Salvare gli animali dall'estinzione: e se inviassimo un'arca di Noè sulla Luna?

Qualcuno la etichetterà come un'idea balzana, ma fra gli studiosi non sono in pochi a pensarci seriamente. Perché non inviare un'arca di Noè sulla Luna? Con migliaia di specie a rischio di estinzione, alcuni scienziati hanno escogitato un piano radicale: creare un caveau sul nostro satellite naturale, nel quale conservare campioni delle creature più importanti e a rischio del nostro pianeta. Fra i media della vicina Penisola il paragone biblico sta spopolando. Ma gli scienziati che hanno lanciato la proposta, descritta nella rivista BioScience, preferiscono un altro termine per descrivere il gioiellino da inviare sulla Luna: biorepository.
L'idea
«La biodiversità sulla Terra è sempre più minacciata». Lo studio internazionale comincia citando il rapporto del 2007 dell'IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell'ONU, secondo il quale – anche nei modelli più ottimistici di cambiamento climatico globale – una percentuale impressionante della vita animale e vegetale terrestre è destinata all'estinzione. «A causa di una miriade di fattori antropogenici, un'alta percentuale di specie ed ecosistemi si trova ad affrontare minacce di destabilizzazione ed estinzione che stanno accelerando più velocemente della nostra capacità di salvare queste specie nel loro ambiente naturale». Per questo, evidenzia lo studio, «è urgente immaginare strategie innovative per conservare la biodiversità della Terra e proteggere gli ecosistemi del futuro».
Di qui l'idea: creare un biorepository, una struttura che raccolga e conservi cellule – e il DNA cruciale al loro interno – di animali a rischio critico. Un caveau per salvaguardare la vita terrestre: il concetto non è nuovo, basti pensare all'ormai celebre Svalbard Global Seed Vault, il deposito globale di semi delle Svalbard, pensato per conservare, sulla remota isola norvegese, i semi congelati di migliaia di piante, indispensabili per garantire la diversità delle colture mondiali.

Sulla Luna
La banca genetica proposta nel recente studio, tuttavia, sarebbe ancora più irraggiungibile e, per certi versi, al sicuro. Sulla Luna. Il biorepository lunare proposto sarebbe al di fuori della portata di eventi climatici, guerre e altri eventi geopolitici o disastri che possono verificarsi sul nostro pianeta. L'ambiente naturalmente gelido della Luna, inoltre, sarebbe in grado di conservare i campioni tutto l'anno senza la necessità di un coinvolgimento umano o di una fonte di energia. Sfruttando i crateri profondi vicino alle regioni polari, mai esposti alla luce del sole, la Luna è infatti in grado di fornire la temperatura di -196°C, necessaria per conservare i campioni in modo adatto alla futura clonazione.
Interrogata dal Guardian, la dottoressa Beth Shapiro, docente di ecologia e biologia evolutiva presso la UC Santa Cruz e responsabile scientifica della società di de-estinzione Colossal Biosciences, ha spiegato: «Affinché la clonazione sia un'opzione, è necessario che le cellule siano vive». Ciò significa che, ad esempio, non è possibile clonare un mammut lanoso a partire da frammenti di DNA ritrovati nei reperti, ma la de-estinzione è possibile se i campioni di tessuto vengono raccolti e conservati in modo da garantire che le cellule rimangano in vita. E qui entrano in gioco i -196°C, e la cosiddetta crioconservazione, tecnica già sfruttata con successo per conservare cellule a temperature così fredde da bloccare ogni attività biologica, e senza ucciderle.
Ogni strategia
Gran parte della proposta è ancora nel regno della fantascienza, ma lo studio sta già generando interesse. E la dottoressa Mary Hagedorn, che ha guidato la ricerca, è sicura che il progetto, prima o poi, verrà realizzato: «Sappiamo come farlo, possiamo farlo e lo faremo, ma potrebbero volerci decenni per realizzarlo». I prossimi passi, spiega il quotidiano britannico, potrebbero riguardare lo sviluppo di un imballaggio per i campioni crioconservati in grado di resistere alle condizioni dello spazio e l'elaborazione della logistica per il trasporto dei campioni sulla Luna. Immaginando un futuro (prossimo) in cui l'esplorazione delle risorse lunari comporti viaggi spaziali più frequenti, Hagedorn ha suggerito che agli astronauti siano dati in consegna piccoli pacchetti, contenenti migliaia di campioni, da depositare in un ipotetico caveau.
Che il progetto sia realizzato o meno, ha tuttavia specificato la ricercatrice, la conservazione di ciò che abbiamo ora sulla Terra non dovrebbe essere abbandonata. Insomma, bisogna continuare a fare tutto il possibile per combattere cambiamento climatico e derivanti estinzioni: ogni strategia, ha sottolineato Hagedorn, «va implementata per garantire la conservazione del maggior numero possibile di specie».