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Rilascio degli ostaggi, Hamas: «Giovedì restituiremo 4 corpi, ci sono anche i Bibas»

Annunciata per sabato anche la liberazione di 6 rapiti vivi – L'Iran annuncia un terzo attacco a Israele, «al momento opportuno» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Rilascio degli ostaggi, Hamas: «Giovedì restituiremo 4 corpi, ci sono anche i Bibas»
Red. Online
18.02.2025 06:32
18:49
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L'IDF ha aperto il fuoco contro «persone sospette» a Gaza

L'IDF ha riferito di aver aperto il fuoco oggi contro persone sospette che si erano avvicinate alle truppe in diverse aree della Striscia di Gaza, rappresentando «una minaccia» per i soldati.

Secondo l'esercito, «nel sud della Striscia, i militari hanno individuato un sospetto che si avvicinava e hanno sparato per allontanarlo. L'uomo ha continuato ad avanzare portando all'esplosione di ulteriori colpi d'arma da fuoco per eliminare il pericolo».

È stato inoltre riferito che «un velivolo dell'aeronautica ha sparato per allontanare un veicolo sospetto che si stava dirigendo verso nord dal centro della Striscia, su un percorso non autorizzato alla circolazione e senza passare per il punto di controllo».

18:34
18:34
«I folli piani USA per Gaza e la Palestina non porteranno da nessuna parte»

Il leader supremo dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei, ha respinto la proposta degli Stati Uniti di sfollare i palestinesi dalla Striscia di Gaza devastata dalla guerra, affermando che «non porterà da nessuna parte». Khamenei ha formulato queste osservazioni durante un incontro a Teheran con Ziyad al-Nakhalah, leader del gruppo militante palestinese della Jihad islamica.

«I folli piani americani o qualche altro piano riguardante Gaza e la Palestina non porteranno da nessuna parte», ha precisato Khamenei.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proposto recentemente un piano per la presa del controllo da parte degli Stati Uniti della Striscia di Gaza e dei suoi abitanti palestinesi da ricollocare altrove, tra cui Egitto e Giordania. Il piano di Trump ha suscitato la protesta dei governi arabi, tra cui Egitto e Giordania, nonché dei leader mondiali, e delle Nazioni Unite che hanno messo in guardia contro la «pulizia etnica» nel territorio palestinese.

«Nessun piano sarà completato senza il consenso della resistenza e del popolo di Gaza», ha detto Khamenei, aggiungendo che l'opinione pubblica mondiale è favorevole ai palestinesi.

17:44
17:44
Oltre un milione di persone sono tornate in Siria dopo la caduta di Assad

Oltre un milione di persone sono tornate a casa in Siria dopo il rovesciamento di Bashar al-Assad, tra cui 280'000 rifugiati tornati dall'estero. Lo afferma l'ONU.

Il governo di Assad è stato spodestato a dicembre in un'offensiva dei ribelli, ponendo fine al regime, alla guerra civile scoppiata nel 2011 nonché alla brutale repressione delle proteste antigovernative. La guerra in Siria ha ucciso più di mezzo milione di persone e ne ha sfollate milioni dalle loro case. I ribelli guidati dagli islamisti la cui offensiva ha cacciato Assad hanno cercato di assicurare la comunità internazionale di aver rotto con il loro passato e di rispettare i diritti delle minoranze.

"Dalla caduta del regime in Siria, stimiamo che 280'000 rifugiati siriani e più di 800'000 sfollati all'interno del Paese siano tornati nelle loro case", ha scritto Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, su X. "Gli sforzi di ripresa devono essere più audaci e rapidi, altrimenti le persone se ne andranno di nuovo: ora è urgente!", ha affermato. In un incontro a Parigi a metà febbraio, circa 20 Paesi, tra cui Paesi arabi, Turchia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Canada e Giappone, hanno concordato al termine di una conferenza di "lavorare insieme per garantire il successo della transizione in un processo guidato dalla Siria".

17:43
17:43
Migliaia di palestinesi costretti a fuggire dalle loro case in Cisgiordania

Migliaia di palestinesi sono stati costretti a fuggire dalle loro case in Cisgiordania in seguito all'operazione militare israeliana che ha colpito i campi profughi di Jenin, Tulkarem e Nur Shams, in Cisgiordania nelle ultime settimane.

Secondo l'Autorità palestinese, circa 17'000 persone hanno lasciato il campo di Jenin, 6'000 quello di Nur Shams e 10'000 quello di Tulkarem, mentre la distruzione di infrastrutture e abitazioni continua. «Non sappiamo cosa stia accadendo nel campo, ma le demolizioni continuano e le strade vengono distrutte», ha dichiarato Mohammed al-Sabbagh, responsabile del comitato servizi del campo profughi di Jenin.

