Cina

Riuscirà Xi Jinping a popolare Xiongan, la nuova «metropoli scintillante e high tech»?

L'obiettivo del leader cinese è quello di spostare parte degli abitanti di Pechino in questa nuova area – La città è pronta, ma rimane disabitata: come mai?
© X
Federica Serrao
20.01.2024 17:00

Dall'Asia all'Africa, costruire nuove città per alcuni Paesi è diventato una priorità. Dalla nuova capitale egiziana a quella dell'Indonesia, passando per la Forest City malesiana, che fa l'occhiolino agli acquirenti cinesi, i cantieri in tutto il mondo ormai sono diversi. E la Cina – che, tra le altre cose, sta dando una mano anche allo Zimbabwe per costruire la sua nuova «città per ricchi» – ora punta tutto sul suo territorio. Per la precisione, su Xiongan. Vale a dire, quella che è stata presentata come una «metropoli scintillante e high tech» che servirebbe come «valvola di sfogo» per i cittadini che abitano a Pechino. Ubicata ai margini della capitale, a soli 100 chilometri di distanza, la città, come spesso accade con progetti di questo tipo, mira a combattere il sovraffollamento nei principali centri. Il problema, paradossalmente, è però l'opposto. A Xiongan di gente non ne arriva. Nonostante la città, «nuova di zecca», sia pronta ad accogliere milioni di residenti.

Manca la popolazione

Da una parte, come dimostrano gli esempi sopra menzionati, costruire una nuova città è sempre una sfida. Lo è in primis per i costi, sempre altissimi. In tal senso, però, la Cina avrebbe già superato quella fase. A differenza di altri Paesi, le cui «città del futuro» sono ancora dei cantieri a cielo aperto, Xiongan esiste ed è stata realizzata anche piuttosto velocemente. Certo, sborsando ingenti somme di denaro. Circa 610 miliardi di yuan, per l'esattezza. Più del doppio, rivela Bloomberg, di quanto sia stato impiegato per la costruzione della Diga delle Tre Gole sul Fiume Azzurro. 

Un progetto del genere, insomma, è quasi sempre sinonimo di difficoltà economiche. La Cina, però, il primo step lo ha superato. Xiongan è una città reale, pronta ad accogliere la popolazione. Ci sono ottime autostrade che la collegano alla capitale, negozi, ristoranti, uffici, imponenti complessi residenziali e hotel lussuosi. Ciononostante, la gente non arriva. E questo, a detta degli esperti, evidenzia i limiti di Xi Jinping.

Il leader cinese, infatti, ha investito importanti risorse per dar vita a una città «alternativa» senza fare i conti con la realtà. Realtà che, come ricordano gli stessi residenti, vede Pechino al primo posto tra le città cinesi, dal momento che è nella capitale che si trovano le «migliori risorse della nazione». Tradotto: trasferirsi a Xiongan non offrirebbe nulla di più rispetto a quanto non si possa già trovare a Pechino.  Tuttavia, Xi Jinping sta continuando a lottare per promuovere la nuova metropoli. Nel suo discorso annuale di Capodanno, il leader ha sottolineato i progressi fatti dalla città, evidenziandone «la rapida crescita che sta contribuendo a rivitalizzare il nord-est della Cina».

Dopotutto, nella città stessa, sono sparsi cartelloni rossi sui quali svettano citazioni del leader cinese, che definisce il progetto «di priorità nazionale» oltre che «un piano di importanza millenaria». L'obiettivo a lungo termine è quello di rendere Xiongan una città «completa» entro metà secolo. Mentre quello a breve termine, da realizzare entro il 2035, prevede che alcune delle funzioni di Pechino si spostino nella nuova città, soprattutto per quanto riguarda i settori digitali. In parole semplici, Xiongan dovrebbe diventare una «città socialista modernizzata di alto livello». 

Un'area problematica

Ma c'è di più. Le ambizioni di Xi Jinping per la nuova metropoli sono così elevate da aver spinto il leader cinese a tutto, pur di difenderla. Ne è l'esempio quanto accaduto la scorsa estate, quando la Cina settentrionale è stata colpita dalle peggiori inondazioni degli ultimi decenni. In quell'occasione, i funzionari del Partito Comunista avevano ordinato di «far tutto il possibile» per proteggere Pechino e Xiongan, nonostante l'area in questione fosse scarsamente popolata. Per riuscire nell'intento, però, era necessario deviare l'acqua su altre città e villaggi vicini. Una pratica che ha portato a proteste dei residenti, che accusavano il governo di aver mentito. Le autorità avevano infatti dichiarato che a distruggere le case nei villaggi colpiti era stata solo la pioggia, e non l'acqua scaricata per proteggere l'area della capitale e Xiongan. E non è tutto. Proprio questo episodio, per certi versi, avrebbe contribuito a far «cattiva pubblicità» alla nuova metropoli, costruita in un'area storicamente soggetta alle inondazioni a causa della sua bassa altitudine. 

Tuttavia, nonostante Xiongan non sia partita con il piede giusto, non è ancora detta l'ultima parola. Non è la prima volta, infatti, che il Dragone si cimenta nella costruzione di nuovi centri abitati importanti, come nel caso di Shenzhen. Nonostante le sfide economiche, la città di Deng oggi conta 13 milioni di abitanti ed è diventata la quarta città più grande della Cina. Addirittura, superando Hong Kong sia per quanto concerne l'economia che il numero di residenti. Un obiettivo che forse, un giorno, raggiungerà anche Xiongan. Anche se la vicinanza con la grande Pechino, porta a qualche sfida in più. 

In questo articolo: