Italia

Sangiuliano si è dimesso

Il ministro italiano della Cultura ha comunicato la decisione in una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – Ad Alessandro Giuli la carica
©ETTORE FERRARI
Red. Online
06.09.2024 17:47

Il ministro italiano della Cultura, Gennaro Sangiuliano, si è dimesso: da giorni sotto i riflettori per il caso scatenato da Maria Rosaria Boccia, Sangiuliano ha comunicato le sue «dimissioni irrevocabili» in una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Alessandro Giuli ricoprirà ora il ruolo di ministro della Cultura.

Azioni legali

Sangiuliano, nella lettera ha preannunciato che agirà «in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno, a cominciare da un imminente esposto alla Procura della Repubblica, che intendo presentare». L'ormai ex ministro italiano della Cultura ha sottolineato: «Agirò contro chi ha pubblicato fake news in questi giorni». 

Il caso

La vicenda che ruota attorno al ruolo di Maria Rosaria Boccia e al suo rapporto con il ministro della Cultura «non è rimasta inosservata» alla Corte dei Conti dove «si stanno facendo le valutazioni del caso», ha fatto sapere la stessa magistratura contabile, interpellata sul caso dall'ANSA.

L'avvocato del ministro della Cultura, Silverio Sica, ha dal canto suo affermato che «non ci sono prove che sia stato ricattato, lo escludiamo certamente» e «per il materiale che abbiamo esaminato siamo nel pieno di una vicenda privatissima. Questa vicenda politicamente risponde a una logica della doppia morale tutta italiana, morale propria è quella dell'avversario».

«Stiamo verificando una per una le dichiarazioni della dottoressa Boccia per renderci conto se c'è una violazione della riservatezza di quella che è stata la vicenda umana che ha accomunato per breve tempo queste due persone», ha aggiunto il legale spiegando che sui tempi dell'esposto «aspettiamo si calmi la vicenda politica e poi facciamo firmare la denuncia che andiamo a elaborare». 

«Se si è trattato di un piano studiato? Non sappiamo, dobbiamo verificarlo. Non escludiamo nessuna ipotesi rispetto a questo», ha detto ancora l'avvocato. In merito ai soldi pubblici, ha precisato che «non ci sono stati nemmeno per un caffè. Questa è una vicenda privatissima che si è trasformata, in base alla logica della doppia morale, in una vicenda politica» .