15:23
15:23
Hamas giovedì restituirà 4 corpi di ostaggi, tra cui i Bibas, sabato 6 vivi

Il capo negoziatore di Hamas Khalil al Hayya ha dichiarato che giovedì l'organizzazione terroristica rilascerà 4 corpi di ostaggi e sabato 6 rapiti vivi, tra cui Hisham al-Sayed e Abra Mengistu, prigionieri a Gaza da oltre dieci anni. Lo ha confermato anche un funzionario israeliano citato da Ynet. Dopo, resteranno nella Striscia altri 59 ostaggi, tra cui almeno 28 morti.

«Abbiamo deciso di consegnare quattro corpi di persone rapite giovedì in preparazione della seconda fase dei negoziati sull'accordo. La consegna dei corpi rimanenti sarà completata secondo quanto concordato nella sesta settimana di attuazione dell'intesa. Sei ostaggi vivi saranno rilasciati sabato, tra cui Hisham al-Sayed e Avraham Mengistu (rapiti 10 anni fa) in cambio di detenuti palestinesi», ha dichiarato al Hayya.

«Sottolineiamo la necessità di obbligare Israele a implementare tutte le disposizioni dell'accordo senza eccezioni o ritardi. Chiediamo l'introduzione di attrezzature pesanti per estrarre i corpi di coloro che sono stati uccisi e i corpi di coloro che sono stati rapiti e uccisi dai bombardamenti israeliani. Israele sta ancora ritardando l'inizio dei negoziati nella seconda fase, che doveva iniziare il 3 febbraio. Siamo pronti a entrare immediatamente nella seconda fase, che include un cessate il fuoco completo e un ritiro completo dell'IDF», ha aggiunto.

Tra i quattro corpi anche i Bibas

Dopo 501 giorni, Shiri Bibas e i suoi bambini tornano a casa. Tra i quattro «corpi» che saranno riconsegnati domani, giovedì – come previsto dalla prima fase del cessate il fuoco su Gaza – «ci saranno quelli della famiglia Bibas» è stata la dichiarazione di Hamas.

Shiri, 32 anni e i figli Kfir, 4, e Ariel, 9 mesi, erano stati prelevati il 7 ottobre 2023 dalla loro casa a Nir Oz dove il padre Yarden, catturato quello stesso giorno e rilasciato solo pochi giorni fa, li aveva lasciati quando era corso a difendere il kibbutz.

13:43
13:43
L'Iran annuncia terzo un attacco a Israele, «al momento opportuno»

L'Iran ha annunciato che effettuerà una terza ondata di attacchi missilistici contro Israele «al momento opportuno».

Lo ha detto il numero due dei Guardiani della rivoluzione, generale Ali Fadavi, in dichiarazioni riportate dall'agenzia di stampa iraniana Mehr e riprese da Times of Israel.

Nel corso del 2024, Teheran ha lanciato due attacchi contro Israele scatenando la reazione dello Stato ebraico: in particolare la seconda risposta israeliana, a ottobre, ha distrutto gran parte dei sistemi di difesa aerea iraniana e alcune importanti strutture militari.

12:10
12:10
Stop al finanziamento dell'UNRWA

Stop al finanziamento dell'UNRWA, l’Agenzia dell'ONU per i profughi palestinesi in Medio Oriente. È quanto stabilito dalla Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (CPE-S) grazie al voto decisivo del suo presidente, Marco Chiesa (UDC/TI).

Dopo aver esaminato vari atti parlamentari riguardati la situazione a Gaza e gli aiuti ai profughi palestinesi, la CPE-S ha approvato la mozione inoltrata da David Zuberbühler (UDC/AR) per 6 voti a 6 e il voto decisivo del presidente che chiede al Consiglio federale di cessare immediata di finanziare l'UNRWA, facendo in modo che questa agenzia non riceva ulteriori denari in futuro.

La maggioranza della CPE-S pensa che la Svizzera non debba sostenere un’organizzazione potenzialmente legata a gruppi terroristici e crede altre organizzazioni potrebbero svolgere i compiti dell’UNRWA, si legge in una nota odierna dei servizi parlamentari.

Per la minoranza, invece, le attività dell’agenzia sono attualmente indispensabili nella regione e la sospensione immediata dei contributi avrebbe effetti drammatici per la popolazione civile.

La mozione Zuberbhüler è stata accolta lo scorso 9 di settembre dal Consiglio nazionale per 99 voti a 88 e 7 (Sinistra, Verdi e Verdi liberali contrari, Centro e PLR divisi, UDC a favore). Il plenum si era espresso contro il parere della sua commissione preparatoria e contro quello del Consiglio federale. Visto il risultato «tirato» alla camera del popolo e nella CPE-S, l'atto parlamentare potrebbe essere respinto dai «senatori», e quindi liquidato, nel corso della sessione primaverile ormai alle porte.

