights Watch ha scoperto che non vi è stata una ragione militare plausibile per giustificare lo spostamento di massa di quasi tutta la popolazione di Gaza. Il sistema di evacuazione di Israele ha danneggiato gravemente la popolazione e spesso è servito solo a diffondere paura e ansia. Invece di garantire la sicurezza dei civili sfollati, continua HRW, le forze israeliane hanno ripetutamente colpito le vie di fuga designate e le zone sicure.
Inoltre, gli ordini di evacuazione sono stati «incoerenti», «imprecisi» e spesso le comunicazioni ai civili non sono giunte con «sufficiente anticipo» per consentire la fuga. In alcuni casi non c’è stata proprio alcuna comunicazione. Quasi sempre, comunque, non sono state prese in considerazione le esigenze delle persone con disabilità e di persone incapaci di allontanarsi senza un’adeguata assistenza.
Gli attacchi israeliani, poi, hanno distrutto o danneggiato risorse fondamentali per la sopravvivenza della popolazione, tra cui ospedali, scuole, infrastrutture idriche ed energetiche, negozi di generi alimentari e terreni agricoli.
Lo Stato ebraico, accusa ancora la ONG, avrebbe dovuto garantire il ritorno degli sfollati alle loro case non appena cessate le ostilità in una determinata zona, invece ha lasciato ampie aree di Gaza inabitabili.
Human Rights Watch ha scoperto che lo spostamento forzato è stato «diffuso» e «sistematico», nonché parte di un chiaro piano politico dello Stato ebraico. Per HRW, lo spostamento organizzato e violento dei palestinesi di Gaza, appartenenti a un altro gruppo etnico, da parte delle autorità israeliane è stato «probabilmente pianificato per essere permanente nelle zone cuscinetto e nei corridoi di sicurezza. Tali azioni delle autorità israeliane equivalgono a una pulizia etnica. Le vittime di gravi abusi in Israele e Palestina hanno dovuto affrontare un muro di impunità per decenni. I palestinesi di Gaza vivono sotto un blocco illegale da 17 anni, che costituisce parte dei continui crimini contro l'umanità di apartheid e persecuzione che le autorità israeliane hanno commesso contro i palestinesi».
La ONG chiede ai governi di adottare sanzioni contro Israele e di condannare pubblicamente lo sfollamento forzato della popolazione civile di Gaza, definita «un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità». Inoltre la comunità internazionale dovrebbe «fare pressione sullo Stato ebraico affinché ponga immediatamente fine a tali crimini e rispetti i molteplici ordini vincolanti della Corte internazionale di giustizia».
«Nessuno può negare i crimini atroci che l'esercito israeliano sta commettendo contro i palestinesi a Gaza», ha commentato Nadia Hardman, sottolineando che «il trasferimento di armi e assistenza aggiuntive a Israele da parte di Stati Uniti, Germania e altri Paesi è un assegno in bianco per ulteriori atrocità e li espone sempre più al rischio di complicità».