Rapporti Cina-UE: da Pechino un passo per migliorare i rapporti, con un occhio ai dazi USA

La Cina si prepara a revocare le sanzioni nei confronti dei membri del Parlamento Europeo nel tentativo di rilanciare un accordo di investimento con l'Ue dopo aver perso gran parte del suo accesso al mercato statunitense a causa della guerra commerciale di Donald Trump.
Lo riferisce il Financial Times online, riportando la conferma della decisione da parte di un portavoce della presidente del Parlamento europeo (Pe) Roberta Metsola. La decisione era stata riportata per prima dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.
Pechino ha adottato misure nei confronti di diversi eurodeputati nel 2021, dopo che l'Ue ha imposto sanzioni ad alcune entità cinesi a causa di presunte violazioni dei diritti umani nei confronti della minoranza musulmana uigura nella regione nord-occidentale dello Xinjiang.
Il Parlamento europeo ha poi rifiutato di ratificare un accordo globale Ue-Cina sugli investimenti, che avrebbe rafforzato i legami commerciali tra i due Paesi.
Pechino ha ora intensificato gli sforzi per corteggiare l'Ue, mentre i dazi statunitensi del 145% stanno bloccando il suo mercato più grande, fatta eccezione per i prodotti esentati come gli smartphone.
"Le discussioni con le autorità cinesi proseguono e sono nella loro fase finale", ha affermato mercoledì il portavoce. La presidente informerà innanzitutto i capigruppo non appena le autorità cinesi confermeranno ufficialmente la revoca delle sanzioni. È sempre stata intenzione del Parlamento europeo far revocare le sanzioni e riprendere le relazioni con la Cina.
A cinque eurodeputati inseriti nella lista nera era stato vietato di recarsi in Cina: Reinhard Bütikofer, esponente dei Verdi tedeschi ed ex leader della delegazione parlamentare per la Cina, ha nel frattempo lasciato il Parlamento, ma restano eurodeputati Michael Gahler e Miriam Lexmann, politici di centro-destra provenienti da Germania e Slovacchia, il socialista francese Raphaël Glucksmann e Ilhan Kyuchyuk, liberale bulgara.