Nell'autunno scorso, il ministro degli esteri Ignazio Cassis aveva ricordato che, nel maggio 2024, il Governo aveva deciso di stanziare 10 milioni di franchi per coprire necessità urgenti a Gaza quali cibo, acqua, alloggi, assistenza sanitaria di base e logistica.

L'UNRWA, aveva poi sostenuto Cassis, fornisce gran parte della logistica e delle infrastrutture di cui le organizzazioni umanitarie sul posto hanno bisogno per il loro lavoro, sottolineando inoltre che nessuna altra organizzazione è oggi in grado di sostituirsi ad essa.

Il sostegno all'UNRWA è oggetto di dibattito in Parlamento dal 2023. Una maggioranza di destra ha prima cercato di tagliare i fondi all'agenzia attraverso il budget. I finanziamenti sono stati poi sospesi, in attesa di rapporti su presunti legami tra Hamas e alcuni membri dell'agenzia.

A maggio 2024, il Consiglio federale ha poi deciso di versare all'UNRWA 10 milioni per gli aiuti umanitari urgenti a Gaza, invece dei 20 milioni normalmente stanziati.

12:00
12:00
Per l'Onu «qualsiasi ritardo» nel ritiro israeliano dal Libano viola la risoluzione

Per l'Onu «qualsiasi ritardo» nel ritiro israeliano dal Libano viola la risoluzione 1701« del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Nel giorno della scadenza del termine per il ritiro di Israele dal Libano in base all'accordo di pace con Hezbollah, l'Idf ha annunciato il ritiro dai villaggi di confine del Libano, ma ha anche reso noto che rimane in 5 postazioni oltre la linea di demarcazione Onu.

Il Libano ha condannato oggi la presenza di Israele sul suo territorio definendola una »occupazione«, riporta il Guardian. Un portavoce della presidenza ha affermato che il Libano ha il diritto di utilizzare tutti i mezzi per garantire un completo ritiro israeliano.

Il Libano, inoltre, cercherà l'aiuto del Consiglio di sicurezza dell'Onu per »affrontare le violazioni israeliane e costringere Israele a ritirarsi immediatamente«.

08:15
08:15
«L'IDF si è ritirato dai villaggi di confine»

L'Idf si è ritirato dai villaggi di confine del Libano, ma rimane in 5 postazioni oltre la linea di demarcazione Onu, ha detto una fonte della sicurezza libanese. Oggi è scaduto il termine per il ritiro in base a un accordo di pace con Hezbollah.

«L'esercito israeliano si è ritirato da tutti i villaggi di confine tranne che in 5 punti, mentre l'esercito libanese si sta schierando lentamente a causa della presenza di esplosivi in alcune zone e dei danni alle strade», secondo la fonte. Ieri un funzionario israeliano ha detto che Israele rimarrà nel Paese in «cinque punti strategici» che controllano le comunità nel sud del Libano.

06:32
06:32
Il punto alle 06.00

Il segretario di Stato americano Marco Rubio e il principe alla corona saudita Mohammed bin Salman hanno «riaffermato il loro impegno ad attuare il cessate il fuoco a Gaza e assicurare che Hamas rilasci tutti gli ostaggi». Lo afferma la portavoce americana Tammy Bruce, sottolineando che Rubio ha messo in evidenza l'importanza sul fatto che qualsiasi accordo sulla Striscia deve «contribuire alla sicurezza regionale». Il segretario di Stato e Bin Salman hanno anche parlato di come far avanzare i loro «interessi comuni in Siria, in Libano e nella regione, inclusa la sicurezza del Mar Rosso e la libertà di navigazione».

Israele ha chiesto ad Hamas il rilascio di sei ostaggi vivi sabato prossimo, invece dei tre previsti dall'accordo. Si tratta degli ultimi sei ostaggi ancora in vita della lista dei 33 che devono essere liberati nella prima fase dell'accordo. In cambio farà entrare altre roulotte per gli sfollati senza casa nella Striscia di Gaza, riferiscono i media israeliani.

Le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi dal sud del Libano. L'esercito manterrà però cinque postazioni in territorio libanese, ciascuna presidiata da una compagnia di soldati, per un periodo di tempo indefinito. Le compagnie sono composte generalmente da 100-150 soldati, ma come scrive il Jerusalem Post i militari che non si ritireranno saranno diverse migliaia, circa 10.000-15.000. I cinque avamposti non facevano parte dell'accordo di cessate il fuoco del 27 novembre. Tuttavia, Israele ha convinto gli Stati Uniti che l'esercito libanese non è abbastanza efficace, al momento, per impedire a Hezbollah di insediarsi nel sud del Libano. Il governo libanese afferma che lo Stato deve avere il monopolio sulle armi e giura di liberare ''tutto il territorio libanese'', a poche ore dalla scadenza della tregua tra Israele ed Hezbollah.