Riecco «Conclave», il film su ciò che succede dopo la morte del Papa

Dopo la morte di papa Francesco – di ictus cerebri, coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile –, il mondo guarda ora al Vaticano in attesa del conclave per la scelta del suo successore. Un conclave «pieno di incognite», così come viene descritto nelle ultime ore, che si aprirà tra il 5 e il 10 maggio. Tra i favoriti c'è il segretario di Stato Pietro Parolin, italiano. Sulla lista dei «papabili» c'è anche il cardinale Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, nato nel 1949 a Sorengo da genitori svedesi. Ma che cosa accade dietro le porte chiuse del Vaticano quando si elegge un nuovo Pontefice? Neanche a dirlo, ci ha provato proprio «poco fa» il regista Edward Berger a spiegarlo, in Conclave, che ha vinto l'Oscar 2025 per la Miglior sceneggiatura non originale (di Peter Straughan).
Tratto dal thriller di Richard Harris, è un film di pura fantasia, ma è estremamente attuale. Quando è uscito nelle sale, a fine anno, nessuno immaginava quanto sarebbe diventato in breve tempo estremamente attuale. Nella pellicola è il cardinale Lawrence (Ralph Fiennes) la persona incaricata di dirigere la nuova elezione. Una volta che i leader più potenti della Chiesa si riuniscono e si chiudono nelle segrete sale del Vaticano, si ritrova intrappolato in una rete di intrighi, tradimenti e giochi di potere. «Il Vaticano del nostro film è pieno di figure manipolatrici e piuttosto oscure che fanno cose dubbie – aveva detto per l'uscita del film nelle sale Fiennes –. C’è ambizione e un po’ di corruzione, ma non si tratta solo di macchinazioni politiche. Soprattutto per Lawrence, la questione è chi sarà il giusto leader spirituale». Tra i «favoriti» per il nuovo Pontefice, nel film, ci sono i cardinali Bellini (Stanley Tucci) del Vaticano, Trembley di Montreal (John Lithgow), Tedesco di Venezia (Sergio Castellitto) e Adeyemi della Nigeria (Lucian Msamati).
In sostanza, il film descrive in modo accurato ciò che sappiamo essere un conclave. Descrive anche con precisione i cardinali che depongono i loro voti. Il thriller di Berger mostra pure chiare fazioni all'interno del gruppo dei cardinali votanti. A tal proposito Bill Cavanaugh, professore di studi cattolici alla DePaul University, ha dichiarato al Guardian che la "politicizzazione" del processo nel film è probabilmente «un po' esagerata».
In totale, i cardinali sono 252, di cui 133 hanno diritto di voto in conclave: 57 provengono dall’Europa, 37 dalle Americhe, 20 dall’Asia, 16 dall’Africa, 3 dall’Oceania. Il totale dei cardinali elettori si è ridotto di due unità dopo la rinuncia, per motivi di salute, del 79.enne Antonio Cañizares, arcivescovo emerito di Valencia, e del suo coetaneo Vinko Puljic, arcivescovo emerito di Sarajevo. E la maggioranza di due terzi necessaria per eleggere un nuovo Papa è stata ridotta da 90 a 89. Secondo la tradizione, tutti i cardinali elettori si trasferiranno nella Casa di Santa Marta, per poi recarsi alla Cappella Sistina, dove si terranno le votazioni. Sarà loro vietato utilizzare qualsiasi dispositivo o mettersi in contatto con l’esterno. Al termine del giuramento – che si conclude con la frase Extra omnes («Fuori tutti») – prenderanno avvio le operazioni di voto. I cardinali voteranno due volte al mattino e altrettante il pomeriggio. Ogni due scrutini, le schede saranno bruciate in una stufa collocata all’interno della Sistina. Il fumo esce da un comignolo sul tetto: una «fumata» potrebbe avvenire intorno alle 12, l’altra alle 19. In caso di elezione, sarà fumata bianca e, nello stesso momento, le sei campane di San Pietro suoneranno a festa.
La recensione di Antonio Mariotti, pubblicata sull'edizione del 21 dicembre 2024
Non sarà il film ideale per l’imminente inaugurazione dell’Anno Santo, ma è piuttosto uno dei tanti tentativi di penetrare dentro le mura vaticane nel momento clou per eccellenza: quello dell’elezione del nuovo pontefice da parte del collegio cardinalizio. Non bisogna però attendersi le atmosfere surreali di Habemus Papam di Nanni Moretti (2011) o la sferzante ironia della serie The Young Pope di Paolo Sorrentino (2016). Il regista tedesco Edward Berger, assurto alla notorietà grazie ai quattro Oscar conquistati nel 2023 dal suo Niente di nuovo sul fronte occidentale, adatta invece per lo schermo il romanzo bestseller di Robert Harris pensando in primo luogo a una struttura da thriller ed ispirandosi in particolare al cinema di Alan J. Pakula e al suo The Parallax View (1974).
Intrighi e lotta per il potere sono quindi sempre in primo piano, favoriti dal fatto che Conclave si svolge per intero durante il breve interregno durante il quale, morto un Papa, bisogna farne subito un altro. Le dinamiche che si sviluppano tra gli addetti, totalmente isolati dal mondo esterno, sono quindi paragonabili a vere e proprie strategie belliche che hanno alti prelati, costretti a muoversi tra la fastosa Cappella Sistina e la spartana Casa Santa Marta (ricostruite negli studi di Cinecittà) con lo scopo di screditare gli avversari più pericolosi e al tempo stesso di accaparrarsi il consenso della maggioranza. Un contesto in perfetta sintonia con le caratteristiche del regista che, non a caso, ha affermato facendo riferimento ai suoi due ultimi film: «In un certo senso, entrambi parlano di una guerra. Una è una guerra fisica; l’altra è una guerra intellettuale di menti, una vera e propria partita a scacchi».
Un giudice pieno di dubbi
A fungere da giudice di questa partita a scacchi è il cardinale Lawrence (eccezionale Ralph Fiennes), uomo tormentato da dubbi profondi ma al tempo stesso vero e proprio servitore dello Stato come non ce ne sono quasi più, cocciutamente deciso a portare a termine il processo elettivo anche nel segno del candidato «meno peggio» degli altri. Tocca quindi a Lawrence cercare di escludere dalla contesa chi imbroglia, sferra inammissibili colpi bassi o nasconde segreti inconfessabili. Anche lui, a un certo punto, soccomberà al fascino del potere, ma è solo un abbaglio: la scelta finale racchiude una sorpresa inattesa anche se non troppo convincente. Nonostante la presenza in un piccolo ruolo di Isabella Rossellini e l’inquadratura finale dedicata a tre suore in bianco che «svolazzano» giulive per le vie di Roma, Conclave rimane, così come i vertici della Chiesa cattolica, un film tutto al maschile. Qui sta il suo limite e anche la sensazione di déjà vu che si respira a tratti. Nonostante le sontuose scenografie, le accattivanti immagini, l’azzeccato commento musicale (del premio Oscar Volker Bertelmann) e la schiera di ottimi caratteristi presenti nel cast.
Per chi è interessato a vederlo sulle piattaforme streaming, il film si può noleggiare o acquistare su Prime Video e Apple tv+.