Marocco

Raggiungere tutti i luoghi del terremoto è complicato

I soccorsi faticano a raggiungere i villaggi rurali nelle zone montuose colpite dal sisma – E il tempo, intanto, stringe
© JALAL MORCHIDI
Red. Online
10.09.2023 08:30

Tra venerdì e sabato, un terremoto di magnitudo 6.8 ha colpito il sudovest del Marocco. Seminando morti e distruzione. I soccorsi, riferiscono le autorità, sono ancora in corso. L'epicentro è stato localizzato a una settantina di chilometri da Marrakech, a valle dell'Atlante, catena montuosa del Paese. Di riflesso, le persone da soccorrere e assistere si trovano nella città, nota e apprezzata località turistica, ma anche nelle cittadine e nei villaggi rurali. Villaggi, va da sé, molto più difficili da raggiungere.

Il governo, oltre ai soccorritori, ha dispiegato anche i militari. Finora sono stati ritrovati i corpi di 2.012 persone, altre 2.059 sono ferite. Ma, appunto, si continua a scavare tra le macerie delle case. Le autorità hanno specificato che la metà delle vittime viveva nella regione rurale di Haouz, caratterizzata da case costruite con mattoni di fango e assenza quasi totale di infrastrutture antisismiche.

Il punto, ora, è proprio raggiungere in tempo alcuni centri delle montagne. Centri che, leggiamo, sono complicati da raggiungere anche in condizioni normali. Diverse strade, intanto, sono bloccate a causa del sisma. «Sono strade di montagna, fangose e fragili, e in caso di piogge o terremoti possono cadere grandi quantità di terra e pietre dalle montagne» ha spiegato un giornalista ad Al Jazeera. Sabato, secondo il governo marocchino, sei collegamenti erano stati ripristinati ma altre 14 strade risultavano ancora bloccate. 

Il re, Mohammed VI, ha pure ordinato all'esercito di schierare aerei, elicotteri e truppe per contribuire alle operazioni di salvataggio. Il compito, principalmente, è quello di portare alla popolazione colpita acqua, cibo, tende e coperte. Resta da capire se Mohammed VI chiederà altresì l'assistenza a Paesi stranieri, così da sbloccare l'intervento di squadre di soccorso esterne fra cui, eventualmente, anche quella svizzera attiva in Turchia alcuni mesi fa. La stessa Turchia, in queste ore, ha offerto il proprio aiuto: Ankara è pronta a spedire in Marocco 265 operatori umanitari e mille tende. Anche Paesi che, storicamente, non vantano buoni rapporti con il Marocco, Algeria e Israele su tutti, hanno offerto assistenza.

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